Parafarmacie. Interrogazione di Di Stefano (Pd): “Quante sono gestite da farmacisti titolari di farmacia?”
Così il deputato dem in un'interrogazione a risposta scritta rivolta al ministro Lorenzin. Nel testo si spiega che l'obiettivo del decreto Bersani del 2006, rispetto all'apertura di parafarmacie, era quello di promuovere una concorrenza di mercato a tutela dei consumatori nel settore sanitario. "Risulta però che molti titolari di farmacie siano anche titolari di parafarmacie creando una dicotomia dove i due concorrenti economicai coincidono". L'INTERROGAZIONE
08 LUG - "Quali sono i dati nazionali relativi a quante parafarmacie sono in attività?". A chiederlo è il componente della commissione Trasporti della Camera,
Marco Di Stefano (Pd), in un'interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin. Nel testo, il deputato dem si interroga anche su "quante parafarmacie siano gestite da farmacisti (ditte individuali) che non siano contestualmente titolari di farmacia".
La ratio alla base della legge n. 248/2006 (decreto Bersani), si spiega nell'interrogazione, rispetto all'apertura di attività denominate "parafarmacie", era quella di promuovere una concorrenza di mercato a tutela dei consumatori nel settore sanitario. "L'istituzione delle parafarmacie - si legge nel testo - ha dato anche la possibilità a tutti coloro che, seppur in possesso del titolo accademico, stante il contingentamento dei numeri di farmacie possibili nel territorio nazionale, di avviare una propria attività, seppur residuale, in tale settore".
Da qui il problema della possibile "doppia titolarità" sia di farmacie che di parafarmacie in capo ad una stessa persona. "Risulta che molti titolari di farmacia siano anche titolari di parafarmacia creando di fatto una dicotomia dove i due concorrenti economici coincidono", conclude Di Stefano.
08 luglio 2016
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