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Sanità militare. Corte dei conti: “Serve più sinergia con il Ssn”


In una delibera la magistratura contabile evidenzia come “è necessario perseguire la riduzione delle convenzioni a titolo oneroso, l’ampliamento dei sistemi informativi, il potenziamento dell’attività di ricerca, la semplificazione dei procedimenti di programmazione finanziaria, l’implementazione del principio di “interforzizzazione” e una più intensa sinergia con il SSN”. LA DELIBERA

02 SET - “Il sistema della sanità militare, nel corso del 2018, si è avvalso complessivamente di circa 6300 unità, comprendenti medici, infermieri, aiutanti di sanità, tecnici, e relativo supporto logistico operativo, articolato su due aliquote: quella della sanità di sostegno, a carattere ospedaliero e pari a 2.460 unità, e quella di aderenza, operante a contatto con gli appartenenti alla Difesa, pari a 3.838 unità”. E’ quanto rileva la Sezione centrale di controllo sulle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti nella relazione su “Il Servizio sanitario militare”, approvata con deliberazione n. 16/2019/G, che intende verificare l’adempimento delle riduzioni di dotazioni organiche nel settore previste dalla legge n. 244/2012 contenente “Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale” e il contestuale mantenimento dell’efficienza operativa del settore, obiettivo raggiunto considerato il volume complessivo delle prestazioni erogate.
 
“L’attività di indagine – precisa la Corte - ha richiesto una diffusa rappresentazione del Servizio sanitario militare per evidenziare punti di contatto e di diversificazione con il Servizio sanitario nazionale e porre le premesse per applicare al primo, per quanto possibile - in ragione delle differenti norme di riferimento - e in via sperimentale, alcuni degli standard del secondo.
Se nel triennio 2012–2015 sono state effettuate le previste diminuzioni dei costi, con un considerevole calo degli addetti e degli oneri, nell’ultimo triennio non si evidenziano ulteriori significative riduzioni di personale. Per questo, la Corte esorta a perseguire i relativi processi attuativi con adeguate pianificazioni”.
 
Il costo complessivo della spesa sanitaria a carico della Difesa, per il 2018, è risultato di 367.818.354 euro, pari a circa lo 0,32% di quella sostenuta dal Servizio sanitario nazionale per lo stesso anno e, rispetto al 2017, in diminuzione di circa 1,2 milioni.
 
Con riferimento all’efficienza, secondo la Corte, “è necessario perseguire la riduzione delle convenzioni a titolo oneroso, l’ampliamento dei sistemi informativi, il potenziamento dell’attività di ricerca, la semplificazione dei procedimenti di programmazione finanziaria, l’implementazione del principio di “interforzizzazione” e una più intensa sinergia con il SSN”.
 
Nel corso dell’adunanza della Sezione “è emerso il proposito a cooperare, sia del Ministero della Difesa che di quello della Salute, agevolando, in particolare, le auspicate intese a livello regionale attraverso la stesura di una condivisa cornice regolamentare e dei contenuti di accordi, convenzioni e protocolli”.

02 settembre 2019
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