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Audizione delle Regioni su pandemia e rapporti con Governo: “Rafforzare leale collaborazione”


“Con spirito di leale collaborazione abbiamo lavorato insieme al Governo e superato fattivamente le contraddizioni dovute ad un’emergenza sanitaria eccezionale” ha detto ancora Bonaccini che ha rimarcato come la pandemia abbia “messo a dura prova anche il sistema dei rapporti istituzionali, evidenziando immediatamente delle carenze normative in situazioni d’emergenza di questa portata”.

16 GIU - “Fondamentale è stato il contributo delle Regioni alla riapertura del Paese, ora vogliamo contribuire anche alla sua rinascita”. Lo dichiara Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, nel corso di un’Audizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali sulla tematica generale dei rapporti Stato-autonomie territoriali nell’ambito dell’emergenza COVID-19.
 
Sono intervenuti anche il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e l’assessore (Piemonte) Marco Gabusi, coordinatore vicario della Commissione I Affari istituzionali e generali della Conferenza delle Regioni.
 
“Con spirito di leale collaborazione abbiamo lavorato insieme al Governo e superato fattivamente le contraddizioni dovute ad un’emergenza sanitaria eccezionale” ha detto ancora Bonaccini che ha rimarcato come la pandemia abbia “messo a dura prova anche il sistema dei rapporti istituzionali, evidenziando immediatamente delle carenze normative in situazioni d’emergenza di questa portata”.
 
“Le Regioni – spiega Bonaccini - hanno comunque dato prova di concretezza istituzionale, funzionando bene in modo complementare e confederativo. La “chiamata in sussidiarietà” allo Stato di funzioni legislative non attribuitegli dall’art.117 della Costituzione, ha permesso di sopperire alle carenze normative e di affrontare insieme i problemi”.
 
“Le Regioni - prosegue - si sono così proposte come una sorta di laboratorio di soluzioni che lo Stato ha potuto fare proprie. Abbiamo così fornito regole nazionali condivise, poi applicabili e modulabili a livello regionale in modo coerente con le esigenze sanitarie, sociali ed economiche dei territori, come è giusto che sia. Ha funzionato la complementarità tra lo Stato e le Regioni, e cioè la leale collaborazione istituzionale. Ciò è particolarmente evidente in una produzione normativa composta da 10 decreti-legge, 9 DPCM e oltre 700 ordinanze regionali, rispetto ai quali non solo vi è stato un continuo ed incessante dialogo con le 20 Regioni e le 2 Province autonome per la loro istruzione ed adozione, ma anche una vera e propria condivisione di metodi e di obiettivi al fine di salvare e rilanciare il sistema Paese”.
 
“In questo senso - dice ancora Bonaccini - la forma prescelta dal Governo per coinvolgere le Regioni nei procedimenti legislativi e amministrativi tesi a individuare le misure di contenimento del contagio, ha attualizzato ed armonizzato i principi fondamentali di unitarietà e differenziazione”.
 
Il presidente delle Regioni ha inoltre sottolineato “che la proficua interlocuzione tra Stato e Regioni non è avvenuta tra lo Stato e ogni singola Regione, ma tra lo Stato e il sistema delle Regioni, che ha trovato nella Conferenza delle Regioni e delle Province autonome un eccellente sintesi e unità. Infatti, basti considerare che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, tra sedute e riunioni politiche, in questi primi mesi del 2020, ha eguagliato il numero delle riunioni che si sono svolte nel corso di tutto il 2019”.
 
E “proprio una strutturata cabina di regia orientata alla proficua collaborazione tra lo Stato e le Regioni, nella loro unità ha dato buoni frutti in tutti i settori”, ha detto ancora Bonaccini.
 
“Sono state anche applicate sul territorio politiche economiche e le autonome iniziative di sostegno economico a cittadini e imprese. In questo contesto, - aggiunge Bonaccini - le Regioni e le Province autonome hanno posto in essere un piano di risorse per circa 4,5 miliardi di euro, suddivisi tra 1,5 miliardi per il sostegno alle famiglie e 3 miliardi per il sostegno al sistema produttivo”.
 
“Il profilo della cooperazione interistituzionale ha riguardato non solo lo Stato e le Regioni, ma anche le Regioni e le autonomie locali. Infatti, parte delle risorse economiche sopra citate, nello specifico quelle destinate alle famiglie, sono state veicolate a chi ne aveva diritto attraverso il trasferimento di quote rilevanti ai Comuni (circa il 90%)”, prosegue il presidente della Conferenza, sottolineano che “le Linee Guida per la riapertura delle attività produttive, adottate dal Governo nei suoi provvedimenti, sono l’esempio di come è stato impostato il rapporto tra lo Stato e le Regioni: essere complementari e partecipativi”.
 
Una armonia che per Bonaccini è stata rimarcata dallo stesso premier Giuseppe Conte “che ha riconosciuto che il 95% delle ordinanze regionali sono stati conformi ai Dpcm del Governo”.
 
“Ora questi indirizzi federativi - spiega Bonaccini - andrebbero istituzionalizzati, anche alla luce dei risultati ottenuti. Sarebbe quindi auspicabile un rafforzamento delle sedi in cui si esplica il rapporto tra lo Stato e le Regioni. In altri termini è auspicabile procedere all’integrazione della Commissione bicamerale per le questioni regionali, in modo da permettere l’effettiva partecipazione delle Regioni e delle Province autonome e procedere alla costituzionalizzazione del sistema delle Conferenze, così da rendere ancora più efficaci ed incisive le sedi di sintesi tra gli interessi del centro e le istanze della periferia”.
 
“Va creato un perfetto equilibrio nel bilanciamento tra le competenze dello Stato e quelle delle Regioni, ovvero tra le esigenze del centro e le istanze dei territori, che può essere raggiunto quanto più il principio di leale collaborazione viene costantemente declinato nei rapporti tra tutti gli attori istituzionali. In tal senso la riuscita collaborazione tra Stato, Regioni ed enti locali è un patrimonio del Paese da non perdere. E’ indispensabile continuare a rafforzare i rapporti istituzionali, partendo da una nuova dignità costituzionale delle sedi di confronto tra lo Stato e le Autonomie. La costituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni è uno di questi passaggi”, aggiunge ancora Bonaccini.
 
“Continuiamo – conclude Bonaccini - nella direzione dell’efficienza e della semplificazione. L’accelerazione istituzionale delle regioni è riuscita a far riaprire servizi e attività, ora non perdiamo questa spinta, lavoriamo insieme al rilancio immediato della nostra economia. Dobbiamo condividere metodi e obiettivi sulla base di prospettive concrete, di serie riforme e precisa programmazione”.

16 giugno 2020
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