“Con la manovra il bicchiere è mezzo vuoto”. Lo ha dichiarato, sul suo profilo Facebook, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, parlando della sanità.
“Le Regioni hanno siglato un accordo con il governo sulla manovra di bilancio, perché rispetto alla previsione iniziale (Nadef), dove nulla c'era sulla spesa sanitaria (era prevista, anzi, in calo per il prossimo triennio), il governo ha infine ceduto e previsto 3 miliardi di euro aggiuntivi sul 2024 - ha spiegato Bonaccini -. Un passo avanti rispetto al niente di prima ma, certamente, insufficiente, perché nulla è previsto per il 2023, nonostante lo stesso ministro Orazio Schillaci avesse chiesto almeno 4 miliardi di euro in più (dunque viene sconfessato lo stesso ministro del governo di cui fa parte); troppo poco, rispetto ai bisogni, è previsto per il 2024-2025 (sia chiaro: se avevamo chiesto, come Regioni, 4 miliardi in più per il solo 2023 e a crescere negli anni successivi, garantirne solo tre il prossimo anno è addirittura meno di quanto richiesto solo per quest'anno); non sono rimossi i vincoli per l'assunzione di nuovo personale, come avevamo richiesto. Il problema strutturale della sanità rimane e i cittadini non percepiranno alcun beneficio rispetto a oggi, perché le risorse stanziate non coprono neppure l'inflazione”.
Bonaccini ha ribadito la necessità di “scelte forti e coerenti che nella manovra non ci sono” e ha proseguito: “L'Emilia-Romagna, la prossima settimana, approverà nella propria assemblea legislativa un disegno di legge da inviare al parlamento, che prevede di portare la spesa sanitaria al 7,5% del Prodotto interno loro e di rimuovere tutti i divieti oggi previsti per l'assunzione di medici e infermieri. L'unica vera strada perché quello alla salute torni ad essere un diritto universale, garantito a tutti i cittadini attraverso un servizio pubblico gratuito e finanziato dalla fiscalità generale”.