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Italia senza figli. Una coppia su 5 non riesce ad averli. Anche il welfare è a rischio. Ecco il Piano nazionale “fertilità” di Lorenzin


Negli ultimi 5 anni 64mila nascite in meno. Il 20% delle coppie ha difficoltà a procreare per vie naturali e l’età media in cui si fanno i figli è cresciuta notevolmente. Per invertire la rotta il Ministero lancia il Piano: più informazione, assistenza qualificata, capovolgere la mentalità sulla procreazione assistita e istituzione del “Fertility Day” per tenere viva l’attenzione. IL PIANO NAZIONALE FERTILITA’

27 MAG - “Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro”. Questo lo slogan del Piano nazionale per la fertilità presentato oggi dal Ministero della Salute per arrestare il processo di denatalità che investe l’Italia ormai da decenni e “collocare la Fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative del nostro Paese”. Informare i cittadini, fornire assistenza sanitaria qualificata, sviluppare nelle persone la conoscenza, operare un capovolgimento della mentalità corrente rispetto alla procreazione assistita e celebrare questa rivoluzione culturale istituendo il “Fertility Day”. Questi in sintesi gli obiettivi del Piano, frutto anche del contributo del Tavolo consultivo sulla Fertilità, che vedrà coinvolti cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, scuole, università, aziende sanitarie.
 
La denatalità mette a rischio il welfare. Il tema nascite sotto zero è in effetti molto delicato e investe a tutto tondo la società italiana, soprattutto se si proietta lo sguardo al futuro. E sono i numeri lì a dircelo. “In Italia – sottolinea il documento - la bassa soglia di sostituzione nella popolazione non consente di fornire un ricambio generazionale. Il valore di 1,39 figli per donna, nel 2013, colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con i più bassi livelli”. Su 10 coppie il 20% circa (1 su 5 ) ha difficoltà a procreare per vie naturali rispetto a 20 anni fa dove la percentuale era circa la metà. Negli ultimi 50 anni il numero di spermatozoi nel maschio si è ridotto della metà e negli ultimi 30 anni l’età media al concepimento in ambo i sessi è aumentata di quasi 10 anni, sia per l’uomo che per la donna.
 
Se non si invertirà la rotta “la combinazione tra la persistente denatalità ed il progressivo aumento della longevità conducono a stimare che, nel 2050, la popolazione inattiva sarà in misura pari all’84% di quella attiva. Un fenomeno che inciderà sulla disponibilità di risorse in grado di sostenere l’attuale sistema di welfare, per effetto della crescita della popolazione anziana inattiva e della diminuzione della popolazione in età attiva”.
 
A determinare questa situazione, e i rischi connessi, in Italia ma anche nel resto d'Europa, sono fattori sanitari ed economici, ma anche e soprattutto culturali e sociali. Ecco come il Piano nazionale per la Fertilità intende contrastarli:
 
I cinque obiettivi del Piano in sintesi
- Informare i cittadini sul ruolo della Fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio
- Fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la Fertilità, promuovere interventi di prevenzione e diagnosi precoce al fine di curare le malattie dell'apparato riproduttivo e intervenire, ove possibile, per ripristinare la fertilità naturale
- Sviluppare nelle persone la conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro fertilità per poterla usare scegliendo di avere un figlio consapevolmente ed autonomamente.
- Operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia ma dell’intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione.
- Celebrare questa rivoluzione culturale istituendo il “Fertility Day”, Giornata Nazionale di informazione e formazione sulla Fertilità, dove la parola d’ordine sarà scoprire il “Prestigio della Maternità
 
OBIETTIVI FORMATIVI-INFORMATIVI
 
Gli obiettivi informativi e formativi hanno per destinatari i cittadini in generale, le famiglie, gli insegnanti e gli operatori sanitari. Si propone un progetto di educazione e di didattica riproduttiva che preveda corsi di formazione sulla fisiologia e la patologia riproduttiva, strumenti informatici e mediatici indirizzati alla popolazione e alla medicina di base, conferenze, trasmissioni radio e televisive che producano cultura e consapevolezza popolare in tema di salute riproduttiva. Corsi di formazione e aggiornamento professionale saranno rivolti anche ai vari specialisti del settore (ginecologi, oncologi, endocrinologi, ostetriche, ecc).
 
IL PROGETTO FORMATIVO
 
1) Incontri formativi per i cittadini
I cittadini, indipendentemente dal livello culturale e dall’impiego lavorativo, hanno idee vaghe e sovente errate sugli elementi persino basilari della funzione riproduttiva. E’ necessario, quindi, un progetto nel quale le redini della informazione e della formazione siano tenute da esperti che veicolino concetti riproduttivi di base semplici, comprensibili, memorizzabili ed interiorizzabili per le scelte personali di pianificazione familiare.
Il progetto può prevedere l’organizzazione di 3 corsi l’anno indirizzati ai cittadini con particolare attenzione alle famiglie con figli piccoli o adolescenti, agli insegnanti, alle coppie alla ricerca di un figlio.
I corsi dovrebbero comprendere nozioni in linguaggio semplice e divulgativo su:
a) anatomia, fisiologia e patologia del Sistema Riproduttivo;
b) epidemiologia del rischio riproduttivo e descrizione delle curve di fertilità naturale in relazione all’età;
c) prevenzione della sterilità fin dall’infanzia;
d) prevenzione della sterilità in relazione al rischio professionale e alle cattive abitudini
e) terapie della sterilità con descrizione semplice ma esauriente delle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), dalle più semplici come l’induzione dell’ovulazione e l’inseminazione intrauterina, alle più complesse come la fecondazione extracorporea con prelievo degli ovociti dalle ovaie ed eventuale prelievo degli spermatozoi dai testicoli; descrizione dei risultati concretamente ottenibili e dei rischi possibili; strumenti di valutazione ad opera del paziente dell’attendibilità ed affidabilità di un Centro di Sterilità e PMA.
 
2) Corsi per i Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta
I medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta sono le colonne portanti della medicina più vicina ai bisogni sanitari quotidiani dei cittadini. E’ quindi opportuno promuovere per gli operatori sanitari, in primis per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta, anche in collaborazione con gli Ordini professionali, le Federazioni e le Società scientifiche, eventi formativi nell’ambito del sistema nazionale di educazione continua in medicina (ECM), finalizzati all’acquisizione di conoscenze e competenze tecnico - professionali nonché di modalità comunicative efficaci sia sulla prevenzione dell’infertilità nell’età pediatrica e nell’età adulta sia sulla tutela della fertilità, anche rispetto all’adozione di corretti stili di vita e all’impatto che sulla fertilità possono avere trattamenti farmacologici per affezioni temporanee o patologie concomitanti.
Per quanto attiene più specificatamente ai Medici di medicina generale, la tutela della fertilità andrà ricompresa anche negli obiettivi didattici e nei programmi delle attività teoriche e pratiche del Corso di formazione specifica in Mdicina generale.
Inoltre, per i medici di famiglia, nell’ambito della nuova organizzazione della Medicina Generale, così come prevista dalla legge n. 189 del 2012 e dall’Accordo Collettivo Nazionale competente, si ipotizza l’individuazione di medici di medicina generale sensibilizzati e formati nella Medicina della fertilità, responsabili e referenti del tema, uno per ciascuna Aggregazione Funzionale Territoriale (AFT), con compiti formativi nei confronti dei colleghi operanti nella medesima AFT e divulgativi, oltre che assistenziali, nei confronti della popolazione assistita.
Per i pediatri di libera scelta, potrà essere effettuato un ulteriore progetto di formazione e aggiornamento professionale, su scala nazionale, in tema di individuazione precoce delle più comuni patologie dell’apparato riproduttivo ad insorgenza nell’infanzia e nell’adolescenza, per intercettarle e trattarle tempestivamente.
 
3) Corsi per Oncologi, Ematologi e Onco-ematologi pediatrici
Tra gli eventi che maggiormente possono mettere a repentaglio la salute riproduttiva ci sono le malattie neoplastiche. Alcune neoplasie di per sé, e comunque in generale le terapie antineoplastiche, possono danneggiare irreparabilmente la capacità riproduttiva. Di fatto la corretta informazione su questi possibili effetti della malattia neoplastica non viene regolarmente fornita ai pazienti. I medici preposti alla diagnosi e terapia dei tumori (oncologi medici, chirurghi, radioterapisti, immunologi ecc.) non sono sempre pronti e nelle condizioni di dare questa informazione e, a volte, non sono sufficientemente al corrente dell’interazione tra neoplasia e riproduzione e delle possibilità di proteggere la fertilità dall’evento neoplastico.
L’obiettivo di Corsi di Medicina della Riproduzione per Oncologi si prefigge la collaborazione consapevole ed informata coi medici specialisti che fronteggiano in prima linea il rischio riproduttivo dei pazienti oncologici. I corsi dovrebbero prevedere l’illustrazione dei rischi riproduttivi legati alla malattia neoplastica e di quelli determinati dalle terapie antineoplastiche. Dovrebbero, inoltre, essere date informazioni sulle attuali moderne possibilità di tutelare la fertilità nei pazienti oncologici come la crioconservazione di ovociti e spermatozoi e di tessuto ovarico e testicolare.
 
 
PROGETTO INFORMATIVO
 
1) Media e campagna di comunicazione
Sul tema della fertilità i media (giornali, televisioni, radio, internet, social network) e gli opinion leader rivestono un ruolo fondamentale nell’informazione e nella sensibilizzazione della popolazione e nell’orientamento dei comportamenti.
E’ necessario utilizzare questi strumenti per veicolare informazioni chiare e corrette, sgombrando il campo da equivoci che inducono in errore le persone celebrando, ad esempio, le nuove tecniche di procreazione come infallibili e percorribili senza limitazione di tempo. Non si può lasciare credere a donne (e uomini) che con l’aiuto di queste tecniche si possa procreare per tutta la vita, né si può considerare il fattore economico l’unico elemento determinante nel rinvio di una gravidanza. Ma il messaggio da divulgare non deve generare ansia per l’orologio biologico che corre.
Ovviamente si debbono trovare i mezzi, i registri comunicativi e il linguaggio più adatto ai target da raggiungere, che passi attraverso i media da loro più utilizzati e non venga percepito come moralistico. Per i giovani è particolarmente importante anche l’interattività del mezzo e la pronta risposta, in linea con una modalità 2.0. Via libera quindi a Web tv e Social Network.
Per il pubblico meno giovane, appare potenzialmente efficace proporre rubriche interattive dedicate su Televisione e Radio, rubriche fisse su Quotidiani e Settimanali e la diffusione di opuscoli ad hoc.
Utili per tutte le fasce di età spot Tv e Radio considerato il largo utilizzo di questi mezzi (secondo il Censis l’utenza complessiva della televisione è del 96,7% mentre l’utenza complessiva della radio è pari al 83,9% degli italiani).
 
2) “FERTILITY DAY” La Giornata Nazionale di informazione e formazione sulla Fertilità
L’istituzione di una Giornata nazionale dedicata al tema della fertilità “Fertility day” rappresenta un’occasione per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema. Può diventare una proposta d’incontro sul tema della fertilità con i giovani, gli insegnanti, le famiglie, i medici, coinvolgendo proprio questi ultimi in una serie di iniziative a partire dagli stessi studi medici. Si tratta di mettere a fuoco con grande enfasi il pericolo della denatalità, la bellezza della maternità e paternità, il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori, l’aiuto della Medicina per le donne e per gli uomini che non riescono ad avere bambini, prima che sia troppo tardi.
Si propone l’evento su scala nazionale per il prossimo 7 maggio 2016, con successiva cadenza annuale, in tutte le città che aderiranno, con il coinvolgimento dei Sindaci dei Comuni, degli Ordini dei Medici, delle Società Scientifiche, delle Farmacie, delle Scuole e delle Famiglie. Gli eventi formativi si terranno nei teatri locali e in stands appositamente allestiti nelle piazze.
 
3) Operatori Sanitari
Come detto, gli operatori sanitari operanti sul territorio, in particolare i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e gli specialisti della salute riproduttiva, svolgono un ruolo fondamentale nel veicolare messaggi per la promozione e la tutela della fertilità e per la diagnosi precoce di patologie che possono comprometterla. Sono infatti queste le prime figure professionali che l’uomo/la donna consultano quando insorgono sintomi dolorosi o in caso d'infertilità.
Gli operatori sanitari del territorio potranno svolgere anche un importante ruolo informativo diffondendo informazioni e materiali qualificati, realizzati anche in occasioni di campagne ministeriali per la tutela della fertilità.
E’ importante che tutti i professionisti sanitari in contatto con la coppia condividano linee guida per il trattamento delle patologie e percorsi diagnostico-terapeutici, anche per saper indirizzare i/le pazienti, in caso di patologie specifiche, a centri di riconosciuta esperienza con l'obiettivo di offrire una consulenza completa, dettagliata e bilanciata e una preparazione tecnica adeguata per ottimizzare i benefici di terapie o interventi.
 
4) Farmacie
Anche le farmacie, presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, dalla grande città al piccolo centro rurale, possono svolgere un ruolo determinante per la realizzazione del Piano Nazionale per la Fertilità, ruolo rafforzato dalle indicazioni del decreto legislativo 3 ottobre 2009, n. 153 e i successivi decreti attuativi che di fatto configurano la farmacia come Centro socio sanitario polivalente, vera e propria “struttura di servizio”, integrata con la rete del SSN..
Anche nel campo della conoscenza sui temi della fertilità e sulla prevenzione dell’infertilità le farmacie possono dare un contributo importante, sia diffondendo materiale informativo autorevole e avallato dal Ministero della salute sia fornendo ai cittadini informazioni dirette sui corretti stili di vita e sull’utilizzo consapevole dei medicinali sia, infine, indirizzando i pazienti verso gli specialisti in grado di individuare e affrontare nel modo migliore il problema specifico.
Per agevolare le farmacie nello svolgere queste attività, sarebbe necessario attivare e coordinare un programma di formazione e informazione rivolto ai farmacisti, in comune con gli altri operatori sanitari, volto a garantire l’univocità dei messaggi da diffondere su tutto il territorio nazionale.
 
5) Scuola e Università
La scuola rappresenta un contesto privilegiato di incontro con le nuove generazioni in cui favorire l’acquisizione nei bambini e negli adolescenti di conoscenze sui fattori di rischio per la salute ma anche per promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della tutela della fertilità.
E’ necessaria una stretta collaborazione tra il Ministero della Salute e quello dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Al riguardo, lo scorso 2 aprile, i due Ministeri hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per favorire l’offerta attiva di iniziative di promozione ed educazione alla salute rivolte a bambini e adolescenti, e concernenti sia la promozione di corretti stili di vita (attività fisica, alimentazione, etc) che la promozione di una corretta relazione di genere, attraverso interventi sulle tematiche dell’affettività.
Tali attività dovranno essere realizzate anche attraverso il coinvolgimento dei servizi (in particolare i consultori familiari) e dei professionisti sanitari del territorio e delle famiglie. Verranno messi a disposizione degli insegnanti i corsi di formazione sulla fisiologia riproduttiva illustrati in precedenza.
Altro ambito in cui diffondere ed educare le nuove generazioni alla tutela della propria fertilità è il contesto universitario. Si potrebbero realizzare convegni, momenti di incontro e dibattito per informare correttamente i giovani studenti universitari e sensibilizzarli a rivolgersi con fiducia ai servizi sanitari, anche per gli aspetti connessi alla propria salute riproduttiva.
 
6) Famiglia
Il ruolo della famiglia è fondamentale ed insostituibile nell’educazione sessuale in tutte le diverse fasi della vita dei giovani, fasi diverse a cui corrisponderà un coinvolgimento e peso differente dei genitori stessi i quali, consapevoli delle domande, dei bisogni e del grado di maturità dei propri figli, devono poter contare sul supporto delle istituzioni – scuola, strutture sanitarie, consultori – per rispondere alle esigenze dei ragazzi. E’ importante che in famiglia si individuino professionisti di fiducia a cui indirizzare i giovani, perché possano avere un approccio positivo, consapevole e responsabile riguardo la gestione della propria salute anche riproduttiva.
 
 
OBIETTIVI SANITARIO-ASSISTENZIALI
Prevenire, diagnosticare precocemente e curare le malattie del Sistema Riproduttivo è compito di Medici e Strutture altamente specializzate. I livelli d’intervento si suddividono in territoriali di base (Consultori ) e in ospedalieri avanzati (Reparti di Medicina e Chirurgia della Fertilità). La sequenza corretta d’intervento dovrebbe essere quella di un inquadramento diagnostico a livello delle strutture territoriali e successiva eventuale gestione terapeutica ospedaliera.
 
1) I Consultori Familiari
Il Consultorio familiare rappresenta la porta di accesso principale alla gravidanza. Appare chiaro il ruolo dei Consultori quali perno di un processo di umanizzazione del percorso nascita, e in generale della gestione della salute riproduttiva di uomini e donne, valorizzando la loro diffusione capillare e la loro possibilità di muoversi verso le persone adottando un approccio quanto più possibile individualizzato e mirato alla globalità delle necessità e non al singolo organo o alla singola patologia.
Nonostante questa responsabilità che ai Consultori viene attribuita e che, nei fatti, non è sostituita da alcuna ipotesi alternativa e sebbene i Consultori siano la rete di servizi più estesa e ramificata sul territorio nazionale, dopo quella dei Comuni, in Italia, anche in ragione della estrema diversità di regolamentazione e di impostazione delle politiche sanitarie delle singole Regioni, quello dei Consultori è senza dubbio uno degli ambiti più critici dal punto di vista degli investimenti in strutture e risorse umane.
Il Piano Nazionale per la Fertilità propone, in collaborazione con le Regioni e le Asl, una valorizzazione dei Consultori come primo anello e filtro nella catena assistenziale delle patologie riproduttive. Il Consultorio dovrà essere la prima tappa del percorso sanitario dedicato al paziente infertile, in stretto dialogo col successivo livello terapeutico ospedaliero. La sequenza assistenziale efficace dovrebbe iniziare dal Medico di Medicina Generale, oltre che dal pediatra di libera scelta per l’adolescente, e dovrebbe proseguire con l’invio dei pazienti al Consultorio dove gli Specialisti eseguiranno una accurata anamnesi e prescriveranno le indagini più opportune per raggiungere una diagnosi e delineare un’ipotesi terapeutica appropriata che potrà eventualmente essere messa in atto nella struttura ospedaliera.
 
2) Unità Organizzative di Medicina e Chirurgia della Fertilità
Nell’ambito delle attività di implementazione del Regolamento sulla definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera verrà valutata la possibilità e le condizione per definire requisiti specifici per Unità Organizzative di “Medicina e Chirurgia della Fertilità” nell’ambito dell’assistenza ospedaliera a complessità crescente. Tale tipologia di Unità Organizzativa, dotata di un’equipe multidisciplinare integrata, si pone come realtà medica propedeutica alla ginecologia e ostetricia nella loro classica accezione, come fondamento dei Dipartimenti materno infantile dei maggiori Ospedali, ad avamposto culturale e assistenziale di difesa e garanzia dei processi successivi di nascita e crescita dei bambini. La Medicina e Chirurgia della Fertilità si occupa di fertilità femminile e maschile, con gli aspetti diagnostici e terapeutici di endocrinologia riproduttiva e di imaging ed endoscopia dei genitali.
L’obiettivo qualificante di partenza di questa Unità Organizzativa è riportare l’attenzione, la ricerca, le risorse sulla priorità della tutela e del ripristino della funzione riproduttiva naturale rilanciando la prevenzione della patologia, le terapie mediche non invasive e, quando necessario, la chirurgia conservativa e ricostruttiva come quella tubarica, ovarica e uterina.
Le tecniche di fecondazione assistita hanno avuto uno straordinario sviluppo nell’ultimo decennio e consentono attualmente soluzioni riproduttive prima inimmaginabili. Tuttavia, paradossalmente, quella che era nata come risposta terapeutica a condizioni di patologia specifiche e molto selezionate, sta forse assumendo il significato di un’alternativa fisiologica. Non bisogna tuttavia dimenticare che i costi economici ed emotivi della fecondazione assistita sono elevati e gli effetti sulla salute restano in parte sconosciuti. Conoscere la fertilità, prevenire la sterilità, diagnosticare e curare la patologia deve quindi diventare la strategia da privilegiare prima dell’eventuale inevitabile ricorso alla procreazione medicalmente assistita che comunque deve essere presente a livelli di eccellenza in una Unità Organizzativa di Medicina e Chirurgia della Fertilità.
 
La Medicina e Chirurgia della Fertilità deve produrre Salute e produrre Cultura.
I prodotti da elaborare sono:
1) l’intervento medico sui pazienti per diagnosticare e curare la patologia riproduttiva che insidia la capacità procreativa e/o la salute generale
2) l’intervento medico sui pazienti per sostenere o sostituire con la procreazione medicalmente assistita i distretti riproduttivi severamente danneggiati
3) l’intervento medico di tutela della fertilità sui pazienti oncologici
4) l’educazione dei cittadini alla consapevolezza e alla conoscenza della loro funzione riproduttiva, alla prevenzione della patologia sia nella ricerca di prole sia nel controllo delle nascite
 
Gli obiettivi si raggiungono attraverso l’interazione e cooperazione con:
a) la Medicina Prenatale per le eventuali gravidanze a rischio dei concepimenti assistiti;
b) la Neonatologia per i neonati a rischio da gravidanze multiple dei concepimenti assistiti
c) l’Auxologia per monitorizzare l’accrescimento e il regolare sviluppo dei bambini nati da concepimenti assistiti
d) la Genetica Medica
e) l’Endocrinologia Pediatrica per la valutazione congiunta del regolare sviluppo puberale e l’identificazione precoce della patologia riproduttiva
f) l’Onco-ematologia Pediatrica per la tutela della fertilità prima, durante e dopo le terapie antineoplastiche, anche in coordinamento la Radiologia
g) la Chirurgia Pediatrica per la cooperazione in interventi di interesse riproduttivo
h) la Neurologia Pediatrica per la cooperazione nelle adolescenti con disturbi del comportamento alimentare
i) l’Ematologia per la tutela della fertilità nelle leucemie e linfomi
j) l’Oncologia per la tutela della fertilità
k) la Psicologia per consulenza durante trattamenti di PMA a norma legge 40
l) il Centro Nazionale Trapianti per la conservazione e trapianti di tessuti e cellule riproduttive nell’ ambito dell’ attuazione del Decreto 191/2004
 
All’interno di un numero limitato geograficamente equilibrato di Unità Organizzative di Medicina della Fertilità si deve collocare il Centro di Oncofertilità per la tutela della potenzialità riproduttiva nei pazienti oncologici.
Il Centro di Oncofertilità deve possedere tutte le professionalità ed offrire al suo interno tutte le alternative terapeutiche per preservare la fertilità e per ripristinare la fertilità dopo la remissione della patologia di base. Il Centro deve essere in grado, dopo accurato counseling multidisciplinare, di fornire interventi di chirurgia conservativa, di crioconservare tessuti gonadici e gameti sia maschili che femminili e di processarli e reimpiantarli con tecniche di fecondazione assistita. Considerata il grado elevato di specializzazione di una siffatta struttura, è necessario individuare o istituire ex-novo un numero limitato di Centri di Oncofertilità che rispondano a questi requisiti e che forniscano ai pazienti una risposta terapeutica esaustiva senza costringerli a peregrinazioni sanitarie alla ricerca delle diverse competenze. Si tratta quindi di pianificare la nascita di un servizio sanitario che non sia meramente un centro di fecondazione assistita o un centro oncologico o una banca del seme bensì un nuovo soggetto con tutti questi contenuti e la capacità di dialogo terapeutico interno. Ovviamente è necessario in primis educare e formare i professionisti destinati ad interagire in modo del tutto innovativo.
Il Piano Nazionale per la Fertilità, in collaborazione con le Regioni e le Aziende Ospedaliere, propone di valutare l’individuazione di Unità Organizzative di Medicina e Chirurgia della Fertilità nell’ambito dell’assistenza ospedaliera a complessità crescente, quale struttura di riferimento per a tutte le patologie del sistema riproduttivo.
 
MONITORAGGIO DEL PIANO
Il Ministero della Salute effettuerà un monitoraggio annuale del presente Piano, in collaborazione con il MIUR, le Regioni, i Comuni e le Federazioni degli operatori sanitari coinvolti sul territorio.
Il monitoraggio delle iniziative realizzate per il raggiungimento degli obiettivi sarà presentato in occasione del Fertility Day e pubblicato sul sito del Ministero della Salute.

27 maggio 2015
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