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Dl Liste d’attesa. Le Regioni: “Bene l’intervento sul problema. Ma il provvedimento non è efficace, non ci sono risorse e sui controlli sulle Asl pronti a fare ricorso alla Consulta”


È quanto emerso dall’audizione delle Regioni di fronte alla Commissione Affari sociali del Senato sul Decreto Liste d’attesa sui cui le Regioni hanno annunciato una serie di emendamenti. Rocca (Lazio): “Ci sono ci sono alcune cose che le regioni hanno lamentato in primis le risorse. E poi c’è una preoccupazione sulla legittimità costituzionale dell'articolo due (controllo del Ministero sulle Asl ndr.)”. Donini (Emilia-Romagna): “Questo provvedimento bisogna dire agli italiani che così com’è scritto non è efficace e pone alle Regioni ulteriori problemi di sostenibilità finanziaria”.

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Non ci sono risorse e sui controlli del Ministero della Salute sulle Asl s’invadono le competenze delle Regioni che sono pronte a fare ricorso alla Corte Costituzionale. È quanto emerso dall’audizione delle Regioni di fronte alla Commissione Affari sociali del Senato sul Decreto Liste d’attesa sui cui le Regioni hanno annunciato una serie di emendamenti. “Abbiamo chiesto un maggiore coinvolgimento per il futuro e il Ministro Schillaci l’ha assicurato e quindi siamo fiduciosi che si possa affinare la capacità comunicativa del Ministro con la Conferenza”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. “Detto questo – ha evidenziato ci sono ci sono alcune cose che le regioni hanno lamentato in primis le risorse. E poi c’è una preoccupazione sulla legittimità costituzionale dell'articolo due (controllo del Ministero sulle Asl ndr.) su cui alcune regioni hanno già anticipato il ricorso alla Consulta qualora dovesse essere confermato”. Rocca ha poi chiesto che anche i professori universitari dei Policlinici possano essere coinvolti nello smaltimento delle liste d’attesa.

“Il fatto che il Governo sia intervenuto con un decreto certifica che le liste d’attesa sono un problema nazionale – ha dichiarato il coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, Raffaele Donini - e quindi si sarebbe dovuto coinvolgere tutti per capire come meglio affrontare questo problema. Il fatto che le Regioni non siano state coinvolte nella stesura del decreto è un vulnus che speriamo non accada più. Dopodiché abbiamo anche apprezzato che nell’ultimo incontro che c'è stato tra la commissione nazionale salute e il ministro Schillaci l’idea di recepire da parte del ministero alcune valutazioni che le regioni sarebbero poi state in grado di motivare, certo è che altre volte abbiamo avuto questa situazione e altre volte non è stato recepito praticamente nulla quindi siamo molto preoccupati”.

Donini poi ha analizzato le principali criticità: “Tutte le Regioni sono contrarie all'articolo due: quando lo Stato controlla le Regioni fa il suo mestiere quando lo stato controlla le Asl fa il mestiere delle regioni e quindi si interrompe quella funzione di programmazione e di controllo che le regioni hanno nei confronti dei loro direttori generale delle loro Asl. Questo è il primo punto e noi vorremmo togliere questo ingombro enorme per il quale siamo anche disposti a far pronunciare la Corte costituzionale”.

Donini poi ha parlato delle risorse: “L'incapienza del fondo sanitario ci rende più difficile quest'anno tenere insieme tutte le istanze che le regioni avanzano, secondo noi tutte giuste ovviamente, ma il fatto che si faccia riferimento a questo fondo largamente incapiente per soddisfare le richieste implementative dei costi che sottendono alle indicazioni del decreto a noi come dire ci preoccupa non poco”.

“Per aggredire il tema delle liste d'attesa non ci sono – ha specificato - molte soluzioni: occorre agire sull'offerta e regolare la domanda. Se vogliamo che le Regioni aumentino l’offerta sia per l'attività aggiuntiva sia per un piano occupazionale bisogna che lo stato ci metta dei soldi, senza risorse le regioni fanno molta fatica ad aumentare l'offerta. Sul lato della domanda c'è ampia convergenza col ministro Schillaci che è sensibile al tema dell’appropriatezza che è sensibile alla riorganizzazione della medicina del territorio e al più equo utilizzo dei medici in formazione specialistica e alla definizione di maggiori livelli di autonomia in capo agli stessi però questi temi non sono presenti nel decreto. Questo provvedimento bisogna dire agli italiani che così com’è scritto non è efficace e pone alle Regioni ulteriori problemi di sostenibilità finanziaria”.



02 luglio 2024
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