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Covid. Conte al Senato: “Ridurre occasioni di contagio, evitare le attività superflue”. E sulle misure restrittive: “Dopo Lombardia e Campania non possiamo escluderne altre”


Il premier ha ribadito come oggi la strategia per contrastare questa seconda ondata di contagio "non può essere la stessa adottata in primavera". E dunque l'attenzione a livello nazionale è indirizzata "esclusivamente su quelle misure volte a limitare le condotte e i comportamenti più direttamente riconducibili alla sfera delle relazioni sociali e ricreative, attualmente veicolo di maggiore diffusione del virus. A livello regionale, tuttavia, bisogna mantenersi pronti a intervenire".

21 OTT - Nessun lockdown nazionale in vista, almeno "al momento". La situazione odierna è diversa rispetto a quella di marzo e quindi cambia anche la strategia da mettere in campo. No a chiusure generali ma possibili strette locali come già avvenuto in Lombardia e Campania. Nonostante ciò, l'invito ai cittadini sembra profilare una sorta di lockdown 'gentile' lasciato al buon senso delle persone: "Dobbiamo sforzarci tutti di ridurre le occasioni di contagio, di evitare spostamenti non necessari e attività superflue che potrebbero generare rischio".
 
Così Così il premier Giuseppe Conte durante l'informativa di questo pomeriggio al Senato, che verrà replicata domani alla Camera, per illustrare i contenuti dell'ultimo Dpcm anti Covid, adottato domenica scorsa (leggi intervento integrale).
 
Facento il punto della situazione rispetto ai primi mesi della pandemia Conte ha sottolineato come siano state distribuite "più di un miliardo tra mascherine, tute, guanti, camici, ventilatori e maschere dell’ossigeno. I nostri piani prevedono il raddoppio dei posti in terapia intensiva e sub-intensiva, il personale sanitario è stato aumentato di 34.000 unità, senza considerare l’accresciuta capacità di tracciamento, contenimento e di esecuzione dei test diagnostici. Attualmente produciamo 20 milioni di mascherine chirurgiche al giorno. A breve arriveremo a produrre e a distribuire 30 milioni di mascherine chirurgiche al giorno. Già oggi siamo uno dei pochi – non voglio azzardare l’unico, per cautela - Paesi al mondo in grado di distribuire gratuitamente e giornalmente una mascherina chirurgica per ogni studente. Distribuiamo giornalmente anche 7 milioni di mascherine chirurgiche agli ospedali, alle residenze per anziani, alle forze di polizia".
 
"A livello regionale, tuttavia - prosegue Conte - bisogna mantenersi pronti a intervenire per modulare in senso più restrittivo se necessario le misure, qualora - in base alla progressione del virus - si verifichino situazioni di particolare criticità in specifiche aree della regione. Già in questi ultimi giorni, e siamo alle cronache di queste ultime ore, vi sono alcune Regioni che hanno promosso la procedura per pervenire a misure più restrittive rispetto a quelle contenute nel Dpcm. Al momento si è concluso l’iter per la Regione Lombardia, è in corso l’iter della Campania e ovviamente non possiamo escludere ulteriori aggiornamenti".
 
Per migliorare la situazione siamo chiamati tutti ad una maggiore responsabilità. "L’efficacia della risposta resta in ogni caso affidata alla responsabilità individuale di ciascun cittadino e alla responsabilità collettiva dell’intera comunità nazionale: tanto più rigoroso sarà il rispetto delle prescrizioni da parte di ciascuno di noi, tanto più efficace sarà il contenimento del rischio di contagio e più possibile superare questa seconda ondata con il minor sacrificio per il Paese. Dobbiamo sforzarci tutti di ridurre le occasioni di contagio, di evitare spostamenti non necessari e attività superflue che potrebbero generare rischio".
 
Infine, sulla scuola il premier è tornato a ribadire  che proseguirà in presenza. "Non possiamo permetterci che uno dei principali assi portanti del Paese, dove sono riposte le migliori garanzie di un futuro migliore, possa subire ulteriori compromissioni, ulteriori sacrifici. Lo dobbiamo all’impegno sin qui risposto dai nostri dirigenti scolastici, dai nostri docenti e dal personale Ata, che - pur in condizioni difficili - hanno garantito la continuità didattica, sperimentando nuove e talvolta inesplorate attività di insegnamento. Lo dobbiamo anche alle famiglie. E lo dobbiamo, soprattutto, ai nostri ragazzi, che non possiamo lasciare privi del valore di un’esperienza irripetibile di formazione culturale e umana, che si realizza nella scuola, attraverso un’offerta didattica che presuppone e integra, quale tratto caratterizzante, la fondamentale relazione interpersonale”, ha concluso Conte.
 

21 ottobre 2020
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