Orario lavoro medici. M5s: “Con emendamento in stabilità resterebbe scoperto oltre un mese. Serve una risposta ora”
"Le misure entrerebbero in vigore solo a gennaio lasciando scoperto un periodo di oltre un mese. E le risorse cui si fa riferimento sono solo potenziali: potranno essere contabilizzate solo nei prossimi anni". Questo il commento del M5s al possibile emendamento governativo annunciato dal responsabile sanità del Pd, Federico Gelli, per far fronte alla necessità di nuovi operatori sanitari legata all'applicazione della direttiva Ue sugli orari di lavoro.
25 NOV - “Sull’orario di lavoro in sanità il governo ha buttato un anno nel corso del quale avrebbe potuto e dovuto trovare soluzioni. Ora, all’ultimo momento, esce dal letargo pensando di introdurre un apposito provvedimento nella Stabilità, che però entrerebbe in vigore solo il primo gennaio. L’obbligo di adozione della direttiva europea, invece, scatta oggi. E’ impensabile restareallo ‘scoperto’ per oltre un mese: serve un provvedimento immediato. Se così non sarà, si andrà incontro a due rischi: impossibilità di fornire prestazioni mediche ai cittadini o, in caso di sforamento dell’orario di lavoro, sanzioni nei confronti dei dirigenti”. Lo affermano i deputati M5s in commissione Affari Sociali.
"Al responsabile del Pd
Federico Gelli, che sull’emendamento del Governo per lo sblocco del turnover parla di risorse provenienti da risparmi derivanti dall’applicazione del nuovo testo sul rischio clinico il quale, a suo parere, ridurrebbe il costo della medicina difensiva, ricordiamo che tali risparmi sono tutti da dimostrare e verificare. Oggi è impossibile contabilizzarli. Se il ministro della Salute non interverrà immediatamente ci riserviamo di rivolgerci all’Europa per chiedere la riapertura della procedura di infrazione, che al momento è stata bloccata. Tra l’altro, ricordiamo che le prestazioni di libera professione medica sono escluse dall’obbligo dell’orario di lavoro. Questo fatto non solo esaspera quell’ibrido sistema pubblico-privato che già pervade la professione, ma - concludono i deputati del M5s - mantiene alto il rischio di mettere nuovamente l’Italia in procedura di infrazione”.
25 novembre 2015
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