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Martini: “Dall’Hi tech all’Hi touch, per un nuovo umanesimo in sanità”


Un nuovo umanesimo, una visione olistica che ponga al centro il paziente e la sua relazione con i medico curante. È questa la nuova prospettiva proposta questa mattina dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, durante la presentazione del libro “Il mondo invisibile dei pazienti fragili”. Un problema che riguarda un numero crescente di assistiti.

15 DIC - Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, è intervenuta stamane presso l’Auditorium di Lungotevere Ripa, durante la presentazione del libro “Il mondo invisibile dei pazienti fragili”, spiegando come questa sia una delle grandi sfide della nostra epoca da dover affrontare in maniera adeguata, per far fronte al trend crescente di allungamento della vita media. Il paziente fragile è quel paziente che ha problemi di salute connessi a problemi di disabilità, ad una complessità di gestione, e spesso alla mancanza di un’assistenza familiare.
Martini ha spiegato come in Veneto, Regione presso la quale è stata in passato assessore alla Sanità, da circa un decennio si stia sperimentando un modello sociosanitario che pone al centro delle sue attenzioni la persona e la rete assistenziale, con una particolare attenzione proprio alla categoria dei pazienti fragili. “Nostra intenzione – ha spiegato Martini - è quella di passare da una visione unicamente orientata verso l’Hi tech, ad una capace di riscoprire il ruolo fondamentale dell’Hi touch. Un nuovo umanesimo dunque, che ponga al centro la persona, anche attraverso la creazione, per mezzo di un adeguata formazione, di un rapporto quasi empatico tra il paziente ed il suo medico curante”. “Obiettivo del ministero è quello di arrivare ad un ottimale gestione delle risorse e alla creazione di una rete assistenziale di qualità – ha spiegato - . Per questo motivo, collaborando con gli autori di questo libro, e prendendo come riferimento i dati presentati nel loro studio, vorremmo arrivare alla definizione di linee guida sulla fragilità da poter poi proporre a livello nazionale”.
“I punti essenziali che dovranno interessare queste linee guida – ha proseguito il sottosegretario – saranno innanzitutto l’identificazione del paziente fragile e la misurazione della fragilità per mezzo di strumenti tecnici condivisibili; si dovranno poi classificare strutture e modelli di assistenza, classificando la loro capacità d’integrazione. Infine – ha concluso – si dovranno formare professionisti sui problemi legati alla fragilità, capaci di lavorare in equipe ed in rete, e riconoscere ai medici questo ruolo specifico”.
 
Giovanni Rodriquez

15 dicembre 2010
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