Farmacie. Lorenzin: "Componente imprescindibile del tessuto sociale del Paese"
Questo il pensiero ribadito dal ministro della Salute nel corso dell'inaugurazione annuale del corso Ecm presso La Sapienza di Roma. Come riportato da Il Mattinale, Lorenzin ha spiegato che le farmacie saranno integrate nella "grande sfida di ridisegnare la sanità del territorio in modo da lasciare agli ospedali le sole urgenze e acuzie".
21 GEN - "Le farmacie sono imprescindibili. Non sono, infatti, solo una infrastruttura essenziale della sanità del Paese, ma anche una componente imprescindibile del tessuto sociale: qualcuno in questi anni può anche avere accarezzato l'idea di sradicarla da questo ruolo, ma se c'è una cosa da sradicare è proprio questa idea. È una pessima abitudine tutta italiana, quella di ricominciare tutto da capo in occasione dell'avvicendarsi delle stagioni politiche, smontando anche quel che di buono è stato fatto prima. Invece è fondamentale partire da dati di certezza, da quello che già abbiamo e che funziona. E le farmacie per fortuna le abbiamo, capillarmente inserite nel territorio, occhio e orecchie del Ssn nel vivo del tessuto sociale, fondamentali soprattutto per alimentare i flussi informativi". Così il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, intervenuta all'inaugurazione annuale del corso Ecm presso La Sapienza di Roma, come riportato oggi da
Il Mattinale, ha risposto alla sollecitazione del presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Roma e Provincia,
Emilio Croce, che nel suo intervento aveva chiesto se lo Stato volesse considerare le farmacie "un mero terminale distributivo sul territorio o il primo dei presidi di salute".
Per Lorenzin il punto di partenza del percorso che va disegnato per la rete delle farmacie sarà quello di integrarle nella grande sfida di ridisegnare la sanità rispetto al modello ospedale-centrico degli anni '70, per arrivare a un modello di sanità sostenibile, capace di soddisfare i bisogni di assistenza sul territorio, con servizi di prossimità, lasciando agli ospedali le sole urgenze e acuzie.
"Cruciale sarà il Patto per la Salute - ha proseguito il ministro -. Sarà un accordo stringente dove le Regioni si giocano la loro credibilità. Ci sono le premesse, i tempi e la possibilità per chiudere questa fondamentale partita, che stiamo giocando guardando alla necessità di scrivere un Patto che sia applicabile al 100%, e non al 30-40% come è sempre avvenuto negli anni passati, quando la metà e oltre delle cose da fare rimanevano sulla carta. Abbiamo articolato il Patto in dieci punti e abbiamo stilato con le Regioni un programma di dieci incontri in cui affrontarli e chiudere, con pragmatismo e concretezza, anche perché il Patto dovrà essere la spending review della nostra sanità: farà risparmiare, e molto, e potremmo reinvestire quelle risorse nel sistema, per innovare e adeguare le strutture".
Fondamentale, per il ministro, la condivisione fin qui registrata sulla necessità di riportare al centro, al ministero, funzioni più stringenti di verifica, monitoraggio e controllo, oltre che di indirizzo, in particolare sui Lea e l'erogazione delle prestazioni e i loro standard qualitativi: "Intervenire con tempestività su efficacia ed efficienza dei servizi sanitari erogati dalle Regioni in presenza delle prime criticità, e non quando ormai le situazioni di crisi diventano irreversibili, eviterà il ripetersi delle situazioni drammatiche che abbiamo dovuto registrare in alcune Regioni - ha detto Lorenzin - e questo è un aspetto che le stesse Regioni - che, lo ripeto, si giocano la loro credibilità agli occhi dei cittadini - hanno dimostrato di capire e sottoscrivere".
La sanità, ha detto ancora il ministro "deve essere in grado di capire fin d'ora e di attrezzarsi ad affrontare quanto accadrà nei prossimi, decisivi 10-15 anni, quando fenomeni come l'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle cronicità porranno serie difficoltà, soprattutto in termini di sostenbilità economica".
Il sistema, secondo Lorenzin, deve dunque cambiare pelle, eliminare le sue rigidità e diventare al contrario flessibile, "per adattarsi e rispondere alle incognite che potremo incontrare". Quel che è certo è che questo "salto" la sanità italiana lo deve fare tutta insieme e - ha voluto sottolineare il ministro - "senza depauperare le professioni".
Tra le quali, ovviamente, ci sono anche i farmacisti, attesi secondo la titolare della Sanità da una sfida supplementare, quella che viene dai cambiamenti radicali della farmacologia, che inevitabilmente costringeranno ad approcci del tutto diversi nella gestione di terapie sempre più avanzate e personalizzate. "Sfide appassionanti" ha detto il ministro "che vanno affrontate guardandole in faccia e assumendosi impegni e responsabilità. Pur con tutte le difficoltà e criticità, a partire dalla sanità a diverse velocità e a macchia di leopardo, non mancano le cose buone: è da quello che bisogna partire, con convinzione, ed è quello che stiamo concretamente provando a fare".
In precedenza, il presidente Croce, a proposito del corso Ecm, aveva ricordato che "l’edizione 2014 privilegerà l’impostazione politematica già sperimentata con successo nelle passate edizioni, al fine di consentire un aggiornamento delle conoscenze sui temi, attuali e utili per sviluppare le conoscenze necessarie per l’esercizio della professione. Voglio anche informarvi che, per rendere più agevole la partecipazione ai corsi - ha proseguito - l’intero ciclo di lezioni verrà replicato in altre quattro sessioni, una a Roma (nel prossimo autunno) e altre tre realizzate in provincia con la collaborazione dell’Asl RM/F a Civitavecchia, l’Asl RM/G a Tivoli e l’Asl RM/H a Velletri. L’obiettivo è sempre quella di coinvolgere il maggior numero di colleghi, mai inferiore nelle scorse edizioni ai 3500 partecipanti (che rappresentano una percentuale davvero importante)".
Passando poi all'attualità, il presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Roma e Pronvincia, dicendosi consapevole del momento difficile attraversato dal Paese, aveva ricordato come la professione sia stata interessata negli ultimi due anni da "una cascata di provvedimenti, a partire dal 'Cresci Italia' con la previsione di concorso straordinario, per finire con la legge sulla spending review che ha rilanciato la riforma della remunerazione della filiera del farmaco".
"Questione, quest’ultima - ha detto Croce - che per una serie di vicissitudini non è giunta a compimento, ed è 'scivolata' quindi in quest'anno appena cominciato, nel quale dovrebbe giungere a compimento anche il Concorso Regionale per 279 sedi che ha visto la presentazione di 2449 candidature, di cui 1281 in partecipazione associata. A questo riguardo, per quanto le previsioni siano l’esercizio che più di ogni atto espone a figuracce (perché c’è sempre il rischio di sbagliarle) sulla base di qualche segnale che arriva dalla Regione, possiamo confidare in una conclusione del concorso verso maggio-giugno".
"Nel 2014 - ha aggiunto - dovrebbe trovare soluzione anche la riforma della remunerazione: le ultime proiezioni confermano che la tendenza alla diminuzione dei prezzi dei farmaci è destinata ancora a continuare. Per la sostenibilità del sistema occorre quindi svincolare i compensi per il servizio professionale dalla quota percentuale, in modo da stabilizzare l'economia delle farmacie. Altra partita non meno importante riguarderà il rinnovo della convenzione tra farmacie e Ssn, all'interno della quale dovrebbero anche trovare capienza le misure necessarie per dare concretezza alla prospettiva della cosiddetta farmacia dei servizi".
21 gennaio 2014
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