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Bonus latte artificiale. I neonatologi sono scettici: “Meglio promuovere l’allattamento al seno”


La Sin esprime dubbi sulla misura prevista in Manovra. “Prevedere un aiuto economico isolato non a sostegno dell’allattamento materno, ma solamente a favore di quello in formula, rischia di essere controproducente, supportando un’alimentazione i cui effetti benefici non possono essere paragonati a quelli del latte materno”.

16 DIC - La Società Italiana di Neonatologia (SIN), “pur apprezzando le misure a sostegno dell’allattamento al seno previste dall’emendamento alla manovra di bilancio, recentemente approvato dalla Commissione Bilancio del Senato (istituzione di una Giornata sull’Allattamento e allungamento dei permessi per le madri lavoratrici che allattano), esprime perplessità sul bonus di 400 euro per l’acquisto gratuito di sostituti del latte materno, a favore delle madri che non allattano al seno per condizioni patologiche, ivi compresi i casi di ipogalattia e agalattia materna.”

“Pur comprendendo le motivazioni – si legge in una nota - che hanno portato all’approvazione della misura, la SIN ritiene che il provvedimento potrebbe, se non correttamente interpretato e non affiancato da altri interventi a sostegno dell’allattamento naturale, penalizzare l’allattamento al seno. Prevedere un aiuto economico isolato non a sostegno dell’allattamento materno, ma solamente a favore di quello in formula, rischia di essere controproducente, supportando un’alimentazione i cui effetti benefici non possono essere paragonati a quelli del latte materno”.

“Un conto – precisa la Sin -  è infatti prevedere un sostegno economico per l’acquisto del latte artificiale per le madri ed i bambini in cui l’allattamento materno non è praticabile per cause mediche ben documentate (cosa peraltro già prevista dalle normative vigenti), un altro discorso è destinare risorse ai casi di abbandono dell’allattamento al seno per vera o presunta mancanza di latte materno (ipogalattia e agalattia materna). Sono davvero pochissime le controindicazioni all’allattamento materno, che spesso viene interrotto non perché legato a una specifica patologia, bensì per la presenza di difficoltà che potrebbero essere facilmente superate, aiutando ed informando le mamme durante questo delicato momento”.

I neonatologi esprimono “un giudizio favorevole relativamente alla proposta di raddoppiare, nei primi sei mesi di vita del bambino, i permessi per le donne che lavorano, prevedendo riposi di quattro ore anziché due e per l’identificazione di una giornata di sensibilizzazione sul tema, tutte iniziative utili a sostenere e diffondere la cultura dell’allattamento al seno. Accanto a questi provvedimenti sarebbe opportuno prevedere misure legislative ancora più incisive a supporto delle donne lavoratici, affinché non interrompano l’allattamento al seno e norme specifiche per la diffusione delle banche del latte umano donato.”

“Apprezziamo le buone intenzioni del Vice Ministro della Salute Sileri che ha introdotto interventi a sostegno di mamme e neonati, ma temiamo che il bonus latte artificiale, qualora non affiancato da concreti provvedimenti a sostegno dell’allattamento naturale, possa trasformarsi in un disincentivo a quest’ultimo, per quelle madri che alla prima difficoltà, spinte anche dal contributo economico, potrebbero optare più facilmente per il biberon”, sostiene il Presidente della SIN Fabio Mosca.

“A questa misura”, conclude Mosca “avremmo preferito, come già sostenuto in passato, un prolungamento del congedo di maternità fino a sei mesi, per garantire concretamente alle mamme lavoratrici di allattare i loro bambini per il periodo minimo consigliato e più in generale risorse finanziare a sostegno della genitorialità”.

16 dicembre 2019
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