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Come il Covid ha colpito la sanità. Nel 2020 metà delle Regioni non è riuscita a garantire cure essenziali. Il nuovo monitoraggio dei Lea


Pubblicato dal Ministero della Salute il report 2020 con i risultati del monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza calcolati con il nuovo sistema di garanzia. In ben 10 tra regioni e pa non si è raggiunta la sufficienza in tutte e tre le aree (prevenzione-distrettuale-ospedaliera). Essendo però l’anno dello scoppio della pandemia è stato deciso di utilizzare il monitoraggio esclusivamente a scopo informativo e non ai fini della premialità come previsto dalla legge. Ecco tutti i risultati regione per regione. IL RAPPORTO

08 FEB -

Praticamente la metà delle Regioni italiane nel 2020 non è riuscita a garantire pienamente le cure essenziali. È questo il dato più forte che emerge dai risultati del monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza calcolati con il nuovo sistema di garanzia appena pubblicato dal Ministero della Salute.

“L’anno 2020 – sottolinea però il Ministero - è stato, tuttavia, caratterizzato dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19, in seguito alla quale i Servizi sanitari regionali (SSR) hanno dovuto attivare appositi percorsi per garantire l’erogazione delle prestazioni essenziali ed urgenti e contestualmente definire specifiche misure di contenimento del contagio, nell’ambito della normativa emergenziale”.

Alla luce di queste considerazioni, il Comitato LEA ha stabilito che “il monitoraggio dell’erogazione dei LEA per l’annualità 2020 venisse effettuato attraverso il calcolo degli indicatori del NSG a scopo informativo”.

Come funziona il Nuovo Sistema di Garanzia del Lea?
Il NSG è uno strumento operativo dal 1° gennaio 2020 grazie all’entrata in vigore del DM 12 marzo 2019, aggiorna il Sistema di Garanzia introdotto nel 2000 e rappresenta una svolta significativa nelle metodologie di monitoraggio dei LEA, inoltre sostituisce la cosiddetta “Griglia LEA”, in vigore fino al 2019.

La nuova metodologia valuta distintamente le tre aree di assistenza (ospedale, distretto, prevenzione) e attribuisce loro un valore compreso in un range 0-100. La garanzia di erogazione dei LEA si intende raggiunta qualora, entro ciascun livello, sia raggiunto un punteggio pari o superiore a 60, in modo da non consentire la compensazione tra livelli.

Il punteggio di ogni area è determinato dalla media pesata dei 22 indicatori core (con un peso pari a 1 qualora la soglia è data dalla mediana dei valori regionali, e un peso pari a 2 se è fissato dalla normativa di riferimento). I restanti 66 indicatori non sono stati però utilizzati per le sperimentazioni.

I 22 indicatori core sono così suddivisi:

- sei per l’area della prevenzione (copertura vaccinale pediatrica a 24 mesi per esavalente e MPR, controllo animali e alimenti, stili di vita, screening oncologici);

- nove per l’attività distrettuale (tasso di ospedalizzazione di adulti per diabete, Bpco e scompenso cardiaco e tasso di ospedalizzazione di minori per asma e gastroenterite, intervallo chiamata-arrivo mezzi di soccorso, tempi d’attesa, consumo di antibiotici, percentuale re-ricoveri in psichiatria, numero decessi da tumore assistiti da cure palliative, anziani non autosufficienti nelle RSA);

- sei per l’attività ospedaliera (tasso di ospedalizzazione standardizzato rispetto alla popolazione residente, interventi per tumore maligno al seno eseguiti in reparti con volumi di attività superiore a 150 interventi annui, ricoveri a rischio inappropriatezza, quota di colecistectomie con degenza inferiore ai 3 giorni, over 65 operati di frattura al femore entro 2 giorni; parti cesarei in strutture con più e meno di 1000 parti l’anno).

I risultati 2020
La lettura dei dati per le tre macro-aree di assistenza (prevenzione, distrettuale e ospedaliera) evidenzia, relativamente agli indicatori del cosiddetto sottoinsieme “CORE”, diverse criticità attribuibili all’evento pandemico:

- nell’area ospedaliera, la dinamica dei punteggi per diversi indicatori di appropriatezza è alterata a causa della notevole diminuzione dei ricoveri

- nell’area prevenzione, i punteggi di quattro indicatori su sei (screening, vaccinazioni, copertura delle attività di controllo su animali) hanno subìto un peggioramento marcato rispetto al 2019

- anche l’area distrettuale registra variazioni anomale rispetto all’anno precedente (aumento tempi registrati nell’area emergenza-urgenza, riduzione consumo di antibiotici, riduzione re-ricoveri e ricoveri inappropriati in un contesto di generale riduzione delle ospedalizzazioni).

I promossi. Complessivamente, nell’anno 2020, ricordando che si tratta di un monitoraggio a scopo informativo, Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Puglia registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macro-aree.

I bocciati. Le Regioni che presentano un punteggio inferiore alla soglia in una o più macro aree sono:

Liguria, Abruzzo, Molise e Sicilia, in una sola macro-area;

Campania, Basilicata, Valle d’Aosta, P.A. di Bolzano e Sardegna, in due macro-aree;

Calabria, in tutte le macro-aree.



08 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

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