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Ddl concorrenza. Ok della Camera. La ricetta resta in farmacia. Bocciati tutti gli emendamenti per la liberalizzazione. Sì al trasferimento per le farmacie soprannumerarie

di Giovanni Rodriquez

Bocciati tutti gli emendamenti che richiedevano la libera vendita dei farmaci di fascia C con ricetta medica fuori dalle farmacie. L’unico emendamento approvato all’art. 32, a prima firma Federico Gelli (Pd), sancisce, nei comuni sotto 6.600 abitanti, la possibilità di trasferimento per le farmacie che risultano essere soprannumerarie per decremento della popolazione. Scelta Civica in dissenso col Governo annuncia che si asterrà sul voto finale. IL NUOVO TESTO DELL'ART.32

06 OTT - I farmaci di fascia C restano in farmacia. L’Aula di Montecitorio ha approvato l'art.32 del ddl concorrenza bocciando tutti gli emendamenti che proponevano la libera vendita dei farmaci con ricetta medica. Già questa mattina, Governo e relatori di maggioranza durante la riunione del Comitato dei 18 delle commissioni Finanza e Attività produttive della Camera avevano ribadito il loro “no” a queste proposte di modifica. Il voto finale sul provvedimento è atteso per domani, mercoledì 7 ottobre.

Ricordiamo che a Montecitorio, sulla liberalizzazione della fascia C, si era venuta a creare nei giorni scorsi un’alleanza trasversale che andava da Sc al M5S, fino a Sel e ad alcuni deputati del Pd. Proprio il Partito democratico poteva diventare l’ago della bilancia e spostare gli equilibri dell’Aula. Lo stesso ex segretario Pierluigi Bersani era intervenuto per chiedere un ripensamento su questo tema. Ma nei giorni successivi, in una riunione interna al Gruppo, i deputati dem dissidenti erano stati invitati a ‘serrare i ranghi’ e a votare “no”, in linea con le indicazioni date dal partito, ad ogni ipotesi di farmaci con ricetta fuori dalle farmacie. Una spaccatura non del tutto ricucita visto che anche oggi Davide Baruffi (Pd) e Marco Di Stefano (Pd), prendendo la parola in Aula, non hanno mancato di esprimere il loro giudizio negativo sul provvedimento.

Non solo Pd. Il dissidio interno alla maggioranza è stato segnato anche dagli attriti tra Ncd, che aveva da subito posto il suo veto su questo tema, e Scelta Civica che, nei giorni scorsi, aveva chiesto al Governo di lasciare libertà di voto in Aula arrivando a minacciare il mancato sostegno al provvedimento. Anche oggi, Adriana Galgano (Sc), prendendo la parola in Aula ha dichiarato: "Il Governo sta compiendo un grave torto non solo ai danni di Scelta Civica ma soprattutto a danno dei cittadini". "Liberalizzando i farmaci di fascia C, infatti, si abbassano i loro prezzi e i cittadini risparmiano - ha detto -. Non ci sono aumenti di costi per lo Stato, perché sono farmaci che i cittadini si pagano da soli. Non c’è rischio di aumento di consumo dei farmaci, perché sono farmaci prescritti dal medico. Non c’è rischio per la salute dei cittadini, perché, oltre ad essere prescritti da un medico, sono sempre proposti al cittadino da laureati in farmacia. C’è più equità, perché riduciamo un'odiosa discriminazione tra laureati in farmacia che lavorano in farmacia e laureati in farmacia che lavorano nelle parafarmacie e nei corner, ai quali fino ad ora la legge consente di essere farmacisti a metà".
 
E Scelta Civica si asterrà sul voto finale. Proprio per questi motivi il presidente della commissione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti (Sc), ha annunciato la decisione del Gruppo di astenersi domani durante il voto finale al provvedimento: "La legge annuale sulla concorrenza contiene cose buone ma si doveva essere più coraggiosi. Se c'è una cosa che manca in Italia è proprio la libera concorrenza. Per questo ci asterremo”. Quanto alla bocciatura degli emendamenti sulla fascia C: "Il governo non ha voluto rimettersi all’Aula, visto che esistevano diverse posizioni nella maggioranza, e ha ceduto al veto di Ncd”, ha concluso Mazziotti.

Lo stop alla libera vendita dei farmaci con ricetta, come dicevamo, non è piaciuto neanche al Movimento Cinque Stelle: "Una decisione assurda ma perfettamente motivabile: le pressioni e connivenze tra la potente lobby del farmaco". Quanto poi alla prevista la possibilità per le società di capitali di acquistare farmacie: "La conseguenza - per i deputati pentastellati - sarà un mercato dal regime concorrenziale totalmente squilibrato e a rischio di cannibalizzazione. Questa sera c’è chi brinderà a un'operazione che fa solo il bene di alcuni, ma non dei farmacisti nel loro complesso e dei cittadini".

L’unico emendamento approvato all’articolo 32 è stato dunque quello presentato a prima firma da Federico Gelli (Pd), che riconosce la possibilità di trasferimento della farmacia, nei comuni sotto i 6.600 abitanti in cui risultano farmacie soprannumerarie, fatta salva la procedura del concorso straordinario, sulla base di una graduatoria regionale per titoli che tenga conto anche dell’ordine cronologico delle istanze di trasferimento presentate.

Questo il testo dell’emendamento approvato
Al comma 1-ter, sostituire il capoverso comma 2-bis con il seguente:
«2-bis. Fatta salva la procedura concorsuale di cui all'articolo 11 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, nei comuni sotto i 6.600 abitanti, in cui le farmacie, non sussidiate, risultano essere soprannumerarie per decremento della popolazione è consentita al farmacista titolare della farmacia, previa presentazione di apposita istanza, la possibilità di trasferimento presso i comuni della medesima Regione ai quali, all'esito della revisione biennale di cui all'articolo 2, comma 2, della legge 2 aprile 1968, n. 475, spetta un numero di farmacie superiore al numero di farmacie esistenti sul territorio comunale, sulla base di una graduatoria regionale per titoli, che tenga conto anche dell'ordine cronologico delle istanze di trasferimento presentate, e che si perfezioni in data anteriore all'avvio della procedura biennale del concorso ordinario per sedi farmaceutiche, di cui all'articolo 4 della legge 8 novembre 1991, n. 362. Ove l'istanza del farmacista venga accolta, il trasferimento si perfeziona previo pagamento di una tassa di concessione governativa una tantum pari a 5000 euro.».
32. 404. Gelli, Miotto, Lenzi, Currò. 
 
Queste, invece, le altre misure per le farmacie previste dall'articolo 32.

Incompatibilità per i soci delle società di capitali. Previsto che le società che potranno acquistare e gestire farmacie non potranno avere al loro interno persone che svolgano qualsiasi altra attività nel settore della produzione e informazione scientifica del farmaco, nonché con l'esercizio della professione medica. Le nuove società di capitali dovranno tenere costantemente informata la Fofi e l’Ordine dei farmacisti provinciale, la Regione e la Asl di competenza sul proprio statuto e sulle successive variazioni comprese eventuali variazioni alla compagine societaria.
 
Novità sugli orari delle farmacie. Previsto l'obbligo di comunicazione per il suo prolungamento. Il testo approvato ribadisce che gli orari e i turni di apertura e di chiusura delle farmacie convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale “costituiscono il livello minimo di servizio che deve essere assicurato da ciascuna farmacia”. Ma prevede l'obbligo di comunicare eventuali prolungamenti di orari e turni di servizio sia all'autorità sanitaria competente che alla clientela, mediante cartelli affissi all'esterno dell'esercizio.
 
Giovanni Rodriquez

06 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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