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Riforma Titolo V. Allo Stato anche la competenza esclusiva sulle “politiche sociali”. Passa sub-emendamento Brunetta


La proposta dei relatori, sub emendata, ha avuto 383 sì e 56 no. A favore Maggioranza, Forza Italia, Sel e 5 Stelle. Con l'emendamento si modifica la lettera m) dell'art. 117 della Costituzione inserendo, oltre alle politiche per la tutela della salute, anche quelle sociali tra le competenze esclusive dello Stato. Non passa invece l'emedamento Vargiu che puntava a inserire con più chiarezza i Lea sanitari 

10 FEB - Nella giornata dello "strappo" con le dimissioni di uno dei relatori, il forzista Francesco Paolo Sisto, a testimonianza della rottura del "Patto del Nazareno", è stata apportata una significativa modifica al ddl di riforma del Titolo V della Costituzione. Allo Stato sarà infatti affidata la competenza esclusiva sulle Politiche sociali.
 
Una modifica che in ogni caso ha visto la convergenza ampia di quasi tutte le forze politiche, dal PD, a Sel, da FI a 5 Stelle, ed è contenuta in un emendamento all'articolo 30 del ddl sulle riforme costituzionali approvato oggi dall'Aula della Camera. Il testo, che modifica la lettera m) dell'articolo 117 della Costituzione, in un primo momento era stato depositato con le firme dei relatori. Successivamente, è stato modificato con il via libera a un sub emendamento di Forza Italia, a firma Renato Brunetta. La versione originaria dei relatori stabiliva la competenza esclusiva allo Stato per i "servizi sociali". La nuova versione che parla, invece, di "politiche sociali" è stata approvata con 383 sì e 56 no.

La lettera m) dell'articolo 117 sancisce ora che lo Stato ha legislazione esclusiva nella "determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per la sicurezza alimentare e per la tutela e sicurezza del lavoro e per le politiche sociali".

Nel corso della mattinata sono stati, invece, respinti diversi emendamenti che si proponevano di modificare la lettera m). Non ha passato l'esame dell'Aula quello presentato dal presidente della commissione Affari Sociali, Pierpaolo Vargiu (Sc) e sostenuto da diverse Associazioni di malati capitanate dalla Favo, che proponeva di sostituire la parola "diritti sociali" con "socio sanitari". "Per ora, purtroppo - ha commentato Vargiu - la Costituzione non rafforza la sua tutela verso i più deboli. Il diritto alla salute rischia di essere ancora affidato a ventuno sistemi sanitari differenti in ventuno contesti economici e sociali differenti con risposte spesso inadeguate rispetto alle reali esigenze del cittadino. L'emendamento che introduceva in Costituzione la garanzia statale dei diritti di salute è stato respinto questa mattina dall'Aula della Camera".

Stessa sorte è toccata all'emendamento presentato a prima firma da Danilo Toninelli (M5S) che puntava ad aggiungere dopo le parole "tutela della salute" le seguenti: "per i trattamenti sanitari". "Con questo emendamento - ha spiegato intervenendo in Aula Silvia Giordano (M5S) - cerchiamo di allargare un po’ di più le competenze statali, perché, dopo la riforma del Titolo V, si è creata tanta confusione tra la competenza regionale e la competenza statale, soprattutto per quanto riguarda la materia della tutela della salute e dei trattamenti sanitari".  

10 febbraio 2015
© Riproduzione riservata

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