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Intitolata a Mochi Onori la sala della Conferenza delle Regioni. Presidenti e Governo lo ricordano


Un uomo dall’alto senso dello Stato, rigoroso e discreto. In grado di rassicurare sempre il raccordo tra Stato e Regioni. Questo il ritratto del segretario generale recentemente scomparso, alla guida della Conferenza per oltre 20 anni, al quale è stata dedicata oggi nel corso di una cerimonia la Sala che ospita gli incontri dei Presidenti delle Regioni

11 GEN - Discreto, autorevole, rigoroso e rispettoso delle istituzioni. Ironico e di grande cultura.
Questo il ritratto di Marcello Mochi Onori, Segretario generale della Conferenza delle Regioni per oltre 20 anni e scomparso agli inizi di ottobre dello scorso anno, delineato oggi dai Presidenti delle Regioni e dai rappresentanti di Governo, nel corso di una cerimonia di intitolazione della “Sala della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome” alla sua memoria.
 
“Questa sala che oggi intitoliamo a Marcello Mochi Onori, è stata testimone di tante battaglie, anche di qualche sconfitta e di tante battaglie istituzionali. Ricordo quelle sul riparto del Fondo sanitario nazionale in cui andavamo avanti per giornate intere, spesso in maniera difficile fino al raggiungimento dell’obiettivo, coordinate con saggezza ed esperienza da Mochi Onori. I suoi consigli, i suggerimenti e le proposte resteranno in questa sala e nelle molte battaglie che ha condotto per noi con i rappresentati del Governo” ha affermato, Marina Principe, neo segretario generale della Conferenza dei Presidenti.
 
Ha tracciato un breve ricordo di Mochi Onori, il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino che ha guidato la Conferenza delle Regioni dal 31 luglio 2014 al 17 dicembre 2015. “Mochi Onori era una persona dai tratti gentili e aristocratici. Una persona elegante non solo nello stile, ma nel modo di affrontare i problemi – ha detto – dotato di un apparente distacco rispetto a quanto avveniva nella quotidianità, ma che in realtà doveva essere letto come la capacità di assumere un’ottica diversa, un punto di vista autonomo e indipendente sulle problematiche che lui stesso aveva messo in agenda. Quindi una risorsa preziosa. Aveva un acume critico che sapeva mettere nella quotidianità del lavoro professionale e nel giudizio delle cose politiche”.
 
“Ho imparato da lui un senso delle istituzioni che metteva davanti a tutto. Poi arrivava tutto il resto. Una cultura che in questo periodo ormai manca” ha aggiunto Enzo Ghigo, Senatore nella XVI legislatura, presidente della Regione Piemonte e Presidente della Conferenza delle Regioni dal 2000 al 2005.
 
“Discrezione e autorevolezza”, così lo ha ricordato Gianclaudio Bressa, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e presidente della Conferenza Stato Regioni. “Con garbo e fermezza ha reso semplice il rapporto tra Stato e Regioni, che semplice non è – ha sottolineato – Mochi Onori era un uomo dall’alto senso delle Stato, un tratto distintivo di leale collaborazione che la Conferenza delle Regioni ha mantenuto anche oggi”.
 
“Rigoroso e ironico” per Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni. “Quello che compiamo oggi è un gesto doveroso – ha affermato il presidente dell’Emilia Romagna, concludendo la cerimonia – di Mochi Onori, mi ha colpito innanzitutto la sua sobrietà, ed è emblematica la nostra sede. Un uomo dotato di grande rigore nel lavorare, ma anche di molto ironia e di grande cultura. Di profonda competenza. Con tante passioni, come quella per il calcio. Nulla era considerato banale. Una persona che ha servito le istituzioni mettendo se stesso al servizio del Paese e contribuendo in maniera incisiva a far diventare la Conferenza dei Presidenti, un luogo importante e rispettato”.

11 gennaio 2018
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