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Legge di stabilità. Farmindustria e sindacati: “La farmaceutica non è un bancomat. No alle gare d’acquisto per equivalenza terapeutica”


La Giunta dell’associazione si è riunita per la prima volta insieme ai sindacati di categoria dei chimici. In un comunicato congiunto il no deciso alle proposte di emendamento che prevedono a livello territoriale l’uso di gare basate sull’equivalenza terapeutica. "Ripercussioni gravi su industria, medici e pazienti".

14 NOV - Alla Giunta di Farmindustria, che si è svolta oggi a Roma, hanno partecipato i Segretari Generali di Filctem-Cgil, Emilio Miceli, di Femca Cisl, Sergio Gigli, e di Uiltec, Paolo Pirani, per esaminare congiuntamente la situazione dell’industria farmaceutica, filiera fondamentale del Paese.
Una presenza - sottolinea una nota congiunta di Farmindustria e dei sindacati - che conferma la positività delle relazioni industriali esistenti nel settore.
 
L’incontro - il primo in Giunta con i vertici delle tre Organizzazioni Sindacali – ha fatto emergere la gravissima e condivisa preoccupazione e lo sconcerto per gli emendamenti alla Legge di Stabilità in discussione in Parlamento sulla farmaceutica.
 
In particolare, tra le Imprese e i Sindacati desta forte apprensione la proposta di prevedere a livello territoriale l’uso di gare basate sull’equivalenza terapeutica.
 
Una misura che, se adottata - si legge nella nota - colpirebbe i pazienti, l’autonomia prescrittiva dei medici e le imprese del farmaco che producono e investono in Italia, a favore di quelle estere.
Con conseguenze facilmente prevedibili in termini di riduzione dell’occupazione, di delocalizzazione degli stabilimenti, di chiusura di aziende, di calo drammatico della produzione e dell’export.
 
Ancora una volta - prosegue la nota di industria e sindacati - decisioni di carattere meramente economicistico metterebbero da parte gli interessi del Paese e della sua crescita per puntare a fare cassa immediatamente e tornerebbe così a galla la logica dell’industria farmaceutica come bancomat per coprire sprechi e inefficienze non addebitabili ai farmaci.
 
Per questo, sindacati e industria chiedono l’immediato confronto con il Governo per rappresentare la "gravità del quadro descritto e il rischio drammatico di perdere un altro settore industriale ad alto contenuto tecnologico, uno dei pochi rimasti, fondamentale per la crescita del Paese". 

14 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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