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Testamento biologico. Il 17 febbraio confronto a Como con Giuseppe Remuzzi


L'Associazione dell’Hospice San Martino di Como ha organizzato quest'incontro aperto al pubblico per far conoscere l’idea del testamento biologico, dei suoi possibili contenuti e delle sue motivazioni soggettive. Oltre a Giuseppe Remuzzi, direttore dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale di Bergamo, sarà presente anche Silvia Salardi, ricercatrice di Filosofia del diritto e docente di Bioetica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

06 FEB - Poter scegliere di morire senza soffrire e con dignità. Un tema eticamente sensibile e sempre più d’attualità quello che riguarda le decisioni sul fine vita, tanto che il dibattito è al centro dell’attenzione anche in Italia, dove è in discussione al Parlamento il provvedimento sul testamento biologico.
 
Per questo – per far conoscere l’idea del testamento biologico, dei suoi possibili contenuti, delle sue motivazioni soggettive – l’Associazione Accanto Onlus–Amici dell’Hospice San Martino di Como organizza, con il patrocinio del Comune di Como, l’incontro aperto al pubblico “La scelta finale – Riflessioni attorno al testamento biologico", che si terrà venerdì 17 febbraio alle 21 presso la Biblioteca Comunale di Como.
 
Interverranno Giuseppe Remuzzi, direttore dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale di Bergamo e coordinatore all’Istituto Mario Negri di Bergamo e Silvia Salardi, ricercatrice di Filosofia del diritto e docente di Bioetica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Moderatore sarà Giangiacomo Schiavi, giornalista, scrittore ed editorialista del Corriere della Sera, molto impegnato sui temi sociali e particolarmente sensibile all’argomento del testamento biologico.

Introdurrà l’incontro Gisella Introzzi, presidente di Accanto onlus. Associazione che, da oltre 10 anni, si occupa di contribuire alla diffusione della cultura e della pratica delle Cure Palliative, il cui scopo è quello di offrire le migliori condizioni possibili in ogni momento della vita, fino alla fine.
 
“Controllare il dolore, fornire sostegno materiale, psicologico, spirituale e relazionale in risposta ai bisogni di ciascuno, sono componenti che concorrono a salvaguardare in ogni condizione la dignità della vita. Ogni persona ha il diritto di non essere lasciata sola nel dolore e di poter decidere come arrivare alla scelta ultima che la riguarda. Ed è proprio l’impegno per la difesa della dignità della vita fino al suo limite naturale che ci ha spinto a organizzare un incontro sul tema del testamento biologico”, commenta Gisella Introzzi, presidente dell’Associazione Accanto Onlus – Amici dell’Hospice San Martino di Como.
 
Sottoscrivere un testamento biologico significa decidere, in un momento in cui si è ancora capaci di intendere e volere, quali trattamenti sanitari si intenderanno accettare o rifiutare nel momento in cui subentrerà un’incapacità mentale.
 
“Si vorrebbe morire con dignità e poter scegliere, almeno un po’, come morire; idealmente a casa, nel nostro letto e poter almeno salutare i nostri cari dopo una vita insieme. Non è così quasi mai. Nelle settimane o nei mesi che precedono la morte ti privano di tutto, inclusi relazioni e affetti che hai passato una vita a costruire e senza che nessuno ti chieda nemmeno un parere. Dall’oggi al domani non decidi più niente, sei vulnerabile, afflitto da una serie di disagi cui non avresti mai pensato di dover far fronte quando stavi bene”, spiega Giuseppe Remuzzi.
Il titolo del suo intervento sarà "Come vorremmo morire (e come invece ci costringono a morire)".
 
Elaborare regole in questa materia richiede il non facile compito di riuscire a bilanciare i vari diritti, doveri e responsabilità che riguardano i soggetti coinvolti.
 
“Affinché i cittadini possano comprendere gli aspetti cruciali della discussione in questa delicata materia vanno chiariti alcuni presupposti, utili a sgombrare il campo da grossolani fraintendimenti che tuttora generano confusione e sono utilizzati ideologicamente a livello politico. Il chiarimento passa attraverso l’esplicitazione di tre presupposti chiave in materia di volontà anticipate sulle cure, ovvero il ruolo del principio di autonomia, la pianificazione anticipata delle cure e il ruolo del diritto nelle materie bioeticamente rilevanti”, conclude Silvia Salardi.
Il titolo del suo intervento sarà “Volontà anticipate sulle cure: i presupposti per un adeguato intervento legislativo”.
 
Giangiacomo Schiavi, con la sua grande sensibilità verso il sociale, condurrà l’incontro portando anche il suo bagaglio di esperienze vissute e ascoltate durante la sua lunga carriera di giornalista tra la gente.

 

06 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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