Riabilitazione: il ministero presenta le nuove linee guida
Continuità assistenziale ospedale-territorio, approccio interdisciplinare, modello bio-psico-sociale. Sono queste le fondamenta del nuovo Piano di indirizzo per la riabilitazione, che vanno ad aggiornare il sistema riabilitativo datato 1998. In Italia sono oltre 2 milioni e mezzo le persone con disabilità.
06 OTT - Più di 2 milioni e mezzo di italiani sono disabili. E sempre di più lo saranno, con l'aumento della popolazione anziana, delle malattie croniche e della possibilità di sopravvivenza dopo i grandi traumi. Per dare un'adeguata risposta a quest'evoluzione epidemiologica, il ministero della Salute ha elaborato un nuovo Piano di indirizzo della riabilitazione. Le ultime linee guida in materia risalivano al 1998.
Il Piano è stato presentato oggi al ministero della Salute dal ministro Ferruccio Fazio e dal sottosegretario Francesca Martini. A caratterizzarlo è il modello "bio-psico-sociale", che pone al centro del sistema il cittadino disabile e il suo contesto familiare nella loro interazione con l’ambiente sociale e con le istituzioni. Una delle novità di maggior rilievo è proprio questa, la nascita di un percorso individuale portato avanti da un team multidisciplinare che vede includere, a pieno titolo, anche la presenza del
caregiver, ossia del familiare coinvolto nella presa in carico del paziente. Fino ad oggi, infatti, la continuità assistenziale era spesso ottenuta attraverso la somma di molti interventi singoli e non coordinati, mancando così l'obiettivo di una precoce e completa presa in carico globale del paziente. Ora, invece, si lavorera in
team.
Verranno inoltre creati Dipartimenti
ad hoc per la riabilitazione, e ogni Regione stabilirà la tipologia organizzativa o gestionale per garantire la continuità tra l’ospedale e il territorio.
Da segnalare come anche l’attività fisica adattata (Afa), avrà la sua importanza all’interno delle nuove linee guida, andando a ricoprire un duplice ruolo a livello di mantenimento e prevenzione: combattere l’ipomobilità e favorire la socializzazione. Agevolare dunque l’acquisizione di stili di vita sani per migliorare autonomia e qualità della vita.
Il ministro Fazio ha infine evidenziato come la prima, “grande conquista è stata dimensionare adeguatamente la riabilitazione ad alta specializzazione, che nella prima bozza dei livelli essenziali di assistenza era sottodimensionata. Nell'ultima riunione con le Regioni abbiamo poi proposto il monitoraggio dei Lea, compresi quelli sulle attività riabilitative”. L'obiettivo è garantire che le nuove linee guida non siano soggette a disomogeneità territoriali, e che non incontrino difficoltà nella loro applicazione soprattutto in quelle Regioni alle prese con i piani di rientro e la necessità di riorganizzare i servizi.
G.R.
06 ottobre 2010
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