Sono almeno quattro le aree “distinte ma connesse” che vanno affrontate per risolvere le criticità dei Pronto soccorso italiani indicate da Cittadinanzattiva nel corso dell’audizione in Commissione Affari Sociali e Salute della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia avviata dal Presidente della Commissione Ugo Cappellacci.
La prima, quella del personale sanitario. I numeri della carenza di medici di emergenza-urgenza e degli infermieri sono, per Cittadinanzattiva uno dei dati certi dai quali partire per gestire il tema “emergenza/urgenza”. Numeri che testimoniano l’assoluta carenza del “territorio” nella presa in carico, nella gestione e nella organizzazione capillare dell’accesso per problemi di minore entità.
Il secondo tema da affrontare è quello dell’integrazione tra ospedale e territorio. “Se manca e lì dove manca una filiera condivisa di percorsi di presa in carico, dove ospedale e Distretto sanitario si interfacciano costantemente per la gestione dei malati cronici e dei fragili, la situazione è e continuerà ad essere non governata” sottolinea Cittadinanzattiva.
Il terzo tema è quello dell’integrazione tra il sociale e il sanitario con il coinvolgimento attivo e cooperativo degli Enti Locali e dei soggetti del Terzo Settore in una logica di presa in carico lì dove serve, quando serve, con la competenza che serve.
Infine, suggerisce Cittadinanzattiva, il Ps deve essere considerato come indicatore dello stato di salute dell’organizzazione sanitaria e della popolazione: “Se si prendono i dati di accesso al Ps suddivisi per codici di gravità e si stratificano per patologia di accesso e Asl di provenienza costruendo flussi di mobilità potremmo, insieme alla Regioni, disegnare un sistema predittivo di interventi mirati a fare informazione sugli stili di vita, operare su specialità maggiormente impattanti sulla popolazione, creare equipe multidisciplinari che sia pronte agli interventi in tempi rapidissimi”.