Congresso ginecologi. Grillo: “La mia esperienza di madre e i miei obiettivi di ministro”
di Giulia Grillo
Io sono un medico eppure non avevo mai riflettuto abbastanza sull’importanza della fertilità, che non è infinita. Non ci pensavo che potesse essere difficile rimanere incinta, non avevo dato peso al fattore tempo. Banalmente per anni, come tante mie amiche e colleghe, ho messo davanti a tutto lo studio prima, il lavoro poi. Non mi sono preoccupata abbastanza del fatto che il mio desiderio di avere dei figli, una famiglia numerosa, potesse non realizzarsi
28 OTT - Per la prima volta da quando sono ministro della Salute mi trovo a scrivere di ginecologia ed è una sensazione strana, perché in questo momento non sono solo a capo di uno dei dicasteri più importanti per la vita di tutti i cittadini, ma sono anche una futura madre, e come se non bastasse, sono anche medico. Insomma mi sento parte in causa e il vostro congresso assume per me un’importanza particolare.
Sono ormai vicina al termine della mia gravidanza e mai come prima, in questo lungo periodo, che però è volato, mi sono trovata alle prese con i problemi di qualunque donna che scopre di aspettare un figlio. Ho scoperto di non sapere molte cose, nonostante anni e anni di studio in Medicina. Ho capito che ogni futura madre ha momenti difficili. Alti e bassi emotivi, dubbi, paure, ma anche entusiasmo e voglia di fare tutto e farlo al meglio, perché la gravidanza non è una malattia, guai a dimenticarlo.
Ho scoperto che ci sono esami e analisi da fare (tanti!), che una donna che come me ha superato i 40 anni ha bisogno di farne ancora di più. E non è semplice. Bisogna informarsi, bisogna essere guidati da un medico ginecologo competente, ma non è solo di professionalità che una futura madre ha bisogno. Le donne hanno bisogno di un riferimento umano. Di un professionista in grado di fornire risposte quando una futura mamma ha mille dubbi, spesso immotivati, che la fanno restare sveglia di notte.
Io sono un medico eppure non avevo mai riflettuto abbastanza sull’importanza della fertilità, che non è infinita. Non ci pensavo che potesse essere difficile rimanere incinta, non avevo dato peso al fattore tempo. Banalmente per anni, come tante mie amiche e colleghe, ho messo davanti a tutto lo studio prima, il lavoro poi. Non mi sono preoccupata abbastanza del fatto che il mio desiderio di avere dei figli, una famiglia numerosa, potesse non realizzarsi.
Con il mio storico compagno Gianluca abbiamo provato per un po’ ad avere figli, ma senza farcene mai un cruccio particolare. Ero quasi rassegnata a non diventare madre. La vita aveva invece un progetto diverso per me. Sono stata fortunata, nonostante i 43 anni sono rimasta incinta e la mia gravidanza è stata serena e ai primi di novembre, Andrea nascerà. Ho un po’ paura, certo, non potrebbe essere diverso. E fin qui ho parlato da madre. Come ministro, ho il dovere di fare qualche valutazione ulteriore.
In questi mesi ho vissuto in prima persona tutto ciò che affronta qualsiasi donna che vive in Italia. L’iter per le prenotazioni, il tempo delle attese per trovare le risposte, i costi non sempre a portata di tutte.
Ho dovuto cercare un ginecologo che mi accompagnasse in questi mesi. Ho scelto una donna, una collega del Policlinico Gemelli, dove partorirò. Ogni donna ha diritto a sentirsi sicura, sostenuta durante la gravidanza. Ha diritto ad essere ascoltata e consigliata. La futura madre ha bisogno di sapere che il Servizio sanitario è dalla sua parte. E questo deve succedere in ogni angolo del nostro Paese. Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi della sanità italiana, innanzitutto io, ma ho ben chiaro che bisogna mantenere quanto di buono c’è e correggere quello che non funziona.
L’ostetricia-ginecologia italiana è certamente una delle migliori in Europa e nel mondo. Abbiamo un servizio sanitario che molti ci invidiano e che consente un accesso alle cure a tutti ed è mio impegno lavorare affinché questo patrimonio che si è creato nei decenni non venga perduto né ridimensionato: questo è il primo e fondamentale messaggio che voglio dare a voi professionisti. La salute dei cittadini è un bene imprescindibile. E investire nella salute è fondamentale.
Ci sono ancora battaglie da portare avanti in favore delle donne, e ci sono questioni che riguardano invece il mondo dei medici. Un ministro deve avere ben chiaro che tutto si lega: medici insoddisfatti non possono dare il massimo. Però mi occorre anche precisare anche che come medico so bene che ognuno di noi deve innanzitutto operare per il paziente, mettendo la cura dell’altro davanti a tutte le questioni contrattuali o personali. Per questo vi ringrazio, perché il vostro settore è tra quello che più fatica quotidianamente nelle corsie e negli ambulatori e che altrettanto è bersagliato dai cittadini quando malauguratamente qualcosa non funziona.
Va ristabilita una nuova alleanza tra gli operatori sanitari e la popolazione, valorizzando il ruolo dell’informazione ai cittadini e delle competenze dei professionisti nel reciproco rispetto.
Salute e benessere della donna dalla pubertà alla menopausa a tutto campo: l’informazione sulla fisiologia, la contraccezione, la fertilità. Ogni medico sa che la salute non è semplicemente assenza di malattia, ma riguarda il benessere della sfera psico-sessuale e affettiva. Per questo va ripensato il sistema dei consultori familiari che devono essere valorizzati perché possono e devono svolgere un ruolo essenziale se presenti in modo capillare sul territorio e se dotati di risorse adeguate.
La contraccezione deve tornare a essere gratuita, per lo meno per le fasce fragili o a maggiore rischio sociale: la prevenzione in questo ambito non è mai un costo, ma un investimento. Sul corpo delle donne non si devono più fare battaglie ideologiche. Sulla legge 194 troppo è stato detto, ma continua a mancare la garanzia del diritto per ogni donna in ogni parte d’Italia. Le leggi dello Stato si applicano in tutte le loro parti e il ministro deve adoperarsi perché ciò avvenga.
Abbiamo poi la questione dei nuovi Lea su cui il precedente governo non ha previsto le coperture necessarie. Il mio ministero sta monitorando l’erogazione di queste prestazioni con strumenti di Health tecnology assessment finalmente a regime. Avremo presto dati più affidabili.
L’ambito ostetrico-ginecologico è particolarmente importante perché la salute femminile resta la cartina di tornasole di un Paese. Investire nel settore materno-infantile significa migliorare le condizioni di salute delle generazioni future.
Sono consapevole che, quando ci si addentra in riflessioni come queste, il rischio di farsi prendere la mano enunciando ‘principi’ teorici, dunque astratti. Ma voglio comunque correre questo rischio perché penso che senza principi, senza ideali diventiamo dei burocrati della medicina. Tristi passacarte, senza bussole verso il cambiamento.
Per fare tutto ci vuole tempo, ma bisogna iniziare con il piede giusto e io sto cercando di fare il massimo, con la consapevolezza che il sistema sanitario e fatto di 22 mondi separati, le Regioni e Province autonome, ognuno con le sue caratteristiche.
Per anni i finanziamenti alla sanità sono stati in calo costante, nonostante le dichiarazioni del mondo politico. Ho il massimo rispetto per l’impegno che ogni giorno, ogni notte, il personale sanitario in questi anni ha portato avanti in condizioni a volte estremamente difficili, per questo vi dico che le porte del ministero sono aperte per ascoltare e per trovare soluzioni condivise.
Per formare un medico specialista servono in media 15 anni, e dopo tutto questo, troppi giovani decidono di spostarsi all’estero perché in Italia il sistema non riesce ad accogliere tutti i professionisti che pure sarebbero necessari. Stiamo mettendo mano al percorso formativo post laurea e presto lanceremo un provvedimento che metterà fine a situazioni intollerabili.
Faremo emergere e regolarizzare i medici “fantasmi”, quelli che già lavorano nel nostro Ssn, ma con contratti atipici di ogni tipo, in totale assenza di controllo e di prospettive di futuro. C’è carenza di ginecologi come di altri specialisti, su questo stiamo cercando di porre rimedio, altrimenti la sanità pubblica è destinata in pochi anni a collassare.
Il nostro Ssn ha compiuto 40 anni, l’età della maturità. Ha qualche acciacco, ma come ho sempre detto, resta un riferimento internazionale, un modello da valorizzare e da rilanciare correggendo quelle storture che nel tempo hanno portato disservizi e difficoltà. La storia si fa ogni giorno, e i cambiamenti si portano avanti fino in fondo con l’aiuto di chi lavora nelle corsie ed è sempre al fianco dei pazienti, nonostante tutto.
Tra poco sarò diventata mamma e ci sarà un ginecologo al mio fianco, che dovrò ringraziare.
Giulia Grillo
Ministro della Salute
Articolo pubblicato sul mensile Gyneco-Agoi in occasione del Congresso nazionale dei ginecologi italiani che si apre oggi a Roma.
28 ottobre 2018
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