“Siamo allibiti dalla risonanza mediatica e dalle discussioni in atto nella maggioranza di governo su una tassa, quella sugli extra profitti delle banche, che, giusta o sbagliata che sia, non rappresenta che la minima parte dell’enorme problema venuto a crearsi con la mega imposizione del payback ai fornitori di dispositivi medici. Una norma-mostro che rischia di mandare sul lastrico oltre 2 mila aziende con la conseguente perdita di circa 200mila posti di lavoro”.
Lo dichiara, in una nota, Gennaro Broya de Lucia, presidente di PMI Sanità, l’associazione nazionale delle piccole e medie imprese che riforniscono gli ospedali e le cliniche di materiali necessari a diagnosi e cure.
Per le banche, incalza Broya de Lucia: “Si parla di un 1-2% sui profitti. Nel nostro caso invece, si chiede, senza battere ciglio, la restituzione di più del 50% del fatturato! Che dire? Le chiusure, inevitabili, e le ripercussioni su un sistema sanitario già precario, saranno a dir poco devastanti anche per il cittadino-paziente”.
Insomma, per il presidente di PMI Sanità: “Bisogna agire ora equilibrando gli interessi tra le parti fino a recuperare meccanismi di logicità e proporzionalità”.
“L’attenzione della premier Meloni; quella dei ministri Tajani, Giorgetti e Schillaci e degli altri esponenti del governo, si rivolga anche al nostro strategico settore colpito assai più duramente delle banche” conclude Broya de Lucia.