Ddl concorrenza. Mnlf: “Gelli sbaglia, in Italia non apriranno mai 2500 nuove farmacie”
“Tra uno/due anni le farmacie che risulteranno aperte saranno forse meno di mille. I farmacisti dipendenti che non hanno possibilità di carriera, i cittadini che pagano i farmaci con obbligo di ricetta di tasca propria e al massimo del prezzo, ringraziano per questo cambiamento di rotta”. Così il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) replica alle dichiarazioni rilasciate dal responsabile sanità del Pd.
17 SET - “E' davvero imbarazzante commentare le affermazioni del responsabile Pd per la sanità Federico Gelli, imbarazzante perché risulta incomprensibile come si possa essere a capo di un dipartimento tanto importante del più grande partito in Italia ed essere al contempo totalmente fuori dalla conoscenza della realtà. Quando si leggono affermazioni come quelle fatte da Gelli in cui si dice soddisfatto per la mancata liberalizzazione dei farmaci di fascia C, comprendiamo come sia ormai un ‘refrain’ accusare la politica di essere distante dalla realtà dei cittadini. Quando Gelli dice che in Italia apriranno 2500 nuove farmacie e così giustifica la scelta del proprio partito di non aprire alla concorrenza i farmaci con obbligo di ricetta che i cittadini pagano di tasca propria, pare di sentir parlare chi ha tutto l'interesse perché in questo momento passi questa tesi: i titolari delle farmacie già aperte”. Così in una nota il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) replica alle
dichiarazioni rilasciate ieri da Federico Gelli (Pd) in occasione del parere favorevole dato dalla commissione Affari Sociali della Camera al Ddl concorrenza.
“In Italia non apriranno mai 2500 nuove farmacie, numero che, ricordiamo, si è già dimezzato rispetto alle dichiarazioni uscite dopo l'approvazione del decreto Monti nel "cresci Italia", allora si disse che sarebbero state aperte 5000 nuove farmacie. Lo ripetiamo per l'ennesima volta: ad oggi nessuna nuova farmacia, dopo tre anni è stata aperta, se l'iter dei vari concorsi si chiuderanno da qui a uno/due anni le farmacie che risulteranno aperte saranno forse meno di mille e questa è una previsione ottimistica – prosegue il Mnlf -. Tale risultato lo si ottiene da una attenta analisi dei luoghi ove queste farmacie verranno dislocate, luoghi ove il numero di abitanti è esiguo, oppure distanti dai centri abitati. Ciò è avvenuto perché in fase di scelta da parte dei Comuni ove dislocare le nuove sedi, l'intervento corporativo dei titolari di farmacia e delle organizzazioni territoriali è stato pesante, spingendo di fatto per l'emarginazione delle nuove farmacie”.
“Alcuni esempi presi a caso tra centinaia facilmente controllabili: Piemonte Denice (AL) 197 abitanti. Lombardia Averara (BG) 195 abitanti, Abruzzo Calascio (AQ) 127 abitanti, Molise Castelpizzuto (Is) 127 abitanti, Calabria Carpanzano (Cs) 281 abitanti, Sicilia Roccafiorita (Ms) 226 abitanti, Sardegna Semestene (SS) 179 abitanti, Sardegna Albagiara (Or) 281 abitanti. In queste cittadine non verrà mai aperta nessuna farmacia ed il motivo è molto semplice: non riuscirebbero a sopravvivere. Le parole del responsabile del Pd suonano come un "diktat" ai parlamentari che il prossimo 21 dovranno votare in Aula il ddl concorrenza. Rappresentano però anche un segno di debolezza davanti ad un sempre maggiore numero di Onorevoli che mal digeriscono una scelta, quella fatta in Commissione dal Pd, che ha il sapore amaro di una mutazione genetica in senso corporativo da parte di un partito che un tempo parlava di equità e pari opportunità. I farmacisti dipendenti che prendono 7,20 euro/h e non hanno alcuna possibilità di carriera, i cittadini che pagano i farmaci con obbligo di ricetta di tasca propria e al massimo del prezzo, la lenta crescita economica e il Paese, ringraziano per questo netto cambiamento di rotta”, conclude la nota.
17 settembre 2015
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