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Decreto liste d’attesa. La domanda supera l’offerta. Mantoan (Agenas): “Una tempesta perfetta. Piattaforma nazionale strategica per monitoraggio e appropriatezza”


In media in Italia, nel 2023, il numero di prestazioni totali erogate (escluse quelle di laboratorio) è diminuito rispetto al 2019 dell’8% e quello delle prime visite erogate è diminuito mediamente del 10%. Questi i dati presentati dal Direttore di Agenas Mantoan, audito in Commissione Affari Sociali al Senato sulla conversione in Legge del DL “Liste d’attesa”. Dalla Piattaforma nazionale liste di attesa un aiuto per promuovere l’appropriatezza

27 GIU -

Le prescrizioni, nel 2023 rispetto al 2019, aumentano in ogni Regione, ma quando si parla di prestazioni erogate, con qualche eccezione, tutte le Regioni sono in difficoltà. E così le liste d’attesa si allungano sempre di più.

È quanto si evince dai dati presentati questa mattina dal Direttore di Agenas Domenico Mantoan ascoltato nel corso dell’audizione al Senato, in Commissione Affari sociali, sulla conversione in Legge del DL “Liste d’attesa”, il cui impianto per Mantoan è sicuramente positivo. Ma la strada della rimonta per contrastare le liste d’attesa non sembra sia proprio in discesa.

“Il problema delle liste d’attesa c'è sempre stato, ma in questo momento c'è una tempesta perfetta”, ha detto Mantoan.
Dopo il Covid il sistema sanitario nazionale non riesce infatti a tornare ai livelli di produzione del 2019.

Lo scenario. Nel 2023 rispetto al 2019, il numero di medici è rimasto sostanzialmente stabile con un lievissimo incremento dell’1%, il numero dei ricoveri è diminuito del 3%, le prescrizioni ambulatoriali sono aumentate del 44% e quelle per Rm muscoloscheletriche di ben il 60%.
La capacità delle Regioni di erogare le prestazioni è però scesa dal 2019: in media in Italia il numero di prestazioni totali erogate (sono escluse quelle di laboratorio) è diminuito dell’8%. È minimo lo scarto in Lombardia e nella provincia di Trento (-2%), seguite dall’Emilia Romagna (-3%), ma in ben 14 Regioni le percentuali superano la media nazionale con picchi di -25% in Sardegna, -27% e -28% in Valle d’Aosta e nella provincia di Bolzano.

È soprattutto sul fronte delle prime visite erogate che i sistemi regionali arrancano: rispetto al periodo pre-pandemia quelle prescritte sono aumentate del 31% (in Calabria addirittura del 268%, ma solo perché la regione ha iniziato a caricare rispetto al 2019, i dati delle tessere sanitarie), ma le prime visite erogate sono diminuite mediamente del 10%. Fanno eccezione sempre la provincia di Trento e la Lombardia che, al contrario, le hanno incrementate del 2%. In Sardegna, ad esempio, a fronte di un incremento di prime visite prescritte del 58% rispetto al 2010 quelle erogate sono diminuite del 35%.

Al contrario, il numero di prestazioni di risonanze magnetiche erogate è in aumento (+8% medio a fonte di una richiesta di prescrizione che in media cresce del 38%): in Emilia Romagna sono aumentate di ben il 36%, ma in generale sono cresciute nella stragrande maggioranza delle Regioni. Sul fronte opposto Puglia, arche, Campania e Bolzano che segna una diminuzione del 16%.

Commentando il dato sulle Rmn, Mantoan ha lanciato un suggerimento: “Se vogliamo affrontare le criticità del sistema sanitario dobbiamo anche ammodernarlo: dobbiamo dare più competenze alle professioni sanitarie. Le grandi macchine sono utilizzate dai tecnici di radiologia e se vogliamo che lavorino 12 ore al giorno per sei giorni alla settimana, credo che occorra dare più competenze e togliere alcune limitazioni legate a vecchie concezioni del passato”.

Un aiuto dall’istituzione della Piattaforma nazionale liste d’attesa. Mantoan guarda quindi con favore all’istituzione prevista dal Dl 73, della piattaforma nazionale delle liste d’attesa presso l’Agenas: “È una cosa estremamente positiva, i dati generali, di prestazione e di prenotazione potranno essere incrociati. E questo consentirà di misurare in modo preciso e uniforme i tempi di attesa, di conoscere tempestivamente la situazione e valutare l’effetto degli interventi e delle politiche adottate. E quindi di promuovere l’appropriatezza e il rispetto dei criteri dei Raggruppamenti di attesa omogenea stabiliti dalle regioni”.



27 giugno 2024
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