La realizzazione dell'autonomia differenziata è impossibile senza mettere a disposizione le risorse per ridurre i divari e per questo è urgente attuare i pilastri del federalismo fiscale, a partire dai livelli essenziali delle prestazioni (Lep) e dalla perequazione infrastrutturale.
È la convinzione espressa dalla Svimez in audizione presso la commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.
"Se l'obiettivo è rendere effettivo il principio di pari dignità di accesso ai servizi di cittadini e imprese su tutto il territorio nazionale - ha detto il presidente della Svimez, Adriano Giannola - Lep e perequazione infrastrutturale dovrebbero trovare compiuto riconoscimento nella legislazione nazionale indipendentemente dalla cosiddetta autonomia differenziata".
I due pilastri andrebbero poi "costruiti in parallelo", secondo princìpi e criteri comuni, basandosi su una comune delimitazione del perimetro delle prestazioni e individuando condivise priorità di intervento. "Se, infatti, i Lep hanno la finalità ultima di garantire livelli di servizi uniformi sul territorio nazionale, oltre che la loro puntuale definizione e il loro finanziamento, sarebbe necessario procedere, di pari passo, al livellamento delle dotazioni infrastrutturali tra territori, condizione necessaria per consentire alle Amministrazioni decentrate di erogare livelli adeguati di servizi", ha aggiunto.
Ad avviso della Svimez, "l'accelerazione impressa all'attuazione dell'art. 116 terzo comma della Costituzione pare interferire con queste basilari questioni, pregiudicando le finalità di equità e solidarietà nazionale del federalismo". La Svimez fa notare ancora che "mentre sui Lep sono stati compiuti passi in avanti, almeno a livello formale e pur in presenza di diverse criticità, sul fronte della perequazione infrastrutturale si può parlare solo di arretramenti".
Per quello che riguarda invece le infrastrutture sanitarie la Svimez ha valutato la disponibilità a livello regionale di posti letto nelle strutture sanitarie residenziali e semiresidenziali, "destinate a rappresentare sempre di più le strutture per il primo presidio di cura a livello territoriale". In questo comparto mette in luce la "grave sotto dotazione" delle regioni meridionali, che registrano tutte valori inferiori alla media nazionale di 553 posti letto per 100.000 abitante. E particolarmente deificitaria la situazione della Sicilia (98 posti), Campania (114) e Basilicata (128). Per quello che riguarda invece le dotazioni regionali di posti residenziali per anziani nelle strutture territoriali per 1.000 residenti, a fronte di una disponibilità media di 15,2 posti in Italia la situazione peggiore si registra sempre in Sicilia (1,2), Basilicata (1,4) e Campania (1,8).