"Il Centro nascite alternativo dell'Ospedale San Martino di Genova era dotato di soli 5 posti letto. Tra gli obiettivi che il San Martino si è posto, acquista un particolare rilievo l'intento di valorizzare l'esperienza del Centro, portando la fisiologia ostetrica al di fuori dei confini di un piccolo reparto di 5 posti letto al secondo piano del Padiglione 2, in cui essa veniva praticata, e trasferendola – in modo esclusivo – nel reparto di degenza del primo piano dello stesso Padiglione, dotato di 20 posti letto.
Un particolare obiettivo è l'individuazione di un'area dedicata alla patologia ostetrica, per la quale il San Martino è Hub regionale. In questo contesto, sono previsti anche spazi altamente monitorizzati, utilizzabili all'occorrenza come family rooms".
Così il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato rispondendo ieri in Commissione Affari sociali alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Luana Zanella (Avs).
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Gemmato.
"Con riferimento al quesito posto dall'interrogante preme anzitutto chiarire che la competenza a porre in essere iniziative sul tema in questione è esclusivamente della regione Liguria.
A distanza di oltre 20 anni, la disciplina normativa nei cui ambiti operano i reparti di maternità è profondamente mutata, sia riguardo all'assistenza alle gestanti sia rispetto al profilo professionale dell'ostetrica.
Alcuni decreti legislativi, nonché diverse linee guida, peraltro curate dal Ministero della salute, hanno consentito di delineare una più moderna organizzazione delle Ostetricie, rispettosa della naturalità del parto e della sicurezza in cui esso deve sempre avvenire.
E infatti, l'ostetrica viene individuata come la professionista di riferimento, tenendo conto degli standard europei per le «Midwifery Units» in relazione all'autonomia decisionale, all'indipendenza culturale ed operativa, alla responsabilità professionale.
Inoltre, occorre ricordare l'incidenza nel settore sanitario del recente evento pandemico da COVID-19: nel caso dell'ospedale Policlinico San Martino, nel 2020, il Centro Nascite Alternativo ha rappresentato l'unica soluzione praticabile per consentire percorsi separati e sicuri per le gestanti.
Le stanze del Centro sono state utilizzate come sale parto per tutte le partorienti negative al COVID-19, mentre le stanze del «blocco parto» sono state riservate alle gestanti positive, che in tale fase pandemica provenivano da tutta la regione Liguria.
In effetti, il Centro era dotato di soli 5 posti letto, per giunta mai tutti occupati, con un numero annuo di parti davvero piccolo rispetto alle risorse impiegate, così da poter configurare l'evento nascita alla stregua di un privilegio.
Al riguardo e proprio nell'ottica di miglioramento dell'assistenza ai pazienti, la regione comunica che nel 2022 è stato definito il Progetto «Ostetricia: ritorno al futuro», che sarà sviluppato nel corso del 2023.
Tra gli obiettivi che il San Martino si è posto, acquista un particolare rilievo l'intento di valorizzare l'esperienza del Centro, portando la fisiologia ostetrica al di fuori dei confini di un piccolo reparto di 5 posti letto al secondo piano del Padiglione 2, in cui essa veniva praticata, e trasferendola – in modo esclusivo – nel reparto di degenza del primo piano dello stesso Padiglione, dotato di 20 posti letto.
Un ulteriore obiettivo è la riduzione della medicalizzazione dell'evento nascita, che deve essere vissuto in modo naturale e sicuro da tutte le gestanti, senza il limite dettato da criteri non sempre oggettivi, come accadeva fino al marzo 2020 per una quantità di parti che si aggirava intorno al 10 per cento del totale.
Un particolare obiettivo è l'individuazione di un'area dedicata alla patologia ostetrica, per la quale il San Martino è Hub regionale, da collocare nei locali del Centro, attualmente contigui alla patologia neonatale.
In tal modo, le gravidanze fragili e ad alta complessità assistenziale potranno trovare una adeguata logistica, più intima e rispettosa: in effetti, le gestazioni complicate risultano in aumento.
In questo contesto, sono previsti anche spazi altamente monitorizzati, utilizzabili all'occorrenza come «family rooms», per consentire ai neonati prematuri di fruire da subito del contatto con i genitori, una esperienza «nuova» nel nostro Paese, e grandemente significativa per le piccole vite venute alla luce precocemente".
Luana Zanella (Avs), replicando, ringrazia il sottosegretario per la risposta e per essersi attivato per reperire dal livello locale le informazioni in essa contenuta. Ricordando il clima di diffusa condivisione che ha recentemente caratterizzato i lavori della Commissione nell'esame delle risoluzioni in materia di punti nascita, si sofferma sul caso specifico del Centro nascite alternativo dell'Ospedale San Martino di Genova, che negli anni passati ha raggiunto vette di eccellenza a livello nazionale nel garantire alle gestanti l'opportunità di vivere l'ultima fase della gravidanza, il parto e la fase post partum nel modo più fisiologico possibile, cercando di creare un ambiente quanto più vicino possibile al parto in casa, pratica che in altri Paesi è tutt'altro che eccezionale.
Sottolineando che l'approccio sostenuto dalla struttura sanitaria citata è quello secondo cui la gravidanza e il parto non sono eventi patologici e che quindi non devono essere necessariamente vissuti in maniera troppo medicalizzata, preannuncia l'intenzione di continuare a monitorare anche in futuro che la fruttuosa esperienza maturata nel tempo dal Centro nascite alternativo del San Martino di Genova non venga dispersa nell'ambito della realizzazione dell'annunciato progetto «Ostetricia: ritorno al futuro» di cui si dà conto nella risposta fornita dal Governo.