Ddl concorrenza. Assofarm: “I veri temi da affrontare sono quelli del valore aggiunto del farmacista e della sua remunerazione”
"Non siamo contrari aprioristicamente all’entrata del capitale nel mondo delle farmacie. Dal momento che il voto di fiducia cristallizzerà i contenuti della legge su parametri e logiche che non condividiamo, non possiamo fare altro che proiettarci sulle nuove sfide che attendono il settore, prima fra tutte la Remunerazione". Così il presidente Venenzio Gizzi ha commentato l'approvazione del provvedimento da parte del Senato.
05 MAG - "Assofarm non intende scendere nel dibattito, a tratti nervoso, creatosi attorno alla notizie del voto di fiducia posto dal Governo sulla prossima votazione del Ddl Concorrenza in Senato. La nostra posizione è chiara da tempo: non siamo contrari aprioristicamente all’entrata del capitale nel mondo delle farmacie, anche perché all’interno di Assofarm abbiamo già conosciuto esperienze legate ad aziende multinazionali. Riteniamo che l’attenzione del legislatore debba essere orientata ad evitare la formazione di oligopoli privilegiando, al contrario, la qualità dei servizi erogati dalle farmacie". Questo il commento del presidente di Assofarm
Venanzio Gizzi a proposito dell'approvazione del ddl Concorrenza e delle reazioni che ha scatenato.
"A tal proposito avevamo proposto di trasformare il tetto massimo di proprietà di farmacie da parte delle società di capitali dal 20% su base regionale in un 10% su base comunale. Ora, dal momento che il voto di fiducia cristallizzerà i contenuti della legge su parametri e logiche che non condividiamo, non possiamo fare altro che proiettarci sulle nuove sfide che attendono il settore, prima fra tutte la Remunerazione. Da anni Assofarm sostiene che le farmacie italiane non recupereranno redditività economica e non rafforzeranno il loro ruolo nel Ssn attraverso approcci incentrati sul prezzo del farmaco-prodotto o sulla difesa dell’esistente. Buona parte di nostri partner europei sta provando con successo altre soluzioni", prosegue Gizzi.
"In Gran Bretagna, Olanda, Svizzera si stanno sperimentando con successo protocolli di Medication Review in cui il farmacista personalizza la terapia farmacologica del paziente attraverso specifici blister che scandiscono tipologie e volumi di farmaci che il paziente deve assumere giorno per giorno. Una tecnica semplice ma straordinaria, che rende massima l’aderenza alla terapia, azzera gli sprechi ed è ben remunerata dai servizi sanitari nazionali.
In Belgio invece è in dirittura di arrivo una riforma che remunererà il farmacista in base al numero di pazienti cronici che avranno liberamente scelto di essere assistiti dal professionista, il quale prenderà in carico la loro terapia farmacologica e la gestirà in partnership col medico curante. Di fronte a queste notizie – conclude Gizzi – si ha la sensazione che il nostro paese stia andando fuori tema. Il tema, per noi, è uno solo: qual è il valore aggiunto sanitario che il farmacista può apportare a vantaggio della salute dei cittadini, e qual è la logica di remunerazione più equa sia per lo Stato che per i farmacisti”.
05 maggio 2017
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