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Quota 100. Allarme Nursing Up: “Migliaia di infermieri in pensione. Ora subito un piano assunzioni per non mettere a rischio il Ssn”


Così il presidente del Nursing Up commenta le dichiarazioni del viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia, rilasciate durante la puntata di Cartabianca di ieri su Rai 3. "Ricordiamo che la categoria aspetta da 10 anni lo sblocco del turnover e il riconoscimento giuridico delle figure specializzate, nonché la possibilità di fare carriera, solo per citare alcune delle richieste che sollecitiamo da tempo senza risposta alcuna".

17 OTT - “Se è vero che con l’introduzione di quota 100 migliaia di infermieri andranno in pensione anticipata e che i reparti degli ospedali rimarranno ancora più sforniti di quanto già non lo siano ora, chiediamo al Governo un piano assunzioni da attuare immediatamente, prima che si avvii il pensionamento dei professionisti sanitari che stavamo aspettando, affinché non si metta a rischio la tenuta del Ssn”. Così il presidente del Nursing Up commenta le dichiarazioni del viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia, rilasciate durante la puntata di Cartabianca di ieri su Rai 3.
 
Il numero due del Mef ha detto, incalzato dalle domande di Bianca Berlinguer: “L'infermiere a 61-62 anni ovviamente è un mestiere gravoso e quindi è necessario che ci sia un ricambio, ma lì è stata fatta una scelta politica: non investire in sanità. Risultato: sofferenza. Adesso che facciamo? Siccome non si è investito più per 10 anni, allora li teniamo fino a 100 anni? No. E allora per gli infermieri c'è assolutamente bisogno di un ricambio”.
 
Il sindacato di categoria Nursing Up accoglie con favore il varo di quota 100, "una norma standardizzata che permetterà finalmente anche agli infermieri che lo richiederanno di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi, e alle colleghe a 58 anni, usufruendo dell’opzione donna. Ma allo stesso tempo rileviamo l’assenza di una norma che riconosca appieno i benefici riservati alle attività usuranti e che consenta ai professionisti della salute di andare prima in pensione, perché fare l’infermiere non è come fare l’impiegato. E quindi, ancora una volta, non si tiene in considerazione la specificità della professione e il suo elevato grado di usura".
 
"È nostro dovere inoltre sottolineare una serie di interrogativi:
 
1. Quando migliaia di professionisti sanitari andranno in pensione nel 2019, loro sacrosanto diritto, quali sono le certezze di assunzione di un numero che sia almeno pari a quello degli infermieri in uscita, in grado perciò di garantire un ricambio generazionale della forza lavoro in corsia?
 
2. Quali sono i rischi per tutto il Ssn se vengono meno, entro il breve periodo, esperienza e competenza maturate in anni sul campo e non si è ancora cominciato a crescere e coltivare le nuove professionalità, affinché avvenga il passaggio delle consegne in modo valevole?
 
3. Che prospettive hanno gli infermieri di vedere riconosciuto il numero di colleghi congruo che possa garantire efficienza ed efficacia al Ssn, già gravato da carenza di organico e che si regge sulle spalle di una categoria stremata da turni massacranti in cambio di stipendi da fame?".
 
"Ricordiamo che la categoria aspetta da 10 anni lo sblocco del turnover e il riconoscimento giuridico delle figure specializzate, nonché la possibilità di fare carriera, solo per citare alcune delle richieste che sollecitiamo da tempo senza risposta alcuna. In riferimento alla riforma pensionistica approvata in manovra finanziaria, il sindacato degli infermieri Nursing Up non può che chiedersi, di fronte alla realtà di un Ssn in ginocchio, dove finisce la propaganda e dove inizia la programmazione ragionata di una politica che pensa a garantire per tutti i cittadini i livelli essenziali di assistenza e quindi la salvaguardia del diritto alla salute sancito dalla Costituzione", conclude il Nursing Up.

17 ottobre 2018
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