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Covid. Un “semaforo” UE per viaggiare: verde si viaggia senza restrizioni, arancione e rosso possibili limitazioni o stop


Il sistema prevede un codice a colori in base alla presenza del virus nelle varie regioni europee. Sarà compito dell’Ecdc aggiornare settimanalmente la mappa. A seconda del colore, da rosso a verde, vi saranno delle restrizioni.

13 OTT - Aggiornata oggi dall’Ue la proposta della Commissione del 4 settembre 2020 sulle misure che limitano la libera circolazione a causa della pandemia di coronavirus saranno più chiare e prevedibili.
 
Ogni settimana, gli Stati membri forniranno all'Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) tre tipi di dati: il numero dei nuovi positivi notificati per ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni (notification rate); il numero dei test per ogni 100mila abitanti effettuati nell'ultima settimana (testing rate); la percentuale dei test positivi sul totale dei test condotti nell'ultima settimana (test positivity rate). Su questa base, l'Ecdc pubblicherà una mappa, aggiornata su base settimanale, divisa per regioni, che dovrebbe fornire agli Stati una base comune per le decisioni.
Le aree saranno colorate in quattro tonalità.
 
Saranno verdi se il notification rate, o tasso di notifica, è più basso di 25 (cioè meno di 25 positivi per ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni) e il test positivity rate, o tasso di positività dei test, è inferiore al 4%.
 
Le regioni saranno invece arancioni se il tasso di notifica è più basso di 50 (cioè meno di 50 positivi per ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni), ma il tasso di positività dei test è più alto del 4% (cioè, più del 4% del totale dei test condotti in 7 giorni ha dato esito positivo), oppure se il tasso di notifica è compreso tra 25 e 150 (cioè tra 25 e 150 positivi per ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni) ma il tasso di positività dei test è inferiore al 4% (cioè meno del 4% dei test condotti in 7 giorni ha dato esito positivo).
 
Le regioni saranno rosse, invece, se il tasso di notifica è superiore o uguale a 50 (cioè più di 50 positivi per 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni) e il tasso di positività dei test è uguale o superiore al 4% (cioè il 4% o più del totale dei test condotti in sette giorni ha dato esito positivo), oppure se il tasso di notifica a 14 giorni supera i 150 (cioè se negli ultimi 14 giorni si sono registrati più di 150 positivi per ogni 100mila abitanti).
 
Per evitare di disincentivare i test, c'è anche la possibilità di avere regioni grigie, quando sono fornite informazioni «insufficienti» oppure se il testing rate è più basso di 300, cioè se negli ultimi 7 giorni sono stati effettuati meno di 300 test per ogni 100mila abitanti
 
Gli Stati membri non dovrebbero limitare i viaggi per le persone che arrivano o che si dirigono verso regioni verdi. Per le altre aree, arancioni e rosse, dovrebbero, quando valutano restrizioni, «rispettare le differenze» che esistono tra le due categorie ed agire in modo «proporzionato». Dovrebbero anche tenere conto della situazione epidemiologica nel loro territorio.

 
"Il nostro diritto di circolare liberamente nell'UE – si legge in una circolare - è stato duramente colpito dalla pandemia. I cittadini hanno inoltre dovuto far fronte a moltissime regole e procedure diverse, a informazioni poco chiare sulle zone ad alto e basso rischio e a una mancanza di chiarezza su come regolarsi al momento di viaggiare. Un mese fa la Commissione ha presentato una proposta su come affrontare queste sfide e sostenere i milioni di cittadini dell'UE che viaggiano ogni giorno all'interno del suo territorio. Oggi gli Stati membri hanno raggiunto un accordo sulla sua attuazione concreta. Accogliamo con favore questo accordo, che fa maggiore chiarezza nella situazione di confusione attuale. La coesione fra gli Stati membri invia un segnale forte ai cittadini ed è un chiaro esempio di come l'UE agisca dove e quando è assolutamente necessario. Abbiamo imparato la lezione: non sormonteremo la crisi chiudendo unilateralmente le frontiere, ma attraverso uno sforzo collettivo”.
 
“Il primo risultato importante – prosegue la nota - è una cartina comune, con codici cromatici comuni e basata su criteri comuni, elaborata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Ora invitiamo gli Stati membri a fornire i dati necessari perché la cartina possa essere aggiornata ogni settimana in base a informazioni precise sulla situazione epidemiologica nell'UE e nelle sue regioni. In secondo luogo, anche se gli Stati membri possono ancora decidere quali misure restrittive applicare, come la quarantena o i test, li invitiamo a garantire, secondo quanto concordato oggi, che i cittadini ricevano informazioni chiare e tempestive su ciò che devono fare e sulle restrizioni in vigore. Gli Stati membri hanno raggiunto un accordo anche sul riconoscimento reciproco dei test, e continueremo a collaborare con loro per migliorare il coordinamento delle prescrizioni in materia di test e di quarantena”.

13 ottobre 2020
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