Per risparmiare le Asl acquistano sondini e cateteri pericolosi per la salute. Interrogazione a Lorenzin di due parlamentari del PD
Si tratterebbe in particolare di quelli contenenti ftalati usati per rendere più flessibile la plastica ma dannosi per il sistema endocrino. I deputati PD Lavagno e Piazzoni chiamano in causa il ministero per vigilare su quanto accade nelle Asl dove, a loro avviso, “i prodotti alternativi vengono spesso esclusi dai bandi delle aziende sanitarie in ragione di un costo maggiore, generalmente il doppio”.
26 GIU - "Sondini nasogastrici, sonde endotracheali, cateteri venosi sono solo alcuni dei molti presidi medici plastici utilizzati nei reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia e nell'assistenza quotidiana domiciliare ai bambini disabili. La quasi totalità degli approvvigionamenti di questi presidi a disposizione delle strutture sanitarie contengono particolari prodotti chimici denominati ftalati, che vengono aggiunti alle materie plastiche per migliorarne la flessibilità e la modellabilità". Lo dichiarano i deputati del Partito Democratico
Fabio Lavagno e
Ileana Piazzoni, che per queste ragioni hanno voluto sottoporre questa delicata tematica all'attenzione del Ministro della Salute attraverso
un'interrogazione parlamentare.
"Purtroppo gli ftalati - continuano Lavagno e Piazzoni - risultano pericolosi per la salute umana, in particolare per quanto riguarda il sistema endocrino, sino a compromettere la fertilità. Per contrastare tale nocività vige infatti una normativa piuttosto restrittiva per quanto riguarda l'utilizzo di questi prodotti nelle plastiche utilizzate per la fabbricazione dei giocattoli”.
“I prodotti medicali contenenti ftalati - continuano i due deputati democratici - possono essere temporanei, ma anche impiantati direttamente nel corpo o tenuti in esso in permanenza per anni. Esistono prodotti alternativi a questi presidi, ma vengono spesso esclusi dai bandi delle aziende sanitarie in ragione di un costo maggiore, generalmente il doppio. Pur comprendendo le ragioni che portano a un tentativo di riduzione delle spese sanitarie risulta difficile accettare che non vengano perseguite alternative meno dannose, seppur più costose, in particolare per le cure neonatali ed infantili", concludono.
26 giugno 2015
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