Sperimentazione animale. Amato (Pd): “Basta discredito sui ricercatori”
Per la deputata “assistiamo a campagne di comunicazione sul tema assolutamente distorte” e a “un fanatismo che nulla a che vedere con la sensibilità animalista”. Per Amato “le regole devono essere stringenti” ma “senza strozzare la ricerca” che “per ora non può, ancora, rinunciare all'utilizzo degli animali”.
09 GEN - “Voglio esprimere pubblicamente la mia solidarietà ai ricercatori quotidianamente attaccati ad opera di un fanatismo che nulla a che vedere con la sensibilità animalista”. Ad affermarlo, in una nota, è l’onorevole
Maria Amato, parlamentare del Partito Democratico e membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, in merito all’acceso dibattito in corso sulla sperimentazione animale. Amato condanna “i manifesti che ritraggono i ricercatori come boia, le reiterate minacce al professor
Silvio Garattini, i danni agli stabulari con la liberazione di animali destinandoli così ad una morte inutile. Un’azione di minaccia che finisce per essere un boomerang come le minacce sul più seguito social network quale facebook a Caterina”.
La deputata del Pd si schiera quindi dalla parte della ricerca che, sottolinea, “per ora non può, ancora, rinunciare all'utilizzo degli animali da laboratorio e che proprio a quegli animali deve passaggi determinanti per la medicina”.
“In questo periodo, con le polemiche prima per il protocollo Stamina, e ora per il decreto attuativo sull'utilizzo degli animali da laboratorio, i ricercatori ed il metodo scientifico sono bersaglio di iniziative di discredito basate su informazioni distorte e campagne di comunicazione con immagini forti, spesso assolutamente fuori contesto”, prosegue Amato. “Si arriva ad eccessi quali dover usare per legge anestetico o analgesico per le procedure sui polipi o i calamari; si fa passare lo xenotrapianto come una mostruosità, tacendo il fatto che con questo termine si indica anche la pratica per cui si impiantano le cellule del cancro di mammella di una donna su più topi e si testano i diversi farmaci in modo da determinare quello con maggiore efficacia per la cura di quel cancro, di quella donna. Punti di vista: la guardi dalla parte del topo? da quella della donna? quella donna è senza nome o se fa parte della tua vita?”.
Per Amato, indubbiamente, le regole alla base della sperimentazione animale “devono essere stringenti senza strozzare la ricerca, la integrazione tra metodi classici e metodi alternativi senza animali deve avvenire con equilibrio". Per la parlamentare democratica, infatti, “quando si parla di salute non possiamo essere ipocriti. Quando si dice che la sperimentazione deve essere fatta direttamente sull'uomo, piuttosto che scrivere messaggi di minaccia sarebbe più coerente fare la richiesta per fare la cavia". D'altra parte, evidenzia Amato, "il fondamentalismo per gli animali degli stabulari, si stempera quando si tratta di derattizzare: eppure si tratta sempre di roditori. I maiali delle valvole cardiache (xenotrapianto) sono della stessa specie di quelli che dopo un anno di vita diventano salsicce e prosciutti, le bistecche nascono vitelli".
"Con il rispetto delle regole, evitando il dolore inutile, tra i ricercatori e gli animali da laboratorio la scelta di campo per me è obbligata: io sto con i malati", conclude Amato ricordando che "l'Europa per questo processo di cambiamento non traumatico ha stanziato, con Horizon 2020, 70 miliardi di euro per progetti di ricerca innovativi con metodi alternativi: la vera sfida e' partecipare al cambiamento del pensiero scientifico. La nano-robotica cresce e ha buoni risultati – spiega Amato che per la Commissione è anche relatore sull’argomento - molti protocolli possono essere condotti in vitro senza la necessità di un secondo passaggio in vivo, ma ci sono in corso ricerche di revisione sull'uso dei farmaci per oncologia e malattie neurologiche, c'e' un sistema di ricerca internazionale multicentrico che ci escluderebbe dai lavori che prevedono l'utilizzo di animali”.
09 gennaio 2014
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