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Ddl Antiviolenza. “Attenzione anche a operatori rete socio sanitaria e ruolo centrale per l’Osservatorio nazionale sicurezza”. Ecco le richieste delle Regioni


In tutto 5 le integrazioni richieste da Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia tutte all'articolo 1 del provvedimento. Si propone di non circoscrivere il monitoraggio degli episodi di violenza ai soli operatori sanitari ma di estenderlo anche a figure quali autisti di ambulanza, Oss, assistenti sociali e così via. Chiesta, inoltre, una maggiore integrazione tra l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie con l'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità. IL TESTO

05 SET - Pronte le proposte di modifica delle Regioni al Disegno di legge proposto dal Governo per la sicurezza degli operatori sanitari. In particolare, 5 le integrazioni richieste, rispettivamente, da Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, sull'articolo 1 del provvedimento. 
 
Innanzitutto si chiede di cambiare il titolo dell'articolo da "Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie" in "Osservatorio nazionale per la prevenzione della violenza verso gli operatori della sanità". La motivazione viene così spiegata dall'Emilia Romagna: "Il tema risulta essere quello particolare della violenza e non sembra opportuno estenderlo ad una più ampia materia regolata da altra specifica normativa".
 
Il Friuli Venezia Giulia propone poi di aggiungere, al comma 1 punto a), che il monitoraggio degli episodi di violenza non venga circoscritto ai soli esercenti le professioni sanitarie, ma venga esteso anche a tutti coloro che, nell'ambito della rete socio-sanitaria, sono esposti alle aggressioni, compreso il personale tecnico deputato alle attività sanitarie - autisti ambulanza, Oss, assistenti sociali ecc. - personale amministrativo addetto alle segreterie e agli sportelli Cup, personale addetto alla vigilanza veterinaria e così via. 
 
Sempre l'Emilia Romagna chiede di eliminare il punto c) del comma 1 che fa riferimento a tutti i rischi presenti nell'ambiente di lavoro, dal momento che il tema specifico trattato dal Ddl è quello della violenza.
 
Ancora l'Emilia Romagna, stavolta in riferimento ai dati sulle aggressioni, chiede il supporto non solo genericamente dell'Agenas, ma più in particolare dell'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità istituito presso l'Agenas dalla legge Gelli. 
 
Consequenziale a quest'ultima è l'ultima richiesta sempre dell'Emilia Romagna di far rapportare, per le tematiche di comune interesse, l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie con l'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità.
 
Giovanni Rodriquez

05 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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