Amianto. Le Regioni in audizione in Parlamento: “In Italia quasi 20mila soggetti affetti da mesotelioma. Oltre 15mila lavoratori a rischio sorvegliati”
I tecnici regionali ascoltati dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali del Senato, sottolineando la necessità di un protocollo di assistenza sanitaria nazionale. Dal V rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi emerge che, i soggetti colpiti, hanno un'età media di 69,5 anni con 46 anni di latenza media. IL DOCUMENTO DELLE REGIONI
12 MAG - Si è tenuta oggi al Senato un’audizione di fronte alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro di una delegazione tecnica della Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Nel corso dell’incontro
Luciano Marchiori (dirigente Regione Veneto),
Antonio Maritati (dirigente Regione Veneto),
Alberto Chinaglia (funzionario Regione Veneto),
Giuseppe Mastrangelo (Università di Padova),
Massimo D'Angelo (Regione Piemonte) hanno illustrato un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni lo scorso 7 maggio, dedicato proprio al tema delle malattie professionali connesse all’utilizzo dell’amianto.
E' stato innanzitutto sottolineato come “il Piano Nazionale Amianto non è ancora approvato in Conferenza Stato- Regioni per il parere negativo espresso dal Ministero dell’Economia e Finanza il 13 gennaio 2015”. Per quanto riguarda le persone colpite da mesotelioma, il V rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi, in fase di pubblicazione, riferisce di una casistica di 19.956 soggetti con età media di 69,5 anni e con 46 anni di latenza media.
Quanto al prolungamento del controllo sanitario dopo la cessazione dell'esposizione, le Regioni ritengono che il quadro normativo attuale renda necessario “un protocollo di assistenza sanitaria da offrire ai lavoratori ex esposti ad amianto in maniera omogenea sul territorio nazionale, superando disomogeneità e disparità nell’offerta dei servizi sanitari”. Con riferimento, invece, alla prevenzione e alla vigilanza sui lavori di bonifica va detto che “nell’attuale quadro normativo, la tutela sanitaria degli esposti ad amianto è posta a carico del datore di lavoro e del medico competente dallo stesso incaricato. Gli esiti del monitoraggio sull’attività del medico competente riferiscono per il 2013 una popolazione di 15.922 lavoratori sorvegliati per il rischio amianto".
“Dal 2007, le Regioni monitorano, secondo indicatori di attività condivisi, le prestazioni delle Asl nel settore della sicurezza e salute del lavoro (nel caso specifico delle fibre di amianto anche di tutela del cittadino e dell’ambiente). L’analisi dei dati - prosegue il documento evidenzia come negli ultimi anni, in media siano stati notificati alle ASL oltre 60.000 piani di bonifica dell’amianto friabile o in matrice compatta (86.386 notifiche nel 2013). Oltre il 13 % dei cantieri adibiti ad attività di bonifica è annualmente oggetto di controllo ispettivo da parte delle Asl con riferimento prioritario alle situazioni di maggior pericolo".
“Presso ogni Regione - conclude il documento della conferenza - è attivo, inoltre, il flusso informativo riguardante informazioni annuali riassuntive concernenti i lavori svolti, le misure di protezione adottate, i lavoratori esposti, i livelli di esposizione dei lavoratori e i quantitativi di materiale smaltito. Il monitoraggio svolto nel 2011 ha evidenziato un quantitativo di materiale smaltito contenente amianto pari a 513.217 tonnellate con evidenza di 2259 relazioni trasmesse alle Regioni da parte delle ditte iscritte all’albo specifico”.
12 maggio 2015
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