Decreto PA. Ok della Camera sul filo di lana. Il governo pensa alla fiducia
È arrivato nella serata di ieri il via libera dell’Aula di Montecitorio al Decreto, dopo un accesa giornata politica in cui si è anche considerata l'ipotesi di ricorso alla fiducia. Il testo tornerà ora all’esame del Senato, dove dovrà essere approvato entro il 30 ottobre, data della sua decadenza.
25 OTT - Giornata difficile quella di ieri alla Camera. L’acceso clima politico, su cui influivano anche il rinvio a giudizio di Berlusconi nel processo per la compravendita di parlamentari e l’elezioni di Rosy Bindi alla presidenza della commissione Antimafia, ha messo a rischi fino all’ultimo il Decreto sulla Pubblica Amministrazione all’esame dell’Assemblea dei deputati. Tanto che il Governo si è detto disponibilie a porre la questione di fiducia. Il provvedimento infatti, dovrà essere approvato definitivamente entro il 30 ottobre oppure decadrà.
Alla fine il Decreto Pa ce l’ha fatta. E in un Aula mezza vuota, le cronache parlamentari riferiscono che i presenti erano appena 311, con 208 voti a favore, 27 contrari e 76 astenuti ha passato il vaglio di Montecitorio. Ora tornerà al Senato, dove è atteso il via libera definitivo. Il decreto aveva ottenuto
il primo via libera dal Senato lo scorso 10 ottobre, mentre l'iter alla
Camera era partito il 23 ottobre.
Tra le modifiche approvate dall’assemblea dei deputati, la sospensione per 10 mesi degli adempimenti e delle sanzioni previste per il
Sistri, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti.
Si stabilsce inoltre, all'art. 2, che i contratti stipulati dall'
Agenzia italiana del farmaco per l'attribuzione di funzioni dirigenziali possano essere prorogati, in mancanza di professionalità interne, comunque non oltre il 31 ottobre 2014, anche in sede di riorganizzazione ma nel limite dei posti disponibili in pianta organica. Senza però nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Soppresso invece il comma 3-septies dell’articolo 4 che prevedeva che “per gli anni 2014-2016 le procedure di mobilità di cui all'articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, si svolgono nei limiti della percentuale di
turn over non riservata alle assunzioni secondo la normativa vigente”.
Per quanto riguarda le
assunzioni a tempo indeterminato e il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato si prevede, al comma 6-quater dell’articolo 4, che “per gli anni 2013, 2014, 2015 e 2016, le regioni e i comuni che hanno proceduto, ai sensi dell'articolo 1, comma 560, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, a indire procedure selettive pubbliche per titoli esami, possono, in via prioritaria rispetto al reclutamento speciale di cui al comma 6 e in relazione al proprio effettivo fabbisogno e alle risorse finanziarie disponibili, fermo restando il rispetto delle regole del patto di stabilità interno e nel rispetto dei vincoli normativi assunzionali e in materia di contenimento della spesa complessiva di personale, procedere all'assunzione a tempo indeterminato, a domanda, del personale non dirigenziale assunto con contratto di lavoro a tempo determinato, sottoscritto a conclusione delle procedure selettive precedentemente indicate, che abbia maturato, alla data di entrata in vigore del presente decreto, almeno tre anni di servizio alle proprie dipendenze negli ultimi cinque anni. Nelle more delle procedure di cui al presente comma, le regioni e i comuni possono prorogare, nel rispetto dei limiti massimi della spesa annua sostenuta per le stesse finalità, previsti dall'articolo 9, comma 28, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, i contratti di lavoro a tempo determinato di cui al periodo precedente fino a conclusione delle procedure stesse e comunque non oltre il 31 dicembre 2016”.
Soppresso invece l’articolo 4 bis che estendeva alle
istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza e alle aziende pubbliche di servizi alla persona la stessa disciplina prevista per gli enti del Servizio sanitario nazionale o per le aziende speciali dei comuni che operino nei settori dei servizi socio-sanitari, assistenziali, culturali ed educativi.
Ulteriore novità anche per i
donatori di sangue. La Camera ha infatti approvato un emendamento che prevede che “limitatamente ai benefici riconosciuti in relazione alla donazione di sangue e di emocomponenti, è autorizzata la spesa di 0,2 milioni di euro per l'anno 2013, di 2 milioni di euro per l'anno 2014, di 3 milioni di euro per l'anno 2015, di 4 milioni di euro per l'anno 2016 e di 5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017.
Novità anche per i
congedi parentali di maternità e di paternità, per i quali è autorizzata la spesa di 0,6 milioni di euro nel 2013, 3 milioni nel 2014, 5 milioni nel 2015, 8,7 milioni nel 2016 e 11,4 milioni a decorrere dal 2017.
Ricordiamo, infine, che per il
comparto sanità il decreto prevede che la r
egolarizzazione dei precari avvenga tramite un successivo decreto del presidente del consiglio dei ministri che individuerà, “per il personale dedicato alla ricerca in sanità”, quali “requisiti per l’accesso ai concorsi, dei titoli di studio di laurea e post laurea in possesso del personale precario nonché per il personale medico in servizio presso il pronto soccorso delle aziende sanitarie locali, con almeno 5 anni di prestazione continuativa, ancorché non in possesso della specializzazione in medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza”.
25 ottobre 2013
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