Menarini. Per il momento gli esuberi sono “congelati”
Con un “enorme sforzo di responsabilità” l’azienda fa sapere, dopo un incontro al Ministero dello Sviluppo economico, di aver accettato di “posporre ancora l’apertura formale delle procedure di mobilità in modo da venire incontro alle richieste di Istituzioni e Sindacati”.
07 DIC - C’erano tutti l’altro giorno a Roma: l’Azienda ovvero Menarini, i rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico, quelli regionali, parliamo della Toscana, e infine le Organizzazioni sindacali. Tema dell’incontro che si è svolto nella sede del Mise: i mille esuberi che Menarini, il più grande gruppo farmaceutico italiano, si trova a dover gestire come diretta conseguenza del decreto “Spending review” del governo.
Il Gruppo Menarini, nel corso dell’incontro, ha avuto modo di illustrare sia il proprio piano di investimenti attuali e futuri, concentrati sulla Ricerca e Sviluppo di nuovi prodotti, sia le difficoltà attuali. E alla fine del vertice l’Azienda, tramite
Domenico Simone, Direttore Generale del Gruppo, ha fatto sapere di aver accettato “per la seconda volta e con enorme sforzo di responsabilità”, di “posporre ancora l’apertura formale delle procedure di mobilità in modo da venire incontro alle richieste di Istituzioni e Sindacati”.
I vertici di Menarini però non hanno mancato di sottolineare e di “esprimere tutta la propria disillusione rispetto al quadro legislativo riguardo la prescrizione dei farmaci, assolutamente negativo e persistente anche dopo le modifiche contenute nel decreto sviluppo”.
Secondo il Dg del gruppo infatti “da una parte si dichiara strategico il settore farmaceutico e i suoi investimenti, ma nei fatti le aziende che investono nel nostro Paese e creano occupazione vengono penalizzate con leggi appositamente fatte per agevolare invece aziende che importano tutto da Paesi esteri”.
“La nostra azienda opera con successo in oltre 100 Paesi del mondo, ma solo in Italia, dove abbiamo la maggior parte dei nostri investimenti, ci troviamo di fronte a situazioni così paradossali”. È l’amara conclusione di Simone.
“La preoccupazione – ha affermato
Gianfranco Simoncini, assessore regionale al lavoro - manifestata mesi fa per i contraccolpi causati dalle modifiche delle norme per la prescrizione dei farmaci su Menarini e sull'intera produzione farmaceutica nazionale, è stata accolta positivamente. È importante che si sia concordato di verificare le conseguenze di mercato che la nuova norma potrà determinare e di aprire un confronto sul piano industriale di Menarini, prima di affrontare discussioni sui livelli occupazionali. Credo che si debba dar atto del positivo lavoro svolto dal sottosegretario Claudio De Vincenti su tutta la vicenda ed del positivo rapporto di confronto stabilito tra azienda, istituzioni e sindacati”.
Massimo Guerranti, segretario generale della Femca-Cisl toscana, alla fine dell’incontro ha riferito che: “Almeno fino all’inizio del prossimo anno l’azienda ha accettato di congelare i mille esuberi annunciati.
E già questo è un primo passo”.
Dunque lo sforzo e il senso di responsabilità di Menarini sono riconosciuti anche dai sindacati. E così Guerranti ha aggiunto: “Di fronte alla richiesta dei sindacati e del governo, Menarini ha accettato questo ulteriore stop. Per adesso torniamo a Firenze senza licenziamenti. Nel frattempo lavoreremo per risolvere i problemi che esistono nel settore”.
07 dicembre 2012
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