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“I medici di base lavorino un determinato numero di ore all’interno delle case della comunità”. L’audizione di Schillaci 


"Queste figure devono dare un contributo effettivo orario nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, e ciò all'interno delle strutture che saranno deputate ad erogare la medicina territoriale. Senza entrare nel merito della tipologia del contratto, anche se per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale, ritengo indispensabile che i medici di base lavorino un determinato numero di ore assicurando quel lavoro all'interno delle case di comunità".

17 SET -

"Dobbiamo pensare a una riforma della medicina territoriale, che valorizzi il ruolo dei medici di base. L'assistenza territoriale è fondamentale, non propendo a una visione strettamente ospedalo-centrica. Il calo dei posti letto negli anni, insieme al mancato sviluppo della medicina del territorio ci ha portato a queste criticità che oggi vediamo. Nella prossima manovra di bilancio il ministero si è impegnato ad elaborare due disegni di legge collegati, finalizzati al potenziamento dell'assistenza territoriale e ospedaliera, nonché alla riforma delle professioni sanitarie, che intendo definire e portare all'approvazione quanto prima. Nessuna vera riforma sanitaria puo' avere speranza se non si rivede il ruolo svolto dai medici delle cure primarie".

Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso delle comunicazioni in commissione Sanità del Senato sulle tematiche afferenti ad assistenza sanitaria territoriale, emergenza-urgenza, nonché sui recenti episodi di violenza ai danni del personale sanitario.

"Dobbiamo pensare ad una riforma della medicina territoriale che valorizzi il ruolo dei medici di base, e bisogna rivedere il ruolo svolto dai medici del territorio. A prescindere dalle regole di ingaggio, ciò che rileva è che queste figure devono dare un contributo effettivo orario nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, e ciò all'interno delle strutture che saranno deputate ad erogare la medicina territoriale. Senza entrare nel merito della tipologia del contratto, anche se per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale, ritengo indispensabile che i medici di base lavorino un determinato numero di ore assicurando quel lavoro all'interno delle case di comunità", ha aggiunto.


"Stiamo rispettando tutti gli obiettivi del Pnrr Salute per assicurare entro il 2026 la piena operatività di Case e Ospedali di comunità e già entro la fine del 2024 delle Cot, le Centrali operative territoriali. Per quanto riguarda le Case di comunità, ad oggi sono stati avviati 538 cantieri, ovvero il 52% del target previsto. Sono stati avviati 167 cantieri per gli Ospedali di comunità, il 55% del target previsto. I benefici del potenziamento dell'assistenza territoriale si ripercuoteranno positivamente anche sull'assistenza ospedaliera, soprattutto in termini di decongestione dei pronto soccorso".

Quanto al personale, "secondo i dati del ministero della Salute, oggi mancano a livello nazionale 4.500 medici e 10mila infermieri nei pronto soccorso. Siamo intervenuti - ha ricordato Schillaci - contro il fenomeno dei 'gettonisti', che ha operato con effetti deleteri, e contro l'esodo improprio dal Ssn, siamo anche intervenuti per ridurre le esternalizzazioni".

Nell'emergenza-urgenza, "la carenza del personale è il principale problema - ha proseguito -. Nel 2021 sono stati assegnati solo 500 contratti, ossia il 47% dei posti disponibili; nel 2022 si è scesi a 340 contratti, il 42% dei posti disponibili; nel 2023 sono stati assegnati solo 245 contratti, appena il 29%. Oggi i giovani scelgono altre specializzazioni ed è problema che avviene anche in altri stati come gli Usa", ha concluso.



17 settembre 2024
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