Testamento biologico. È scontro sui tempi dell’esame. E si registra l’inedita alleanza Pd-Cinque Stelle
di Giovanni Rodriquez
Prosegue in XII commissione alla Camera il dibattito sul disegno di legge dopo il 'taglio' degli emendamenti, passati da 3200 a 265 dopo l'esame da parte dell'Ufficio di presidenza. Ieri a tener banco è stato anche un vero e proprio scontro ideologico sui temi del fine vita che ha visto contrapporsi, da un lato Pd e M5S, e dall'altro Fi, Ln, CoR e Udc. Ecco cosa prevede la legge in discussione
20 GEN - Prosegue in commissione Affari sociali alla Camera il dibattito sul disegno di legge in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari. Dopo il 'taglio' degli emendamenti, passati da 3200 a 265 dopo l'esame da parte dell'Ufficio di presidenza, ieri si è registrato un duro confronto sui tempi concessi per l'esame del provvedimento, che ha visto contrapporsi, da un lato Pd e M5S a sostegno della scadenza che prevede l'approdo del ddl in Aula il prossimo 30 gennaio, e dall'altro Fi, Ln, CoR e Udc contestare questa 'accelerazione' dei lavori.
Oltre ai tempi dell'iter parlamentare, a tener banco è stato un vero e proprio scontro ideologico sui temi del fine vita che riportiamo qui di seguito.
A respingere le accuse sulla ristrettezza dei tempi a disposizione per la discussione del provvedimento è stato per primo
Matteo Mantero (M5S), che, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come "il dibattito sui temi del cosiddetto fine vita è ormai in corso già dalla scorsa legislatura e che semmai occorre procedere quanto prima a colmare un vuoto legislativo che alcuni casi eclatanti come quello di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro hanno portato anche all'attenzione dell'opinione pubblica".
Il deputato pentastellato ha poi ricordato come la Commissione abbia proceduto ad ulteriori approfondimenti, "in particolare allo svolgimento, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge in materia di disposizioni anticipate di trattamento, di un ampio ciclo di audizioni di esperti e di associazioni di categoria, che hanno contribuito positivamente a fugare taluni dubbi su argomenti importanti. Ad esempio, è chiaramente emerso come nutrizione e idratazione artificiali debbano considerarsi a tutti gli effetti dei trattamenti medici, in ordine ai quali il paziente, sulla base del principio di inviolabilità del corpo, dovrebbe avere libertà di scelta".
Facendo poi riferimento a talune critiche rivolte al testo unificato in esame, Mantero ha evidenziato come lo stesso sia stato votato "praticamente all'unanimità" in sede di Comitato ristretto. "È necessario - ha concluso - creare un contesto normativo grazie al quale chiunque – in materia di terapie mediche – possa essere messo nelle migliori condizioni per decidere cosa sia meglio per sé".
È stato poi il turno di
Alessandro Pagano (Ln), che, assumendo una posizione fortemente critica rispetto al provvedimento in esame lo ha giudicato come "un vero e proprio attacco all'uomo in quanto tale". Per il deputato leghista l'attuale accelerazione improvvisa data al provvedimento in esame "fa emergere una palese discrasia tra il Parlamento ed il Paese reale, nel quale si registrano posizioni decisamente differenti su tali materie". Ricorda inoltre che è in discussione infatti l'idea di vita, e che "questa non può essere trattata come un qualsiasi argomento politico, al quale applicare le logiche di maggioranza".
Pagano ha reputato inoltre "inaccettabile" la tesi che viene portata avanti nel dibattito, sulla base della quale non sarebbe possibile decidere sulla vita degli altri e che i cittadini devono essere lasciati liberi di decidere su determinati aspetti, ricordando al riguardo le "pessime esperienze che si sono registrate in alcuni paesi del nord Europa, dove si è registrata una sorta di escalation dei valori eutanasici che ha portato addirittura alla realizzazione di veri e propri kit attraverso i quali i malati possono darsi la morte".
Per l'esponente della Lega Nord tali atteggiamenti non sono casuali, ma fanno parte di un "un progetto globale, quasi una sorta di complotto", finalizzato a "destrutturare antropologicamente l'umanità, che si intende realizzare distruggendo economicamente il ceto medio (come sta avvenendo attualmente in Italia) e promuovendo droghe, aborto, eutanasia, sterilizzazioni di massa, libertà di gioco e prostituzione".
Tornando al merito del provvedimento, osserva, infine, che alimentazione e idratazione artificiali non possono considerarsi terapia, e ritiene "grave e criminale consentire con facilità la loro sospensione e così facendo impartire notevoli sofferenze e portare i pazienti ad una morte atroce".
Critico su diversi aspetti del testo unificato anche
Benedetto Fucci (CoR), secondo il quale esistono alcuni "principi irrinunciabili" su questa materia: "Infatti quelle della rinuncia all'accanimento terapeutico o la volontà di prendere provvedimenti per calmare i dolori (medicina palliativa) sono scelte fondamentali strettamente connesse al principio del cosiddetto consenso informato; il secondo principio è che il non accanimento terapeutico è cosa ben diversa dall'eutanasia, che non può essere in alcun modo accettata e deve anzi essere punita sul piano penale; il terzo principio è che idratazione e alimentazione, pur se somministrate per via artificiale a persone non più in grado di provvedere a se stesse, non possono e non potranno mai essere considerate come forme di accanimento terapeutico; il quarto principio è relativo all'importanza della collaborazione, in un clima di serenità e di fiducia, tra il medico e il fiduciario. Ciò è assolutamente fondamentale nell'ambito della cosiddetta alleanza terapeutica; il quinto principio è che la professionalità dei medici debba essere salvaguardata ed essi, che devono agire in scienza e in coscienza, non possono essere visti come meri 'esecutori' di una volontà loro imposta".
Proprio in relazione a questi cinque principi, Fucci ritiene che il testo non dia risposte adeguate o addirittura – è il caso del tema delicatissimo dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali – dia risposte negative su cui si augura che, "con gli emendamenti a firma dei Conservatori e Riformisti ma anche con quelli presentati da altri colleghi di diversa appartenenza politica che si muovono in direzione analoga pur con sfumature e differenze, sia possibile intervenire".
I contenuti del provvedimento sono stati poi ritenuti "non condivisibili" anche da
Antonio Palmieri (Fi), per tre ordini di motivazioni. "Per quanto riguarda quelle di ordine politico, è innanzitutto incomprensibile la fretta con cui si intende concludere l'esame di un provvedimento divisivo, su cui si esprimono posizioni divergenti anche nello stesso gruppo del Partito democratico, che rappresenta il fulcro dell'attuale maggioranza. Quanto alle considerazioni di ordine culturale - sottolinea - all'argomento oggetto del provvedimento sono sottese una serie di questioni molte delicate, su cui confido che si possa svolgere una discussione proficua, a cominciare dai confini della libertà personale e dal valore della vita, che rappresenta un dono, dal momento che nessuno si è dato la vita da sé. Il testo attuale del provvedimento apre inoltre un pericoloso varco in direzione di una società dei sani e dei forti, in cui i più deboli si configurano come scarti. Passando infine alle considerazioni di merito, ci sono diversi aspetti critici del provvedimento, a partire dall'inaccettabile riduzione del ruolo del medico a mero esecutore testamentario. Sulla questione dell'idratazione e della nutrizione artificiali, l'unica alternativa possibile a tale trattamento consiste nel condannare i pazienti ad una lenta e dolorosa morte per fame e per sete. In terzo luogo, esprimo una forte contrarietà alla formulazione dell'articolo 2 che, in caso di minori ed incapaci, attribuisce potere di vita e di morte ad una terza persona, che peraltro potrebbe anche avere intenti malevoli".
Roberta Simonetti (Ln), nel ritenere un positivo passo avanti la possibilità per l'individuo di esprimersi sulle modalità della sua cura, considera inaccettabile che sia consentito il rifiuto dell'idratazione e della nutrizione artificiali, a suo parere equiparabile al suicidio. Quanto all'articolo 2, pur considerando favorevolmente il diritto di minori ed incapaci a veder valorizzate le loro capacità di comprensione, non ritiene accettabile che ad una singola persona sia consentito di decidere per un altro individuo, fosse pure il figlio, con particolare riguardo alla rinuncia all'idratazione e alla nutrizione artificiali. A nome del gruppo della Lega nord esprime quindi contrarietà ad "un testo ideologico, di parte, che rappresenta la bandiera di chi vuole porre la volontà dell'individuo al di sopra di tutto".
Fortemente contrario all'accelerazione dell'iter ed alla forte riduzione degli emendamenti presentati, anche la posizione di
Rocco Buttiglione (Udc), che, nel considerare con favore i temi dell'alleanza terapeutica e del consenso informato, evidenzia la questione critica, "vale a dire la convinzione che con le norme all'esame si voglia introdurre surrettiziamente l'eutanasia nella legislazione italiana". Sgombrato il campo dall'equivoco sull'eutanasia, Buttiglione ritiene che l'intento del provvedimento dovrebbe essere quello di "rafforzare il rapporto medico-paziente e di fornire al paziente tutte le indicazioni e le informazioni che lo possono aiutare a vivere nel modo più sereno possibile l'esperienza della malattia, riguadagnando la fiducia in se stesso e nelle sue capacità di affrontare la situazione da soggetto invece che da oggetto".
È stato poi il turno del Pd, prima con
Giovanni Burtone che ha esordito dicendosi convinto che l'istituto del consenso informato serva a "rafforzare il rapporto medico-paziente e una delle conseguenze sia proprio di renderlo più umano". Sottolinea, d'altra parte, che l'atto previsto nella proposta di legge non ha carattere obbligatorio: "E' piuttosto un atto libero lasciato alla libertà del paziente che è rivolto alla malattia e al malato". Per quanto poi riguarda l'idratazione e l'alimentazione artificiale del malato, l'esponente dem rimarcare che essi rappresentano "atti medici molto impegnativi, decisi ed eseguiti in scienza e coscienza".
La relatrice del provvedimento,
Donata Lenzi (Pd), ha evidenziato come l'oggetto delle cure e delle terapie non sono i corpi o le patologie, ma le persone, che hanno proprie opinioni, una propria fede religiosa, e possono anche essere contrarie alla medicina tradizionale (si tratta del dieci per cento della popolazione) e tutte queste convinzioni "non possono essere trascurate, né in base alla nostra Costituzione né in base alle modalità con cui viviamo la nostra società pluralista".
Giovanni Rodriquez
20 gennaio 2017
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