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Stabilità. Nuovi dubbi dai “tecnici” del Parlamento. Per l'ufficio di Bilancio “ridimensionamento Fsn non del tutto realistico” in presenza dei nuovi Lea, farmaci innovativi e rinnovo contratti


Dopo le perplessità del Servizio studi arriva il giudizio di Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, audito oggi dalla commissione Bilancio del Senato nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame del ddl stabilità. "Giocherebbero a favore, invece, i possibili effetti della spending review ed eventualmente la definizione di un nuovo meccanismo di pay-back per la farmaceutica". LA RELAZIONE

03 NOV - "Il consistente ridimensionamento delle risorse rispetto a quanto concordato con il Patto, in presenza dell’impegno ad adottare i nuovi Lea e i nuovi nomenclatori, dell’introduzione recente di importanti e costosi farmaci innovativi, dell’avvio della contrattazione per il personale dipendente (ed eventualmente per quello convenzionato), dell’introduzione di nuovi parametri da rispettare sulla quantità/qualità delle prestazioni potrebbe non risultare del tutto realistico". Questo il giudizio di Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, audito oggi dalla commissione Bilancio del Senato nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame del ddl stabilità.
 
Pisauro, nel corso del suo intervento, ha passato in rassegna tutti i più recenti provvedimenti che hanno investito il comparto: "Con il Ddi stabilità il finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn) viene ridotto nel 2016 di 2,097 miliardi. Viene portato a 111 miliardi dai 113,097 che residuavano dopo aver sottratto all’ammontare indicato dalla legge di stabilità 2015 (coerente con il Patto per la salute 2014-16) la correzione dovuta al contributo alla finanza pubblica richiesto alle Regioni con la stessa legge, nella misura applicata alla spesa sa sull’indebitamento netto è limitato a 1,783 miliardi. Per gli anni successivi è stato approntato un meccanismo simile a quello adottato lo scorso anno, con la richiesta alle Regioni di un apporto agli obiettivi di finanza pubblica pari a 3,98 miliardi per il 2017 e 5,48 sia per il 2018 che per il 2019, da allocare tra gli ambiti di spesa e da ripartire tra le Regioni attraverso un al 'rispetto dei livelli essenziali di assistenza', che non dovrebbe essere messo a repentaglio dai risparmi". 
 
"I risparmi derivanti dal miglioramento dell’efficienza dei meccanismi di acquisizione di beni e servizi delle Regioni (480 milioni annui) contribuiranno a garantire questi tagli. Inoltre, il concorso delle RSO alla finanza pubblica previsto dal DL n. 66/2014, e rafforzato dalla legge di stabilità 2015, fino a raggiungere 4,202 miliardi nel 2018, è stato riconfermato per il 2019. Va notato, tuttavia, che il DL n. 78/2015 aveva già reso permanente la quota di questa correzione attribuita alla sanità (circa 2 miliardi per le RSO); la restante parte andrà allocata e ripartita per il 2016 mediante Intesa, o comunque tramite Dpcm, in coerenza con il Dl n. 66/2014, e per gli anni successivi con le procedure sopra indicate per il nuovo contributo, che sembrerebbero differenziarsi da quelle applicabili nel primo anno essenzialmente perché la sanità tornerebbe in gioco, ovvero potrebbe subire nuovi tagli. Peraltro, dato il peso della spesa sanitaria sugli esborsi complessivi delle Regioni, sembra inevitabile che una quota crescente della correzione colpisca il Ssn. Considerando le stime sull’evoluzione della spesa a legislazione vigente contenute nella NADEF, che prevedono un calo, in rapporto al PIL, dal 6,8 per cento del 2015 al 6,5 per cento nel 2019, nel quadro programmatico la riduzione complessiva potrebbe risultare di circa mezzo punto di PIL a fine periodo rispetto al 2015", ha proseguito.
 

Pisauro passa poi a sottolineare come una quota del finanziamento, pari a 800 milioni, venga condizionata per il 2016 all’adozione dei nuovi livelli essenziali di assistenza. "Si ricorda che uno schema di Dpcm era stato fatto circolare nel febbraio scorso, con una stima del costo pari a 414 milioni, tuttavia - ha spiegato - la Relazione tecnica al disegno di legge di stabilità include nell’operazione relativa ai Lea la revisione dei nomenclatori nazionali delle prestazioni. Viene anche prevista dal Ddl l’istituzione di una nuova Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea e la promozione dell’appropriatezza del Ssn (nominata e presieduta dal Ministro della salute), con il compito di presentare ogni anno una proposta di aggiornamento e che si occupi sistematicamente della valutazione delle prestazioni incluse nei livelli essenziali e della relativa appropriatezza, delle possibili innovazioni da introdurre – servendosi anche delle analisi di Health Technology Assessment (Hta), ovvero di valutazione delle tecnologie – e dei relativi costi, delle richieste di autorizzazione a fornire prestazioni innovative da parte di singole strutture del Ssn". 
 
"Sembrerebbe che nel complesso la questione dei nuovi Lea e quella dell’appropriatezza prescrittiva vengano affrontate in maniera contestuale e con un orizzonte pluriennale, l’unico modo per ottenere risultati in termini di rapporto costi-efficacia; il tentativo di ottenere risparmi di spesa pari a 195 miliardi (incluse le restrizioni sulla riabilitazione) fino dal 2015 (legge n. 125/2015) con un provvedimento di revisione delle condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva da approvare in poco tempo negli ultimi mesi dell’anno ha incontrato ampie difficoltà, che ne hanno rallentato l’attuazione, malgrado la questione sia di grande rilevanza sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico. Nell’ambito della spending review - ha aggiunto - il disegno di legge di stabilità prevede alcuni interventi volti a migliorare la produttività e l’efficienza degli enti del Ssn, che non vengono posti in connessione diretta con le riduzioni dei finanziamenti e non producono effetti finanziari misurati dalla Relazione tecnica. Si tratta principalmente dell’introduzione di piani di rientro e riqualificazione per gli enti del Ssn e di nuove disposizioni sull’acquisto di beni e servizi, ma anche sull’Hta".
 
L’altro intervento mirato ad aumentare l’efficienza della spesa sanitaria "riguarda essenzialmente un’ulteriore centralizzazione delle procedure per l’acquisto di beni e servizi e del sistema di valutazione delle tecnologie". Pisauro, infine, evidenziando come il ridimensionamento delle risorse previsto per il settore sia da ritenersi "non del tutto realistico" alla luce dell'impegno ad adottare i nuovi Lea e i nuovi nomenclatori, dell’introduzione recente di importanti e costosi farmaci innovativi, dell’avvio della contrattazione per il personale dipendente (ed eventualmente per quello convenzionato), dell’introduzione di nuovi parametri da rispettare sulla quantità/qualità delle prestazioni, spiga come "giocherebbero a favore, invece, i possibili effetti della spending review ed eventualmente la definizione di un nuovo meccanismo di pay-back per la farmaceutica".

03 novembre 2015
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