"Ho incontrato il ministro Giorgetti, e lo rivedrò domani insieme alla ministra Calderone, ovviamente c'è la volontà di risolvere le criticità che sono legate alla norma sulle pensioni perché credo sarebbe impensabile che in un momento come questo gli operatori sanitari lasciassero il Servizio sanitario nazionale, potrebbe essere davvero il tassello finale di un disastro che noi dobbiamo assolutamente far sì che non avvenga". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto in videocollegamento all’evento "Healthcare Summit" del 'Sole 24 Ore', precisando che "ancora non è stata definita la modifica finale ma, ribadisco - ha assicurato - non c'è la volontà di penalizzare gli operatori sanitari che hanno dimostrato in questi anni, pensiamo alla pandemia, grande dedizione".
Al momento sul tavolo ci sarebbe l’ipotesi di far scattare il taglio solo per chi decidesse di andare in pensione anticipata o di posticiparlo per tutti tra 3 anni.
Il Ministro ha parlato anche della Manovra: "Le cifre stanziate per la sanità superano quelle che sono state stanziate in precedenza ma ridurre tutto il discorso della sanità solamente a un problema di avere fondi in più mi sembra un'ottica un po' limitata".
"Bisogna cambiare - ha ribadito - e fare degli interventi strutturali, non solo continuare come purtroppo abbiamo fatto all'inizio, a mettere delle 'pezze'. La stessa Corte dei Conti, durante l'audizione sulla legge di bilancio ha sottolineato che le risorse messe dal governo per la sanità sono più alte del solito ma saranno insufficienti senza una riforma strutturale del Servizio Sanitario Nazionale".
"Ci sono piani operativi, altre fonti di finanziamento, penso ai fondi ex articolo 20 per garantire la piena e completa realizzazione delle strutture e su questo stiamo facendo un approfondimento con il Mef e con le regioni anche per rendere più snello il poter ricorrere all'ex articolo 20 - ha precisato il ministro - Faccio notare che ci sono più di 10 miliardi di euro per l'articolo 20 che alcune regioni non hanno speso, con alcune somme che risalgono addirittura al 1988. Quindi - ha detto - io spero che le regioni non si accorgano oggi che questi soldi non sono stati spesi e che collaborino con noi per destinare la quota che manca per realizzare tutte le case di comunità a questo obiettivo comune".
"Quindi io credo che il vero punto è quello di far sì che gli italiani finalmente nel 2026 abbiano un modello di sanità diversa, moderna, in cui ci sia una sanità di prossimità con una piena integrazione tra gli ospedali e i territori. Questo - ha osservato Schillaci - porterà sicuramente anche a un minor afflusso verso i Pronto soccorso. Bisogna offrire delle alternative vere. Penso poi molto anche alla telemedicina, perché è veramente la novità che può influire positivamente per avere una sanità più equa, lasciatemelo dire. Oggi ci sono ancora troppe diseguaglianze che sono inaccettabili nell'offerta sanitaria tra le regioni, ma non penso solo e sempre al divario tra Nord e Sud, ma anche alle differenze che ci sono tra chi abita in una grande città e chi vive in un piccolo centro, tra chi abita magari in una regione geograficamente più complessa da raggiungere".
"Però vorrei ribadire, perché poi la Manovra qualcuno forse non l'ha letta, ma per la prima volta - ha concluso ci sono i soldi per assumere per le case di comunità e per le medicine territoriali, ci sono 250 milioni per le assunzioni per il 2025 e ci sono 350 milioni per il 2026".