Liberalizzazioni. Si cerca intesa su emendamenti. Ma sulle farmacie Pd e Pdl sono agli antipodi
Ci dovrebbero lavorare i partiti che sostengono il Governo ai quali spetta l’impresa di concentrare i 2.400 emendamenti presentati in Commissione Industria del senato. Ma sulle farmacie Pd e Pdl la vedono molto diversamente.
11 FEB - Il presidente del Consiglio Mario Monti dagli Usa aveva auspicato che si potessero approvare solo “modifiche minime” al decreto sulle liberalizzazioni. E invece, al ritorno in Italia, si è trovato sul tavolo questi 2.400 proposte emendative, di cui moltissime presentate dai partiti che lo sostengono.
Da lunedì, questo l’impegno di Pdl, Pd e Terzo Polo, ci si dovrebbe pertanto concentrare per limare al massimo le modifiche e arrivare a un accordo su pochi emendamenti sui quali trovare l’intesa con il Governo.
Una via che appare però difficile per le farmacie dove le posizioni dei due maggiori partiti sono agli antipodi. Per il Pdl, la previsione di una farmacia ogni 3.000 abitanti prevista dal decreto è eccessivamente bassa e si chiede un innalzamento ad almeno 3.500 abitanti per farmacia, alzando anche l’asticella delle quote in eccesso portandola al 50% delle eccedenze dopo i 3.500, mentre il decreto prevede che la nuova farmacia scatti superati i 500 abitanti dopo il limite di 3.000. Il Pdl giudica errata anche la norma di incentivazione dei generici condividendo la contrarietà di medici di famiglia e Farmindustria.
Il Pd, al contrario, ha pronto un
pacchetto di emendamenti che in sostanza si allinea con quanto previsto dall’Antitrust con la liberalizzazione completa della fascia C, compresi i farmaci con obbligo di ricetta.
Va detto. Tuttavia, che mercoledì scorso due Commissioni del Senato, l’Affari Costituzionali e l’Igiene e Sanità, avevano espresso
due pareri in linea, per quanto riguarda le farmacie, con quanto chiesto oggi dal Pdl. Per ambedue le Commissioni, infatti, il quorum di 3.000 abitanti è giudicato troppo basso, con il rischio di compromettere la tenuta del sistema farmacia a seguito dell’apertura di un numero eccessivo di nuovi esercizi.
Da sottolineare, infine, che però lo stesso segretario del Pd Bersani, in una dichiarazione dei giorni scorsi alla trasmissione “Otto e mezzo” di Lilly Gruber, anticipando l’intenzione del Pd di presentare un pacchetto di emendamenti, aveva assicurato il sì del Pd in ogni caso: “Presenteremo una lenzuolata di emendamenti - aveva detto - perché l'opinione pubblica abbia chiaro cosa faremmo noi. Poi, attenzione, il decreto lo voteremo comunque anche se ci auguriamo che qualche nostra proposta sia accolta per rafforzare il provvedimento".
11 febbraio 2012
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