Chiusura Opg. Cecconi (Stop Opg): "Si protrae sofferenza. Il Parlamento stabilisca norme più stringenti"
Il decreto approvato dal Governo proroga di un altro anno i termini per la chiusura delle strutture. L'auspicio del Comitato è quello che, in sede di conversione del decreto legge, vengano introdotte disposizioni più stringenti che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione.
01 APR - "Il primo aprile scadeva il termine fissato dalla legge per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari e invece, come previsto, il Governo ha approvato un decreto di proroga per un altro anno. Si protrae così la grande sofferenza per le persone, quasi mille, ancora internati nei sei Opg presenti sul territorio nazionale, definiti dal Presidente della Repubblica Napolitano strutture indegne per un Paese civile". Così
Stefano Cecconi del Comitato Stop Opg, ha commentato la proroga di un anno per la chiusura degli Opg approvata ieri in Consiglio dei Ministri.
"Avevamo detto che non era accettabile una proroga senza fissare precisi vincoli. In questo senso il nuovo decreto contiene due importanti novità - ha spiegato Cecconi - tra sei mesi 'commissariamento' per le regioni inadempienti, e dovere del Giudice (anche di sorveglianza) di verificare se in luogo del ricovero in un Opg può essere adottata nei confronti dell’infermo di mente una diversa misura di sicurezza. Bisognerà capire quanto queste norme siano effettivamente 'vincolanti', ma, indubbiamente, si tratta di primi passi nella direzione auspicata. Anche se non bastano".
"Ora lavoreremo in sede di conversione del decreto in legge per introdurre disposizioni più stringenti (es. obbligo dei progetti di cura e riabilitazione individuali), che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione, che, insieme al non invio in Opg delle misure di sicurezza provvisorie, possono davvero 'svuotare' l’Opg. Ciò vuol dire far diventare le REMS - i cosiddetti 'mini Opg' regionali previsti dalla legge - 'inutili' o quantomeno residuali. Per questo i finanziamenti destinati alla chiusura degli Opg vanno utilizzati subito per potenziare i servizi di salute mentale; ciò vale non solo per gli internati ma per tutti i cittadini, per rendere a pieno titolo efficace la Legge 180. Da ultimo deve essere fissato un termine alla misura di sicurezza, per porre fine ai tanti 'ergastoli bianchi' - ha concluso -. Sappiamo che per abolire l’Opg, e fermare nuovi internamenti, bisogna cambiare il codice Rocco. A maggior ragione è importante che intanto il decreto riporti l’attuale processo di superamento degli Opg 'nella carreggiata' della Legge 180, che chiudendo i manicomi ha tracciato la strada per restituire diritti e cittadinanza".
01 aprile 2014
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Governo e Parlamento
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy