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StopOpg: “Le strutture non sono ancora state davvero chiuse. Necessario un coordinamento tra Regioni, Asl e Magistratura”


Il Comitato, nel corso di un incontro con il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, ha chiesto che le Rems siano“ visitabili ed accessibili, organizzate e gestite nel riconoscimento dei diritti delle persone assistite e degli operatori ai quali non possono essere richieste funzioni di custodia, ma solo di cura”.

18 GIU - A distanza di oltre due mesi dalla data prevista (31 marzo), gli Opg non sono stati ancora effettivamente chiusi: almeno 300 persone restano rinchiuse nei 5 Opg ‘superstiti’ (Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia) e quasi 250 persone sono rinchiuse nell’Opg di Castiglione delle Stiviere, che cambiando targa (in Rems), è diventato un ‘neomanicomio’. Nelle otto Rems sinora attivate nelle altre regioni vi sono meno di 100 persone. La denuncia arriva dal Comitato stopOpg che ha sottoposto il problema nel corso di un incontro, svoltosi presso il Ministero della Salute, al sottosegretario Vito De Filippo.
 
Il comitato ha chiesto che le Regioni che non hanno ancora accolto i loro pazienti siano immediatamente commissariate, “per assicurare – spiega una nota - le dimissioni e il trasferimento delle persone internate. Il Commissariamento è indispensabile per superare i ritardi nella chiusura degli Opg e per l’attuazione integrale della Legge 81/2014. La nuova legge infatti non si limita a far chiudere gli Opg: per garantire cura e assistenza alle persone privilegia progetti individuali con misure alternative alla detenzione in Opg e in Rems; misure e progetti che il Ministero della Salute è tenuto a monitorare e a sollecitare”. Per questo le risorse assegnate per la chiusura degli Opg “devono essere sbloccate e spostate ai servizi socio sanitari, quelli di salute mentale in particolare. In questo senso le stesse Rems “transitorie” potranno e dovranno essere riconvertite”.
 
Ribadita, inoltre, la necessità di “organizzare, come si è fatto a livello nazionale, anche nelle singole regioni un coordinamento tra i diversi attori (Regioni/Asl, Magistrature) chiamati ad attuare la legge 81/2014. Una buona legge che – osserva il comitato - privilegiando le misure non detentive, rivedendo la pericolosità sociale e ponendo fine ai cosiddetti ergastoli bianchi, costituisce un importante passo in avanti nel faticoso processo di superamento degli Opg”.
 
Altro nodo sul tavolo dell’incontro con De Filippo riguarda un confronto sui regolamenti adottati nelle Rems, “che devono essere visitabili ed accessibili, organizzate e gestite nel riconoscimento dei diritti delle persone assistite e degli operatori ai quali non possono essere richieste funzioni di custodia ma solo di cura, senza segregazione, senza utilizzo di mezzi coercitivi, con la presa in cura globale di ogni persona da parte dei servizi del territorio, e in un rapporto costante con la magistratura per rendere transitorio l'internamento, come recita la legge 81”.
 
Per il comitato è infine imprescindibile il ruolo, e la necessaria collaborazione con i servizi, della Magistratura “nel dare attuazione alla nuova legislazione. Ad esempio le prime informazioni segnalano un diffuso ricorso a misure di sicurezza provvisorie nelle Rems, strutture detentive, che rischiano di diventare soluzione prevalente anziché essere residuale come vorrebbe la ratio della norma. Ciò implica – conclude - un azione decisa anche del Ministero della Giustizia”.

18 giugno 2015
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