Speciale. I programmi sanità dei partiti. Ricette diverse ma nessuno rinnega scelta Ssn
20 FEB - A pochi giorni dall’appuntamento elettorale ecco una mappa che mette a confronto i programmi per la sanità dei maggiori partiti che si presentano alle elezioni. Molte le proposte in campo e parecchie anche le similitudini, a partire dalla necessità comune di riformare il Titolo V della Costituzione. Ma in realtà le posizioni dei partiti risentono anche di alcune differenze macroscopiche che attengono proprio alle basi del sistema. C’è chi difende a spada tratta il Ssn così com’è e punta ad un suo miglioramento ma senza intaccarne i paradigmi fondamentali, anzi l’idea è di ridare centralità decisionale al sistema. E in questo filone possiamo racchiudere il Pd, Sel e ancor di più Rivoluzione Civile e in qualche misura il Movimento 5 Stelle. Poi c’è chi, come la Lista Monti, difende il Ssn ma strizza anche l’occhio a forme di compartecipazione al Fsn diverse (vedi sanità integrativa) e poi (Fare per Fermare il Declino) che punta su di una competizione a parità di condizioni tra pubblico e privato. Infine, c’è il Pdl che ripropone con decisione i costi standard e una prosecuzione del progetto federalista.
Ma se questi sono i filoni "ideologici" entro cui si muovono gli schieramenti, nello specifico vi sono anche molte proposte simili tra loro, anche perché, forse, oggettivamente rappresentano misure che servono alla sanità italiana a prescindere dal partito di appartenenza. E ci stiamo riferendo al potenziamento delle cure primarie, al miglioramento dei meccanismi di appropriatezza delle cure, all’uscita della politica dalle nomine in sanità e al miglioramento della trasparenza attraverso la pubblicazione di tutti gli atti, solo per citare le più rilevanti.
Da notare, in ogni caso, la diversità di approccio rispetto al tema. Se il Pd, la Lista civica per Monti e Fermare il Declino hanno dedicato ampio spazio nei loro programmi al tema sanità approfondendo anche alcune questioni particolari. Lo stesso non si può dire per il Pdl, il cui programma non ha una sezione ad hoc sull’argomento ma vi sono inserite solo alcune proposte, tra cui la più importante che mira al proseguimento del progetto federalista e ai costi standard. Il Movimento a 5 Stelle e Rivoluzione Civile non entrano nei tecnicismi del sistema ma propongono riforme ad ampio raggio in sezioni dedicate.
Ecco, divisi per grandi temi, obiettivi e proposte dei partiti.
1. SOSTENIBILITA'
Pd
La crisi secondo il Pd “non può e non deve diventare una giustificazione al rovesciamento dei principi dell’universalismo e della solidarietà nella tutela della salute”. Anzi al contrario deve diventare un “impegno primario” del Partito, impegno che si coniuga “sulle politiche sanitarie e sulle politiche sociali, perché la tutela della salute delle persone non può più tollerare la diffusa scarsa integrazione fra sociale e sanitario”.
La sanità, pur rappresentando una voce di spesa importante è comunque minore rispetto a paesi come la Germania. Eppure il Fsn è continuamente tagliato .“Gli effetti di questa politica stanno provocando una situazione di incertezza e di grandissima difficoltà. Non solo perché ciò ha impedito la possibilità di concretizzare il Patto per la salute fra il Governo e le Regioni, ma anche perché la conseguenza è quella di aprire la strada ad un processo di destrutturazione che si manifesta già con una riduzione dei servizi e delle prestazioni ai cittadini”. Per il Pd non è vero che questo sistema non ce lo possiamo più permettere, perché “finanziariamente insostenibile” ed è possibile percorrere un’altra via diversa da quella dei tagli lineari e del ridimensionamento dei servizi: “la fiscalità generale” che rappresenta la fonte principale per reperire le risorse necessarie a rendere esigibile la tutela della salute.
Pdl (Coalizione di Centro destra)
Berlusconi ha annunciato che “non ci saranno tagli alla sanità” perché ridurre risorse in questo settore “non ha logica”. In ogni caso nel programma si ribadisce che il modello di riferimento del welfare è quello basato sulla tradizione sussidiaria italiana e incentrato sul valore della persona, della famiglia, del lavoro e del rapporto con il territorio.
Scelta Civica Monti
“Il Ssn è un bene comune e va difeso, ma per farlo occorre innovarlo. "Adesso che, grazie all’opera di risanamento delle finanze pubbliche compiuta in questi 15 mesi- si legge nel programma - è possibile guardare al futuro con maggiori speranze, sarà necessario destinare ulteriori risorse al SSN, da gestire però con maggiore efficacia ed efficienza, con maggiore trasparenza, secondo criteri stabiliti e controllati dal Ministero della Salute, e continuando la lotta agli sprechi e alla corruzione".
Ma per Monti, il sistema sanità è anche un importante datore di lavoro e un grande proprietario di infrastrutture, nel contempo cotruttore e consumatore. E' anche uno dei principali propulsori della ricerca e dell'innovazione, e un fattore di competizione internazionale per le persone, le idee e i prodotti". La sanità insomma per la colalizione del premier uscente "non deve essere percepita come una voce di costo. Essa offre molteplici occasioni per gli operatori economici di alcuni settori chiave per lo sviluppo dell'occupazione e della ricchezza". Lista Civica si auspica un rafforzamento della collaborazione "tra pubblico e privato". Tra i settori della P.A., la sanità è uno di quelli a più avanzata informatizzazione ma è necessario fare di più: investire nei prossimi tre anni 6 miliardi "da reperire anceh attraverso idonei partenariati pubblico-privati". Questo produrrebbe risparmi per 15 miliardi l'anno creando milgliaia di posti di lavoro. La collaborazione pubblico-privato deve essere “soggetta a regole chiare e trasparenti, mentre dovranno essere chiarite le prestazioni erogabili tramite i fondi integrativi, in ottica complementare e non alternativa al Ssn”.
Rivoluzione Civile
Sulla spesa, Rivoluzione Civile ritiene che “si può risparmiare ricorrendo alla centralizzazione degli acquisti e all’introduzione di costi standard, per evitare quella ‘forbice’ dei prezzi, che fa sì che in alcune regioni una siringa (o il servizio mensa o la lavanderia) arrivi a costare il 1.200% in più rispetto ad altre. Si può e si deve risparmiare, inoltre, riducendo le esternalizzazioni”.
Fare per Fermare il Declino
Il Ssn è “un importante esempio di civiltà e progresso sociale” in grado di garantire “la salute ed assistere i cittadini che vertono in condizioni di fragilità, ma è anche un importante fattore economico per il Paese, poiché genera occupazione, lavoro, innovazione, produzione ed utilizzo di prodotti industriali e servizi”.
Quindi un Ssn non solo fattore di spesa ma anche volano di sviluppo. Le risorse liberate potranno essere utilizzate per ridurre la spesa pubblica o meglio, reinvestite in ricerca.
Per migliorare l’efficacia e la sostenibilità del sistema sanitario la ricetta di FiD prevede che vengano introdotte “logiche di tutela del paziente ed efficienza, tramite lo stimolo della concorrenza sulla base dei risultati ottenuti in termini di salute/costi (valore delle cure). Questo approccio, che dovrebbe rappresentare la bussola per l’allocazione delle risorse pubbliche e private, è valido indipendentemente da come viene finanziato il sistema (statale o misto o con componente assicurativa) e dalla sua gestione (accentrata/decentrata). È un approccio che si ispira ai principi enunciati nei 10 punti di FiD, e ravvisa nella Sanità e Assistenza non solo un dovere costituzionale che genera un costo, ma anche una straordinaria opportunità di crescita civile, scientifica ed economica”.
Udc
“La quantità di risorse pubbliche da destinare alla Sanità – è scritto nel programma – è una variabile essenzialmente politica: non si è a conoscenza di metodiche consolidate per definire oggettivamente un valore socialmente corretto”. Quello che l’Udc propone è la revisione del modello di riparto regionale, incentivo della sanità integrativa e forme di compartecipazione.
Sinistra Ecologia e Libertà
Sel difende il Ssn e contrasta i tagli alla spesa sanitaria. Nella sua proposta politica c’è “una sanità di qualità per tutti, ricchi e poveri”. Essendo la salute un diritto tutelato dalla Costituzione ed essendo nazionale pubblico e universalistico va sostenuto “dalla fiscalità generale”. Sel dice no anche alla proposta “di incentivare il ricorso alle assicurazioni individuali o collettive per ridurre la spesa sanitaria pubblica. Siamo contrari per due validi motivi: perché in questo modo il diritto alla salute non sarebbe esigibile da tutti in eguale misura e perché non condividiamo l’allarme lanciato sulla presunta insostenibilità economica del sistema sanitario nazionale”.
2. TICKET
Pd
Su questo punto il partito di Bersani è stato chiaro: “La nostra posizione è quella di dire con chiarezza no a nuovi tagli e nuovi ticket”.
La fonte principale per reperire le risorse necessarie a rendere esigibile la tutela della salute diritto è e resta per il Pd “la fiscalità generale”.
Scelta Civica Monti
I ticket vanno riformati, perchè hanno "pesato troppo sui redditi più bassi, che non sono compresi nell'area delle esenzioni. La conseguenza paradossale è che spesso conviene acquistare prestazioni sanitarie nel privato piuttosto che servirsi del sistema sanitario pubblico". Il sistema di esenzioni è "iniquo" perchè permette a chi ha un reddito alto di non pagare i ticket e "porta ad un eccessivo e inappropriato consumo di sanità". E' necessario tutelate "maggiormente le fasce realmente deboli della popolazione".
I ticket, per Scelta Civica, vanno dunque "riformati, ma - sottolinea il programma - questa riforma per essere efficace deve essere accompagnata da una revisione del sistema di calcolo dell'indice Isee e da un impegno senza cedimenti nella lotta all'evasione fiscale".
M5S
Il movimento di Beppe Grillo ritiene che i Ticket devono essere “proporzionali al reddito” e “per le prestazioni non essenziali”.
Udc
Sui ticket è necessario un superamento dell’attuale modalità di contribuzione e
ripensare il sistema di compartecipazione alla spesa in modo che questi vadano a
recuperare la loro funzione di “moderazione” dei consumi sanitari e vadano
a gravare proporzionalmente al reddito, tenendo conto anche delle situazioni di esenzione da legare all’età e alla condizione patologica.
Sinistra Ecologia e Libertà
La proposta del partito di Vendola è secca “una riduzione e rimodulazione dei tickets secondo criteri di maggiore equità basati sul reddito e sulla gravità della malattia”.
3. FEDERALISMO
Pd
“La scelta federalista sancita nel titolo V della Costituzione rappresenta un’opzione strategica che non va messa in discussione”. Questo l’assunto da cui parte il Pd che però riconosce “alcune conseguenze negative nell’applicazione dei principi federalisti” che vanno dunque corretti in particolare: “l’aumento del divario nella qualità dell’assistenza tra le regioni del nord e quelle meridionali”. Va rivista secondo il partito di Bersani “l’intera impostazione dei piani di rientro e dei commissariamenti”, facendo “rispettare ciò che vale e funziona nelle regioni più virtuose attraverso il monitoraggio continuo costante dell’appropriatezza delle prestazioni, una valutazione in tempo reale delle spese per individuare eventuali anomalie, un’analisi delle cause del deficit e infine un’autorità vicaria con poteri effettivi capace di intervenire tempestivamente in presenza di situazioni anomale sostituendosi, per il periodo necessario, all’amministrazione regionale”.
Il sistema deve essere maggiormente omogeneizzato “a livello territoriale e di qualità delle prestazioni e dei servizi”. In questo discorso rientra una rivisitazione e un rafforzamento del ruolo della Salute “che deve recuperare un’effettiva capacità di governo delle politiche sanitarie, in un rapporto di piena e leale collaborazione istituzionale con le Regioni, svolgendo appieno la sua funzione di indirizzo, monitoraggio, valutazione, innovazione del sistema con criteri di omogeneità ed equità di accesso ai Lea in tutto il Paese”.
Pdl
Il partito intende proseguire nel progetto federalista. Tra gli impegni del programma c’è la proposta per una “piena attuazione della riforma federale come da Legge 42 del 2009”. In base alla riforma federalista si ribadisce “che costi per i beni e i servizi, ivi compreso il costo per il personale, in tutte le regioni e gli enti pubblici, devono essere quelli relativi al valore più basso (costi standard)”.
Scelta Civica Monti
Anche la lista in appoggio al premier uscente Monti prevede un intervento “con un rafforzamento degli organi centrali e degli strumenti di indirizzo e controllo, a partire dal Ministero della Salute”.
M5S
Per il movimento guidato da Grillo la riforma del Titolo V va rivista in quanto: “L’Italia è uno dei pochi Paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universali. Due fatti però stanno minando alle basi l’universalità e l’omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la
devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento e accentua le differenze territoriali, e la sanità privata che sottrae risorse e talenti al pubblico”.
Rivoluzione Civile
Il federalismo per il partito di Ingroia ha generato un Ssn “a macchia di leopardo con una qualità disomogenea: aree di eccellenza si alternano a regioni in cui non vengono neanche garantiti i livelli essenziali di assistenza”. È dunque necessario rendere “più omogenea la qualità delle prestazioni anche per contenere la migrazione sanitaria che ci costa complessivamente 3,7 miliardi di euro”.
Fare per fermare il declino
L’autonomia va meritata. Questo potrebbe essere l’assunto del movimento guidato da Oscar Giannino secondo il quale l’autonomia regionale in materia sanitaria dovrebbe essere concessa in modo progressivo sulla base dei risultati gestionali. Perché se “vi sono vantaggi nel federalismo sanitario e l’autonomia delle Regioni va tutelata, tuttavia la capacità di indirizzo e controllo del Ministero va ampliata, in modo da aumentare la governabilità del sistema”.
Udc
Tra le proposte del programma del partito di Casini c’è la revisione del Titolo V della Costituzione. L’organizzazione attuale del sistema “ha fatto registrare numerosi errori, o quanto meno scelte che non hanno avuto il seguito sperato. Con uno sguardo al federalismo, in particolare, sembrano sicuramente esserci spazi importanti al fine di prevedere soluzioni modulate sul contesto di riferimento”.
Spetta allo Stato, secondo l’Udc, definire, in funzione dei bisogni dei cittadini, le regole generali alle quali tutti i soggetti operanti in sanità - pubblici o privati, profit o non profit - si devono attenere, garantendo il rispetto dei diritti e dei Lea, mentre dovrà essere il “mercato” ad assicurare efficienza e produttività nella gestione delle risorse secondo regole concorrenziali.
4. OSPEDALI
Pd
Nel programma del Pd si legge che “é urgente un piano di rinnovamento strutturale e tecnologico degli ospedali e passare dall’ospedale basato sul numero di posti letto e sulle diverse specialità, al principio dell’intensità delle cure”. Inoltre gli ospedali “devono essere collegati tra loro attraverso reti di specialità per evitare doppioni e ridondanze”.
Scelta Civica Monti
“Vista l’obsolescenza della rete degli ospedali italiani (il 50% ha quasi 50 anni) prevedere solo manutenzioni è insufficiente”. SC ricorda come dal “1988 ad oggi sono stati stanziati per l’edilizia sanitaria 16,84 miliardi di euro. Ma solo poco più del 40% è stato speso. Si tratta di fondi riservati alle Regioni, finora non confluiti in accordi di programma. Rimangono oltre 6 miliardi di euro con i quali sarebbe possibile costruire, soprattutto al centro sud, almeno 34 ospedali di alta specializzazione, con 500 posti letto ciascuno, per un totale di 17 mila posti letto. Questo piano straordinario di edilizia sanitaria creerebbe circa 34 mila posti di lavoro in 5 anni”.
Rivoluzione Civile
“La rivoluzione della sanità – si legge nel programma – passa attraverso la riorganizzazione dei presidi ospedalieri, diventata sempre più urgente, visto che abbiamo una rete vetusta e ancora troppo caratterizzata da nosocomi piccoli che potrebbero essere riconvertiti. nell’ottica del potenziamento della medicina territoriale. Si può risparmiare, così, senza ricorrere ai tagli lineari”.
Sinistra Ecologia e Libertà
La proposta di Sel è “la riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera, non solo per mezzo della riduzione dei posti letto che va sempre compensata dall’aumento dei servizi territoriali e comunque non può andare oltre la dotazione di 3,5 posti per ogni mille abitanti, ma concentrando gli investimenti necessari e moltiplicando le possibilità di diagnostica e di terapia domiciliare”.
5. CURE PRIMARIE
Pd
È necessario abbandonare l’idea del lavoro “solista” e di attesa per realizzare il modello di medicina associata e di iniziativa. Gli studi dei Mmg, secondo il Partito democratico, devono assicurare la gestione di cure e diagnosi di primo livello H 24 attraverso forme incentivate di aggregazione strutturale o funzionale con la rete della continuità assistenziale e della specialistica convenzionata.
Pdl
Lucio Barani parlando ad un confronto con le forze politiche promosso dai sindacati medici ha ribadito che il Pdl “intende puntare sull’assistenza territoriale h24”.
Rivoluzione Civile
Fondamentale il potenziamento della medicina territoriale legato al discorso della riorganizzazione degli ospedali. In questo modo secondo RC “Si può risparmiare senza ricorrere ai tagli lineari”.
Fare per Fermare il Declino
Valorizzare la rete dei Mmg “Vero fulcro della prevenzione e della gestione domiciliare della salute”, il Mmg “potrebbe assumere un ruolo importante anche nella misurazione e rilevazione degli
outcomes dei pazienti contribuendo in modo essenziale alla
governance del sistema”.
Udc
Alle cure primarie e al territorio il partito di Casini dedica un capitolo la cui sostanza è il rafforzamento del ruolo dell’assistenza territoriale anche mediante un partenariato con i provati. Efficienza, investimenti in reingegnerizzazione del sistema con l’ospedale che diventa il luogo di cura per acuti ad elevata specializzazione.
Sinistra Ecologia e Libertà
Tra gli obiettivi di stabilizzazione, razionalizzazione ed efficientamento della spesa sanitaria rendendola maggiormente capace di produrre salute c’è l’organizzazione della sanità territoriale che va potenziata “coordinando il lavoro dei medici di famiglia con quello dei medici e degli specialisti ospedalieri tramite strutture come le case della salute (proponiamo di realizzarne minimo una per ogni distretto) e rafforzando i servizi di salute mentale e quelli per la salute delle donne”. Inoltre per il partito di Vendola prevede la concentrazione degli investimenti necessari moltiplicando le possibilità di diagnostica e di terapia domiciliare.
6. FARMACI E FARMACIE
Pd
Il mercato farmaceutico italiano è secondo il Pd un settore “cruciale” per l’assetto industriale del Paese e “dovrebbe essere fortemente valorizzato e riorientato all’innovazione e alla ricerca”. Per farlo, bisogna “permettere alle aziende farmaceutiche una pianificazione delle loro attività su un periodo di 3-5 anni” e va “superata la concezione culturale del farmaco solo come fattore di spesa per la sanità.
Quanto alle farmacie, il responsabile economico del partito, Stefano Fassina, intervenendo alla convention di Federfarma dello scorso 6 febbraio, ha affermato le intenzioni del Pd, “se le condizioni economiche lo permetteranno”, sono quelle di “valorizzare la professionalità farmacista e la presenza su tutto territorio delle farmacie, che per noi rimangono un punto di riferimento insostituibile”. Da sostenere anche l’ampliamento dei servizi “per potenziare la funzione della farmacia come presidio dell'assistenza sanitaria sul territorio”.
Pdl
Ribadito il sostegno del Popolo delle Libertà nei confronti del modello di farmacia italiano, ritenuto collaudato e adeguato a rispondere ai bisogni dei cittadini e del sistema. Sostanzialmente il Pdl crede in una farmacia capillare che potenzi il suo ruolo di presidio socio-sanitario assistenziale che si integra nella sanità del territorio ed è contrario al “doppio canale” per la vendita dei farmaci. Serve però una ricollocazione strategica della farmacia nel mercato in un progetto organico di riforma dell’intera filiera del farmaco che assicurare la sostenibilità economica degli esercizi, perché una farmacia “povera” non garantisce efficienze e non genera occupazione.
Scelta Civica Monti
L’Italia “vanta realtà ed esperienze di eccellenza e tradizione nel campo della biotecnologia applicata, dello sviluppo dei dispositivi medici e dell’industria farmaceutica ma, purtroppo, stenta a sostenere un reale piano industriale che permetta loro di competere al meglio a livello internazionale dove, molto spesso, ci si trova al cospetto di veri e colossi multinazionali”. Per Scelta Civica la ricerca “deve rappresentare l’avvio di un circolo virtuoso, ma è anche necessario tornare ad investire e ad agevolare gli investimenti in sanità”.
Rispetto alle farmacie, secondo quanto affermato dal ministro della Salute e candidato di Scelta Civica, Renato Balduzzi, in occasione della convention di Federfarma dello scorso 6 febbraio, “il Governo Monti ha voluto dare più respiro a un sistema giustamente regolamentato, ma forse un po' troppo ingessato”. Alla base di tutti gli interventi decisi nel corso del 2012, ha però assicurato Balduzzi, “c’era la volontà di mantenere il sistema esistente. Il sistema è questo, si può lavorare per migliorarlo ma non va stravolto”.
M5S
Obiettivi e priorità del Movimento di Grillo per il comparto farmaceutico sono: “promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci di marca (che in Italia costano spesso di più che all’estero) e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione. Prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità (come avviene ad esempio in Gran Bretagna)”.
Rivoluzione Civile
Snellire le procedure per aprire nuove farmacie e più esenzioni per farmaci di Fascia C. Sono queste due delle priorità secondo Antonio Ingroia in occasione della convention promossa da Federfarma lo scorso 6 febbraio. Che sottolinea anche come per le farmacie sia necessario rivedere il sistema delle remunerazioni e lavorare affinché diventino sempre più dei piccoli centri sanitari territoriali fondamentali per gli anziani e i per i più deboli, ma anche in grado anche di contenere gli accessi i pronto soccorso e gli ospedali.
Fare per Fermare il Declino
“La filiera del farmaco non si faccia dividere dalla politica”. È questo il messaggio lanciato da Oscar Giannino alla convention di Federfarma dello scorso 6 febbraio, secondo il quale “il contenimento della spesa farmaceutica non si può addossare solo alla parte privata (farmacie, imprese del farmaco e della distribuzione intermedia…), sottoponendola a regimi di tagliola automatica. Perché è la componente pubblica restante quella che genera problemi, che derivano dalle forniture, dal modo in cui è organizzata la sanità pubblica, dalle scelte degli uomini di partito che sono quelli che prendono decisioni”.
Udc
“La sanità è un sistema fondamentale per la coesione sociale e, nei paesi più sviluppati, un potente traino per l’economia e lo sviluppo industriale in settori ad alta tecnologia e intensità di ricerca”. È necessario costruire un sistema di regole “che invogli le aziende farmaceutiche o di produzione di dispositivi medici, in particolare quelle italiane, a fare impresa, rischiando in progetti di ricerca e sviluppo innovati”. E per fare questo possono essere utilizzati diversi strumenti: “da incentivi o altri prodotti utili a finanziare progetti di spin-off universitari o di Pmi alla selezione di progetti finanziati interamente da privati e soggetti ad agevolazione fiscali, soprattutto se implicano l’assunzione di personale”. La gestione sostenibile del sistema deve dunque tenere conto della necessità di governare la spesa, ma anche delle esigenze di sviluppo industriale, in particolare la stabilità del quadro normativo, la certezza delle regole e le condizioni competitive con quelle degli altri paesi concorrenti.
7. PREVENZIONE
Pd
Gran parte della spesa sanitaria si concentra negli ultimi anni di vita dei pazienti ed è associata al trattamento e alla riabilitazione di patologie croniche. Per continuare a garantire il sistema universalistico è indispensabile ridurre la pressione sul sistema stesso attraverso serie e incisive politiche per la prevenzione, sostegno a corretti stili di vita, lotta alle dipendenze, corretta alimentazione, attività fisica, anche coinvolgendo i percorsi scolastici fin dalle elementari.
Scelta Civica Monti
“L’Italia destina alla prevenzione solo lo 0,5% della spesa sanitaria contro una media europea del 2,9%. Siamo tra gli ultimi in Europa. Bisogna ribaltare questo dato e continuare nella strada già intrapresa dal Governo Monti di investire nella promozione di stili di vita sani a tutti i livelli cominciando dalla scuola, dallo sport, dalla comunicazione, ma anche nell’urbanistica, nelle politiche ambientali e nei luoghi di lavoro, coinvolgendo università, enti di ricerca e imprese”.
M5S
Prevenzione per il movimento di Grillo significa: “Programma di educazione sanitaria indipendente pubblica e permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici”. Una “politica sanitaria nazionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione delle malattie) e l’automedicazione semplice”.
infine “informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva), ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali”.
Fare per Fermare il Declino
Per il partito di Oscar Giannino occorre “spingere sulla prevenzione e sulle campagne per migliorare gli stili di vita”. Questo è un approccio “sempre invocato, mai realmente perseguito”. Per evitare ciò “dovrebbe essere attentamente monitorata” l’applicazione regionale di specifiche campagne di prevenzione.
Udc
Le azioni che l’Udc propone sulla prevenzione sono: un controllo serrato sull’utilizzo delle risorse destinate alla prevenzione; agire sul governo delle regole dell’offerta abbinate ad azioni di educazione del singolo. Utilizzare il cosiddetto medico della persona: richiamare al corretto stile di vita, usando le motivazioni dell’individuo; coinvolgimento attivo e diretto delle industrie sulle politiche di prevenzione; potenziamento degli investimenti in attività di comunicazione al fine di spingere le persone verso scelte di salute responsabili e consapevoli; rafforzare il coinvolgimento e l’alleanza con i medici di medicina generale ed i pediatri, primi mediatori in tema di prevenzione.
Sinistra Ecologia e Libertà
Tra i determinanti generali di salute c’è la necessità di investire maggiormente sulla prevenzione collettiva della sicurezza alimentare, della salute e della sicurezza dei lavoratori.
8. RAPPORTO POLITICA E SANITA'
Pd
“Servono meccanismi diversi di selezione dei dirigenti del Ssn trasparenti e verificabili. La selezione dei Direttori Generali, dei dirigenti e dei primari, deve avvenire secondo chiari, motivati e visibili criteri esclusivamente basati sul merito”. È enunciato nel programma del partito di Bersani. “Tutto il percorso va reso pubblico in rete. Alla selezione deve seguire una fase di verifica dei risultati non solo sulla base degli aspetti economici e gestionali ma anche sulle strategie e i risultati in termini di salute”.
Scelta Civica Monti
Anche scelta civica su questo punto è molto netta: “La sanità deve essere posta in una zona franca dalla politica politicante, dotarsi di competenze professionali autonome, che fondino il processo decisionale su una logica di programmazione e pianificazione finalizzata a soddisfare i bisogni di salute della popolazione mediante azioni supportate dall’evidenza scientifica e da valori etici e culturali e non più condizionate dagli interessi di parte”.
M5S
Ciò che il partito di Grilli chiede su questo punto sono innanzitutto “Criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari” e quindi “limitare l’influenza dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali attraverso la reintroduzione dei consigli di amministrazione”.
Rivoluzione Civile
Per RC questo è “Il primo passo per migliorare la nostra sanità” per “ripulirla da corruzione e clientelismo. Per farlo, bisogna innanzitutto recidere il legame perverso con la politica, perché il più delle volte, le nomine dei ruoli apicali delle aziende sanitarie, vengono assegnate in base a caratteristiche che esulano dal merito. La parola d’ordine deve essere trasparenza: vogliamo online i curricula dei dirigenti e i risultati ottenuti delle aziende sanitarie”.
Fare per Fermare il Declino
La politica secondo FiD “deve di indicare gli indirizzi strategici e definire le risorse, ma non gestire le Aziende Ospedaliere e sanitarie, scegliere i primari ed il management aziendale. I direttori delle Aziende Ospedaliere vanno scelti sulla base del loro curriculum confermati/cambiati in base alla loro capacità di creare valore per il paziente, l’Azienda ed il sistema”. Nel programma poi si aggiunge che “al paziente interessa che l’Ospedale funzioni bene, non che partito politico governa l’Ospedale”.
Il criterio del merito deve entrare nel Ssn: “utilizzando il valore come parametro di valutazione promozione e retribuzione del merito di medici ed infermieri. Il merito va individuato, proposto come esempio e premiato a livello economico e di carriera”. Basta con “l’appiattimento delle carriere” sì alla “progressiva assunzione di maggiori responsabilità da parte dei migliori professionisti medici e del comparto”.
Udc
Nel nuovo equilibrio tra politica e sanità le parole d’ordine dell’Udc sono “lotta alla corruzione” ed “
empowerment del cittadino”. Al di là dell’ondata di antipolitica l’ipotesi di una “completa scissione della politica dalla sanità non sarebbe possibile e probabilmente neppure auspicabile. Senza la riflessione politica, non sarebbe possibile comporre i diversi interessi presenti dentro un sistema complesso. Lo slogan “fuori la politica dalla sanità” ha certamente una sua efficacia, ma contiene una cifra demagogica, e andrebbe piuttosto modificato in “fuori la cattiva politica dalla sanità”.
Sinistra Ecologia e Libertà
La proposta di Sel su questo punto è secca e chiede la ridefinizione dei criteri di nomina dei Dg e dei primari per renderli più trasparenti e non più sottoposti al potere politico.
9. PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E TRASPARENZA
Pd
Se qualunque proposta di rilancio della sanità passa per il coinvolgimento di tutti gli operatori che “vanno valorizzati”, dal canto loro i cittadini hanno “maturato una crescente consapevolezza e sono oggi soggetti attivi nei processi di cura e assistenza, nella
governance istituzionale e nella tutela dei diritti”. Per questo l’auspicio del Pd è quello di una grande operazione trasparenza a partire dai risultati clinici di ogni ospedale che dovrebbero essere resi pubblici su internet, e messi a disposizione dei cittadini che sono gli “azionisti” del Ssn. Oltre a questo andrebbero pubblicati sui siti di ogni azienda ospedaliera e Asl i costi di acquisto di beni e servizi per favorire processi di trasparenza e concorrenza per rendere più omogeneo a livello nazionale l’intero settore e arrivare a una significativa riduzione generale dei prezzi di acquisto.
Pdl
Portare a compimento la realizzazione del principio generale di trasparenza assoluta della Pubblica Amministrazione, con il coinvolgimento attivo dei cittadini.
Scelta Civica Monti
“Le prestazioni rese dal Ssn – è scritto nel programma di Monti – dovranno essere chiaramente definite e facilmente misurabili, in modo che ogni cittadino possa comprendere quali sono i suoi diritti ed essere in grado di esigerli. L’avvio del nuovo Portale nazionale della salute permetterà a tutti di sapere chi fa che cosa in sanità, con quali volumi e con quali esiti. E’ necessario, quindi, definire in maniera rigorosa, chiara e trasparente i servizi che lo Stato può garantire ai cittadini e impegnarsi poi ad erogare effettivamente tali servizi a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla Regione di residenza.”
Sinistra Ecologia e Libertà
Secondo Sel è necessario “promuovere una partecipazione degli operatori e dei cittadini alle scelte organizzative”.
10. MEDICINA DIFENSIVA E RESPONSABILITA' PROFESSIONALE
Pd
Per contrastare il fenomeno, occorre creare le condizioni affinché i medici prescrivano visite ed esami solo quando è opportuno. Deve essere e introdotta una legge sul rischio clinico che imponga l’introduzione di strumenti per la prevenzione degli eventi avversi ed il loro monitoraggio e riveda i meccanismi di assicurazione, al fine di garantire la copertura a tutti i professionisti del SSN e al contempo ne riduca i costi. Il Pd, consapevole del disagio dei professionisti, orienta le sue politiche secondo direttrici di intervento che seguono
le quattro A: Assicurazione, Autorizzazione, Accreditamento e Accordi contrattuali (questi ultimi per le strutture private), con la prima che diventa condizione necessaria e imprescindibile per le altre tre, costituendo, quindi, un obbligo.
Pdl
Su questo punto, sempre Lucio Barani, ha ribadito che il partito è favorevole all’obbligo di assicurazione per professionisti e strutture sanitarie.
Scelta Civica Monti
“Gli operatori della sanità devono veder riconosciuta la loro funzione sociale di promozione della salute, anche attraverso eque e ragionevoli soluzioni al problema della responsabilità professionale, nel solco di quanto avviato dal decreto Balduzzi con l’obiettivo di ridurre il ricorso a pratiche di medicina difensiva”, che gravano pesantemente sulla spesa sanitaria”.
Rivoluzione Civile
Rivoluzionare la sanità, secondo RC, vuol dire, anche ridurre la medicina difensiva. “Per abbattere questa enorme spesa, valutata complessivamente intorno ai 14 miliardi di euro, bisogna rendere obbligatoria – e necessariamente a prezzi calmierati tramite intervento governativo – l’assicurazione dei medici e delle strutture sanitarie, per eventuali danni provocati al paziente. In tale modo si può garantire a quest’ultimo la certezza di esser risarcito se ha subito un torto e, contemporaneamente, si rendono i medici più sereni nello svolgere la loro professione”.
11. ALTRE PROPOSTE
Pdl
Il Popolo della Libertà nella sua agenda per la sanità ha la revisione della Legge 180 del 1978 (emergenza salute mentale), una politica socio-sanitaria con sostegni straordinari alle famiglie per l’assistenza ai disabili e agli anziani non autosufficienti e la previsione di pagamenti più rapidi della pubblica amministrazione, in applicazione della direttiva europea sui ritardi di pagamento.
M5S
Il movimento di Grillo prevede per la sanità anche una parte dedicata all’organizzare, ovvero: Liste di attesa pubbliche e on line, istituzione di centri unici di prenotazione on line, convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on line, investire sui consultori familiari.
Sempre il M5S dedica attenzione anche alla lotta al dolore e in particolare “per l’uso degli oppiacei (morfina e simili)” per quanto riguarda la ricerca “Possibilità dell’8 per mille alla ricerca medico-scientifica, finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare, promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate
alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti, promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all’estero in assenza di strutture nazionali, introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale, la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione.
Fare per Fermare il Declino
Tra i punti “originali” di Fare c’è la valorizzazione del rapporto con le Università e i centri di ricerca biomedica. “Dietro ogni atto medico – spiega il programma di FiD – vi è una valore formativo e di ricerca. Una enorme massa di dati osservazionali vengono generati ogni giorno negli ospedali ed ambulatori pubblici italiani, ma il nostro sistema, per una serie di veti e gelosie ed arretratezza tecnologica rinuncia ad incassarne il valore aggiunto in termini di generazione e trasmissione di conoscenza. Vi sono grandi ospedali che non hanno alcuna valenza sul lato formativo e di ricerca. Questo è un enorme spreco, con una impatto negativo sia economico che sulla sicurezza e sostenibilità delle cure”.
20 febbraio 2013
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