È stato inviato all’attenzione della Stato Regioni lo schema di decreto che stabilisce criteri e modalità di riparto del fondo 2024 per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Un problema di sanità pubblica di crescente importanza dal momento che, sia per l’anoressia sia per la bulimia, negli ultimi decenni si assiste ad un notevole abbassamento dell’età di esordio. Esordio precoce che si associa spesso ad un rischio elevato di danni permanenti secondari alla nutrizione, soprattutto per i tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione come le ossa e il sistema nervoso centrale.
Per mettere in campo azioni di contrasto le Regioni potranno contare su un fondo rifinanziato per il 2024, pari a 10 milioni di euro. Le risorse saranno ripartite secondo il criterio delle quote d'accesso al fabbisogno sanitario indistinto corrente per il 2023.
Il provvedimento definisce inoltre regole strettissime sull’utilizzo delle risorse del biennio 2022-2023 e sui termini per la rendicontazione economica e delle attività.
Stabilisce, anche in ragione del rifinanziamento per il 2024, che le risorse del precedente biennio erogate dal ministero della Salute, non completamente utilizzate entro il 31 ottobre del 2024 da Regioni e Provincie siano trattenute nelle disponibilità di bilancio degli enti stessi e che possono essere utilizzati in continuità con le attività ancora in vita (e secondo quanto previsto nei piani biennali approvati nel 2022).
Per quanto riguarda le risorse per il 2024, il Decreto stabilisce che entro 30 giorni dalla sua approvazione, le Regioni dovranno presentare i piani di attività 2024, corredati dalla scheda finanziaria di assegnazione delle risorse. Una volta “promossi”, il ministero della Salute erogherà, in un’unica soluzione, le somme sul piatto. E I Fondi 2024 potranno essere utilizzati entro e non oltre il 30 giugno del 2026.
Le Regioni dovranno POI inviare entro il 1° settembre del 2025 un report sulle attività svolte corredate da una rendicontazione finanziaria. Entro il 1 settembre del 2026 dovranno invece inviare una relazione finale complessiva delle attività e delle spese sostenute fino al 30 giugno del 2026, relative sempre al 2024.
Il decreto stabilisce infine che le somme non spese debbano essere restituite al ministero della Salute.
E.M.