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Quirinale. Dal caos al bis di Napolitano. La vigilia del ritorno di "Re" Giorgio


Bersani e Bindi dimissionari dopo lo smacco su Prodi. In pista, alla riapertura dei seggi, solo Cancellieri e Rodotà. Ma fin dalle prime ore del mattino si riaprono mille scenari nuovi. Chi parla di Amato e D’Alema. Chi di Grasso e Monti. Ma inizia a circolare la voce di un "Napolitano bis".

20 APR - Dimissioni annunciate e operative da dopo l’elezione del presidente della Repubblica da parte dei vertici del Pd. Presidente, Rosi Bindi e segretario, Pier Luigi Bersani. Questo, alla vigilia del quinto scrutinio, l’unico risultato di due giorni di votazioni dove il Pd ha sbagliato (involontariamente?) tutto. Prima l’alleanza con il centro destra sul nome di Franco Marini affossata sulla spinta delle manifestazioni di piazza e via web dei militanti contrari all’accordo.
 
Poi la candidatura con “standing ovation” di Romano Prodi sulla quale si era convinti di far convergere alcuni montiani e forse anche qualche grillino. E invece no. Ma non per colpa di questi ultimi ma per i 101 franchi tiratori interni al centro sinistra che hanno voltato le spalle al professore. Alla faccia della standing ovation.
 
Al mattino, ufficialmente, restano in campo solo Anna Maria Cancellieri, l’attuale ministro dell’Interno proposta da Mario Monti e finora votata da tutti i suoi più qualche altro voto esterno e quella di Stefano Rodotà il giurista emerso terzo alle Quirinarie del M5S e diventato il candidato del Movimento dopo la rinuncia dei primi due classificati, Milena Gabanelli e Gino Strada. Su di lui, da oggi, tornano anche i voti di Sel.
 
Ma su  cosa sarebbe successo veramente stamattina nessuno era pronto a scommettere. Alla votazione della mattina il Pd decide di votare scheda bianca, come Scelta Civica e Lega, mentre il Pdl non voterà. Poi, dalla lettura dei giornali di questa mattina, fioccano le ipotesi. Dalla presentazione di nuove candidature da “grande” coalizione, come quelle di Amato e D’Alema, a quella dello stesso Mario Monti in una rinnovata veste di professore super partes. Oppure di un giro di valzer che vedrebbe Piero Grasso al Quirinale e un uomo di centro destra alla presidenza del Senato. Fino alla richiesta a Giorgio Napolitano di accettare un altro mandato. E sarà proprio quest'ultima a dimostrarsi quella vera.

20 aprile 2013
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