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La Fimmg interroga i partiti sulla sanità. Rispondono: Balduzzi, Sacconi e Fontanelli

di Giovanni Rodriquez

Federalismo da "rivedere". Ok alla medicina territoriale, ma con una particolare attenzione alle risorse disponibili e alla sostenibilità generale del sistema. I fondi integrativi vengono promossi a pieni voti da Pdl e Scelta civica, ma solo con riserva dal Pd. Questo l'esito dell'incontro andato in scena questa mattina.

24 GEN - Confronto a tre su sostenibilità del Ssn, fondi integrativi e riforma del Titolo V. Si è parlato di questo stamane a Roma, nel corso di un incontro organizzato dalla Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg), con il ministro della Salute uscente, Renato Balduzzi, in qualità di candidato di Scelta Civica alle prossime elezioni, l’esponente del Pdl, Maurizio Sacconi e quello del Pd, Paolo Fontanelli. “Sul fronte della sanità il governo che uscirà dalle prossime elezioni deve portare a termine il lavoro cominciato da quello uscente. Un lavoro che va nella direzione della sostenibilità e che interviene su temi come la riduzione della medicina difensiva e l'avvio di una riforma dell'assistenza territoriale”. È con questo auspicio di una possibile prosecuzione sul cammino tracciato in questi mesi di lavoro che l’ex ministro Balduzzi ha iniziato il suo intervento. "Non sono stati compiuti tagli lineari e non è possibile parlare di tagli lineari per operazioni come quella di obbligare le aziende a verificare l'acquisto di beni e servizi in base al benchmarking tracciando dei prezzi medi di riferimento”,ha proseguito il candidato di Scelta Civica difendendo il suo operato. "Tutti vorremmo più risorse da investire nel settore - ha concluso - ma bisogna capire se il contesto ce lo permette".

La ricetta per recuperare la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale per Fontanelli (Pd),  passa per un aumento dei fondi ad esso destinato. ''Negli ultimi dieci anni la sanità ha subito tagli per 50 miliardi - ha detto - 32 mld solo nell’ultimo triennio. Dobbiamo far risalire la spesa sanitaria tra il 7,2 e il 7,5% del Pil''. Il rischio, per l’esponente Pd, è che di questo passo, “tutte le Regioni si andranno a trovare in una situazione di default e quindi a rischio di Piano di rientro”. “Quello che serve – ha proseguito Fontanelli – è un processo di riorganizzazione del sistema che getti via ragionamenti basati sui tagli lineari e investa su processi che facciano venire meno l’attuale modello ospedalocentrico dando finalmente il via ad una vera sanità territoriale”. Il rappresentante del Partito democratico ha poi auspicato una revisione della riforma del Titolo V in un’ottica di “semplificazione del sistema istituzionale con un Ministero della Salute che diventi anche una struttura di orientamento del Ssn alla quale sottoporre le attività e gli indirizzi delle Regioni”. Fontanelli si è poi espresso a favore dei Fondi integrativi, “purchè non diventino elementi di sostituzione di pezzi del sistema pubblico”.

Secondo Maurizio Sacconi, ex ministro del Welfare ed esponente Pdl, la chiave sta nella stipula di un ‘Patto’ per “portare a universalità il ‘secondo pilastro’ attraverso i fondi socio-sanitari”. Per l'ex ministro del Pdl va trovata la formula giusta per “costringere”al cambiamento: “Dobbiamo usare tutti gli strumenti disponibili come i costi standard, il commissariamento o il rischio di ‘fallimento’ e ritorno alle urne per quelle Regioni e amministrazioni che continuano a sprecare risorse”. ''Quando sono stato ministro io - ha ricordato l’esponente Pdl - commissariai Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise e Campania. Non ci riuscii con la Calabria. Il limite di quei commissariamenti era che spesso questa figura corrispondeva a quella del governatore”.
 
Giovanni Rodriquez

24 gennaio 2013
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