Mobilità personale CRI: arrivano le risorse. Ma per le Regioni le procedure si fermano qui e i fondi (circa 21 milioni) devono rimanere nei bilanci a regime
Il meccanismo di riparto per le Regioni ha due criticità: considerare chiuse le procedure di mobilità; assicurarsi che le risorse poco più di 21 milioni) non siano solo per il 2017, ma a regime e soo queste le condizioni per il loro via libera in Conferenza Stato Regioni. IL DOCUEMNTO.
03 AGO - Anche nelle Regioni in piano di rientro, secondo la legge 208/2015 si deve assumere con procedure di mobilità, anche in sovrannumero e a esaurimento, il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato della CRI e quindi dell'Ente con funzioni di autista soccorritore e autisti soccorritori senior, limitatamente a coloro che abbiano prestato servizio in attività convenzionate con gli enti per un periodo non inferiore a cinque anni.
La presa d'atto è stata formalizzata in Stato-Regioni, dove è già prevista la presa d'atto dei governi locali, sia pure con alcune precisazioni
Agli Enti e alle aziende del Servizio Sanitario Nazionale è inoltre vietata l’assunzione del personale corrispondente fino al totale assorbimento del personale della CRI o dell’Ente.
Queste assunzioni non devono apportare nuovi o maggiori oneri alla finanza pubblica in quanto finanziate con il trasferimento delle relative risorse necessarie al trattamento economico del personale assunto, che derivano dalla quota di finanziamento del Ssn erogata annualmente alla CRI.
Il meccanismo per le Regioni ha due criticità: considerare chiuse le procedure di mobilità; assicurarsi che le risorse poco più di 21 milioni) non siano solo per il 2017, ma a regime.
La Commissione salute delle Regioni, ha quindi proposto la presa d’atto dell’informativa, con la richiesta però di mettere nero su bianco che le procedure di mobilità siano concluse e che le risorse saranno mantenute a regime in integrazione al Fsn.
03 agosto 2017
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