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Arriva lo sconto per il riscatto degli anni di laurea. Ecco a chi è destinato e a chi conviene 


La misura è contenuta nel Decretone su quota 100 e reddito di cittadinanza. La norma vale per gli under 45 e la cifra del riscatto sarà uguale per tutti: 5.241,30 euro di contributo per ogni anno di studio. Il maggior vantaggio è per i redditi più alti dato che finora si pagava in base al reddito. Per la sanità coinvolti tuti i professionisti dipendenti laureati del Ssn e altri enti sanitari pubblici e privati.

22 GEN - Riscatto degli anni di laurea? Per gli under 45 arriva lo sconto. Lo prevede la bozza di decreto sul reddito di cittadinanza e sulle modifiche ai regimi previdenziali (quota 100) approvata dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana

La norma riguarda tutti i dipendenti laureati (nel Ssn sono poco più di 490mila a cui si aggiungono quelli che lavorano nel privato che sono circa 35.000) purché abbiano iniziato a lavorare dopo il 1996 e per i quali la pensione segue del tutto il metodo contributivo.
 
Cifra del riscatto uguale per tutti. Più favoriti chi ha reddito alto.
La cifra del riscatto sarà uguale per tutti: 5.241,30 euro di contributo per ogni anno di studio con un tetto al riscatto “scontato” fissato a 5 anni con un versamento minimo. Un aspetto che fa sì che il maggior vantaggio sia per i redditi più alti (dato che finora si paga in base al reddito). E il riscatto può essere anche rateizzato.

La bozza di decreto prevede infatti che il versamento dell'onere può essere effettuato ai regimi previdenziali di appartenenza (Inps e gestioni separate) in unica soluzione oppure in massimo 60 rate mensili, ciascuna non inferiore a 30,00 euro, senza applicazione di interessi per la rateizzazione.

Ma attenzione, la rateizzazione non può essere concessa se i contributi da riscatto devono essere utilizzati per la immediata liquidazione della pensione diretta o indiretta o nel caso in cui siano determinanti per l'accoglimento di una domanda di autorizzazione ai versamenti volontari.  Se questo avviene durante la rateizzazione, la somma ancora dovuta sarà versata in unica soluzione.

Se il periodo di laurea è successivo a gennaio 1996, il calcolo per il riscatto è in base all’aliquota Irpef (per la maggioranza dei lavoratori dipendenti è del 33%) sulla retribuzione lorda del richiedente moltiplicata per gli anni di studio per i quali si chiede il riscatto.

L’importo era nel 2018 di 15.710 euro e quest’anno dovrebbe salire a 15.882,81 euro: il contributo del 33% sale quindi dai 5.184,30 euro del 2018 ai 5.241,32 euro richiesti quest’anno per il riscatto di ciascun anno di studio e quindi il conto varia tra i 15mila euro di una laurea breve ai 25mila di una magistrale.

Il vantaggio economico maggiore, come accennato, non è tanto per i giovani neolaureati che, di fatto, pagano già cifre analoghe, ma per chi guadagna di più e dovrebbe pagare quindi in base all’ultimo anno di stipendio.

Oggi per un lavoratore con il regime contributivo, il riscatto sarebbe costato 9.900 euro l’anno con un reddito di 30.000 euro, 14.850 euro con un reddito da 45 mila euro, 19.800 euro con un reddito di 60.000 euro. Quindi più alto è il guadagno, maggiore il vantaggio.

La legge prevede che i periodi coperti da contribuzione obbligatoria presso diverse gestioni pensionistiche (ad esempio, gestioni separate ex-Inpdap dell’Inps), per il conseguimento del diritto alla pensione, potranno essere riuniti mediante l'istituto della ricongiunzione/totalizzazione contributiva.

Per il restante personale sanitario la contribuzione va alla gestione ex Inpdap dell’Inps.

Il riscatto vale ‘solo’ per aumentare gli anni di contribuzione per i requisiti di pensionamento.
Il riscatto agevolato previsto dalla bozza di decreto, tuttavia, è valido solo per aumentare gli anni di contribuzione che servono per i requisiti di pensionamento previsti dalla bozza di decreto e non per far salire l’importo della pensione, come invece avviene quando si paga il riscatto ordinario perché la riduzione dei contributi originariamente basata sul reddito percepito è livellata dal contributo unificato per il riscatto.
Quindi l’agevolazione consente di accumulare più vantaggiosamente contributi per raggiungere prima il requisito per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi di versamenti (un anno in meno per le donne), indipendentemente dall’età.

Il limite dei 45 anni oltre il quale non si può accedere al riscatto agevolato è stato messo per restringere la platea ai lavoratori che ricadono in tutto o quasi nel sistema contributivo avviato il 1° gennaio 1996.

Aver ristretto agli under 45 la possibilità, esclude inoltre che il riscatto possa servire ad accedere alla pensione anticipata con «quota 100», visto che servono 62 anni d’età oltre a 38 anni di contributi.
 
Quali titoli è possibile riscattare
Comunque, la domanda di riscatto deve essere presentata online tramite il sito Inps. Non tutti i titoli sono riscattabili: è possibile infatti riscattare il diploma universitario, della durata di 2-3 anni, la laurea triennale, quadriennale, la laurea a ciclo unico, il diploma di specializzazione post-laurea, il dottorato, mentre non possono essere riscattati gli anni fuori corso.

22 gennaio 2019
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