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“Diploma massofisioterapista non consente accesso a corso laurea in fisioterapia”. La lettera del Miur


Il Direttore generale del Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del Miur lo specifica in una lettera al rettore dell'Università di Foggia: "Non pare condivisibile che i diplomi regionali di massofisioterapista diano titolo al proseguimento degli studi fino al conseguimento della laurea". Inoltre, viene sottolineato come "un bando di tal fatta incida anche sull’accesso programmato alle professioni sanitarie stabilito annualmente in conformità alla legge". LA LETTERA.

25 MAR - Il bando indetto dall'Università di Foggia nel quale si apre alle iscrizioni al corso di laurea in fisioterapia per i possessori di diploma triennale di massofisioterapista, è invalido. A scriverlo in una lettera indirizzata al magnifico rettore dell'Ateneo è il Direttore generale del Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del Ministero dell'Istruzione, Maria Letizia Melina. Questa la motivazione: "Il provvedimento è invalido in quanto diretto ad ammettere un numero illimitato di soggetti in possesso di titolo ritenuto equipollente, senza che ne ricorrano i presupposti di legge".
 
"Non pare, infatti, condivisibile, alla luce dell’orientamento profilatosi nel corso del 2016 da parte degli organi giurisdizionali amministrativi - si spiega nella lettera - che i diplomi regionali di massofisioterapista diano titolo al proseguimento degli studi fino al conseguimento del diploma di laurea in via automatica, prescindendo dalla verifica della validità del titolo triennale".
 
Per il Miur, il rischio che si profila con il bando emesso dall'Università di Foggia, è che in questo modo si potrebbe ingenerare" una diffusa aspettativa anche in coloro che hanno ritenuto di non presentare alcuna richiesta in altre Università in tal senso, concretizzando un contenzioso su larga scala".
 
"Non si può, infine, sottacere come un bando di tal fatta incida anche sull’accesso programmato alle professioni sanitarie stabilito annualmente in conformità alla legge, con ciò creandosi una deroga in via amministrativa del tutto inammissibile. Appare, quindi, indispensabile provvedere il più presto al ritiro del provvedimento adottato, per evitare ulteriori effetti negativi derivanti dal consolidamento delle posizioni create", conclude la lettera.

25 marzo 2017
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