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Camera: Fazio risponde su intramoenia, legge 40 e arsenico nell'acqua


Tre le interrogazioni presentate oggi al ministro della Salute nel corso del Question Time alla Camera. Corretto esercizio della libera professione intramuraria, corretta applicazione della legge sulla procreazione assistita in relazione al pagamento delle prestazioni richiesto dall'ospedale di Padova, e azioni per risolvere il problema dell'arsenico rilevato nelle acque ad uso alimentare in 5 Regioni, queste le materie su cui Fazio è stato chiamato a rispondere.

24 NOV - Si è svolto oggi pomeriggio, alla Camera, il Question Time nel corso del quale il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è stato chiamato a rispondere in materia di intramoenia, procreazione assistita e arsenico nelle acque ad uso alimentare rilevata in 5 Regioni.

 
Iniziative di competenza in relazione alla corretta applicazione della legge n. 40 del 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita alla luce di vicende verificatesi presso l'ospedale di Padova

L’interrogazione arriva dall’on. Marco Calgaro, che illustra come, tra il 2003 ed il 2010, novecento pazienti si sono sottoposte presso l'ospedale di Padova a trattamenti di fecondazione in vitro. “Le pazienti – spiega Calgaro, hanno pagato, come da tariffario, 36 euro di ticket per prestazione, in linea con tutte le altre strutture pubbliche che praticano la procreazione medicalmente assistita che sono presenti nella regione Veneto”, ma “a maggio 2010 l'amministrazione dell'ospedale di Padova ha ritenuto responsabile del deficit di circa 1.400.000 euro nel bilancio della struttura la mancata applicazione di una delibera interna, che avrebbe dovuto imporre alle pazienti che si sono sottoposte ai trattamenti di fecondazione in vitro il pagamento di cifre variabili dai 400 ai 700 euro. Incessanti sono a tutt'oggi le pressioni fatte anche dai medici sulle pazienti, che si sono viste intimare il pagamento retroattivo dei trattamenti, mai richiesto prima dei trattamenti stessi. Le pazienti – continua ancora Calgaro - si sono viste recapitare la richiesta di pagamento in busta aperta e con dettaglio approfondito dei trattamenti effettuati, con evidente violazione della normativa sulla privacy, sono anche state minacciate del passaggio della pratica di riscossione ad Equitalia e, in molti casi, per evitare conseguenze economiche insopportabili, si sono risolte a sospendere il trattamento”.

Nel rispondere, Fazio ha premesso che le scelte organizzative aziendali “non sono adottate previa autorizzazione del Ministero della salute”. Considerato questo, “se la prestazione è praticata con attività a carico del Servizio sanitario nazionale in regime ambulatoriale è corretta la partecipazione alla spesa pagata, in quanto è previsto che il ticket possa essere fissato a 36,15 euro; se fosse praticata in regime di ricovero ordinario non è prevista alcuna partecipazione alla spesa; se è erogata in regime libero-professionale le donne sono informate prima”.
Nel merito della questione, in ordine all'ospedale di Padova, non avendo conoscenza diretta dei fatti, Fazio ha fatto sapere di aver chiesto e acquisito le informazioni da parte della prefettura di Padova: “Si tratta – ha spiegato il ministro - di procedure FIVET, cioè di fecondazione in vitro e ICSI, cioè fecondazione in vitro con iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo, che a seguito delle direttive regionali sono state assicurate al regime ambulatoriale con pagamento del solo ticket nel 2010, nonostante queste procedure già dal 2003 fossero assoggettate a tariffa. Questa condotta, che ha comportato un ammanco finanziario ingiustificato, ha determinato la revoca da parte dell'azienda ospedaliera della convenzione in essere con il direttore della suddetta struttura complessa”. Ribadito che le scelte aziendali non rientrano nelle dirette competenze del Ministero, Fazio ha comunque assicurato l’impegno ad avviare “una cognizione sullo stato dell'arte a livello regionale per quanto riguarda l'attuazione della legge n. 40 del 2004 per evitare che vi siano altre situazioni di questo genere”.
 
 
Iniziative di competenza per garantire l'effettivo e corretto esercizio dell'attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari
Presentata da Francesco Stagno d’Alcontres, l’interrogazione verteva sulla necessità di rivedere le modalità di esercizio dell'attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari, che, nel rispetto delle funzioni e delle prerogative delle regioni, garantisca a livello nazionale un corretto ed equilibrato rapporto tra attività istituzionale ed attività libero-professionale.

Il ministro Fazio ha anzitutto auspicato che il provvedimento in materia in esame alla camera proceda, e poi illustrato l’accordo proposto in Conferenza Stato-Regioni per l’applicazione dell'attuale normativa vigente “che, di fatto, non in tutta Italia è applicata”.
“Tale accordo – ha spiegato il ministro - prevede anzitutto la definizione annuale, in sede di contrattazione, del budget o della specifica negoziazione con le strutture aziendali dei volumi di attività istituzionale dovuti: in altri termini, quanta attività deve essere svolta in sede istituzionale. Inoltre, si prevede la definizione di risorse aggiuntive destinate alle attività istituzionali o libero-professionali a favore dell'azienda, anche con modalità di remunerazione diverse rispetto a quella oraria, ai fini del progressivo conseguimento degli obiettivi di allineamento dei tempi di erogazione delle prestazioni nell'ambito dell'attività istituzionale ai tempi medi di quelle rese in regime di libera professione intramuraria. In altre parole – ha affermato Fazio -, si vuole garantire un certo tipo di attività istituzionale, in termini non di ore, ma di attività, cioè in termini di prestazioni; dopodiché, si potrà iniziare a svolgere l'attività libero-professionale. Si prevede, inoltre, l'affidamento al personale aziendale della prenotazione delle prestazioni libero-professionali e la definizione delle tariffe per l'attività libero-professionale, chiarendo tali aspetti”.
“Crediamo – ha concluso Fazio - che l'accordo in oggetto possa garantire un corretto ed equilibrato rapporto tra attività istituzionale e libero-professionale e che possa costituire anche una solida base per quando, ci auguriamo al più presto, verrà approvata dal Parlamento la nuova regolamentazione del cosiddetto governo clinico e, quindi, la nuova regolamentazione dell'attività libero-professionale”.
 
 
Iniziative in ordine alla concentrazione di arsenico nelle acque ad uso alimentare rilevata in numerosi comuni di cinque regioni italiane.
A presentare l’interrogazione è stato l’on. Armando Dionisi, che ha ricordato come l'innalzamento dei limiti di legge sulla concentrazione di Pag. 120arsenico nelle acque ad uso alimentare sia un problema che interessa 250 mila famiglie, 750 mila abitanti residenti per la maggior parte nel Lazio, ma altri problemi sono presenti in Umbria, in Toscana e in Trentino.
“Il problema – ha spiegato Fazio - riguarda l'arricchimento naturale delle acque legato alla presenza geologica di arsenico nelle rocce prevalentemente appenniniche, delle Alpi e comunque montane. Tanto è vero che il problema riguarda non soltanto il nostro Paese ma anche Germania, Ungheria e altri Paesi”. Il ministro ha ricordato che “le funzioni inerenti alla gestione dell'acqua potabile sono attribuite dalla normativa vigente alle autorità locali e la competenza residua del Governo e del Ministero della salute è limitata soltanto alla fissazione di eventuali valori di deroga”. E in questo senso, Fazio ha informato la Camera che le Regioni “si sono adoperate anche con rilevanti impegni economici ad avviare ogni iniziativa per cercare di risolvere il problema” e che “le iniziative del Ministero sono la collaborazione con le regioni volta a stabilire programmi di attuazione relativi o alla installazione di dearsenificatori o alla richiesta di deroghe alla Unione europea, nonché altri interventi atti a garantire a tutti i cittadini italiani un approvvigionamento idrico adeguato”.
Fazio ha quindi annunciato che presto sarà emanato, di concerto con il Ministero dell'ambiente, il decreto di recepimento della decisione europea, mentre “il Ministero e il Governo continuano ad essere disponibili a colloquiare con le regioni per risolvere questo problema che si è posto nel nostro Paese come in altri Paesi dell'Europa”.
 

24 novembre 2010
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