Auser è stata audita ieri pomeriggio presso la Commissione Affari sociali della Camera, nell’ambito dell’esame, in sede referente, delle proposte di legge sulle “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell’attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare”.
L’associazione nel suo intervenuto ha sottolineato l’importanza di questo tema che impatta fortemente nella vita di milioni di famiglie. Tra le varie proposte di legge, l’Auser ha rimarcato tre punti importanti di criticità su cui ha avanzato le proprie valutazioni. Il primo riguarda la definizione per l’esatta identificazione del caregiver. ”Riteniamo che questa definizione debba essere ampiamente inclusiva. Pensare di ridurla ai soli “familiari conviventi” significa chiedere gli occhi alle conseguenze derivanti dal complesso processo di transizione demografica in atto nel Paese.
I dati sono molto chiari e, come attestato ripetutamente da ISTAT e da ultimo certificato dalla ricerca di Italia longeva resa pubblica nei giorni scorsi, stiamo vivendo un processo di invecchiamento senza uguali nella nostra storia. Un anziano su tre oggi vive da solo, ma tra 20 anni le famiglie unipersonali saranno più di 6 milioni. Nei prossimi tre anni è atteso un milione di over 90 con il conseguente enorme bisogno di assistenza domiciliare. Pensare di poter far fronte a questa crescente domanda solo con i servizi pubblici sarebbe auspicabile, ma sappiamo bene che questo non è possibile. E allora, come pensiamo si possa garantire assistenza se limitiamo il riconoscimento di caregiver ai soli familiari, addirittura conviventi? “Da qui il favore di Auser verso quelle proposta di legge che propongono una definizione estesa di caregiver.
La seconda criticità riguarda l’individuazione del soggetto certificante. ”Noi pensiamo che questa figura vada individuata nell’ambito dei soggetti preposti alla valutazione multidimensionale così come definita dalla legge delega 33/23 che prevede un sistema di valutazione unificata di responsabilità statale (Vamu), e una di titolarità locale (Uvm), tra loro collegate.”
La terza riguarda il profilo della legge. Auser nel corso dell’audizione ha sottolineato che tenendo conto delle competenze delle Regioni e degli Enti Locali e tenuto conto che 12 Regioni hanno già legiferato in materia, sia opportuno che la legge si configuri come legge quadro, individui le materie competenza diretta dello stato e stabilisca i princìpi ai quali le regioni e le province autonome sono tenute ad attenersi nella definizione dei propri interventi normativi in materia.